La protesta dei fans irrompe in un Aki Basho che vede il ripetersi di quei comportamenti antisportivi che sarebbero sanzionati in qualsiasi altra disciplina sportiva e/o marziale. Nelle parole di noi tutti regna la delusione per le vigliaccate compiute sul dohyo, senza prendere le parti di un rikishi in particolare. Certo, quando un Torneo rischia di essere deciso da un henka nei confronti di un pretendente allo yusho, per di più Yokozuna, la cosa diventa eclatante. Se nello stesso giorno vengono colpiti anche gli Ozeki ed altri Sanyaku, poi, l’insurrezione contro gli esecutori dei gesti meschini ed umilianti deve essere totale.
Sono, però, d’accordo anche con chi analizza acutamente l’incapacità dell’attuale Asashoryu di trarsi d’impaccio da un tentativo di henka, cosa che pone in netta evidenza il calo atletico del Grande Mago Mongolo. Ritengo, anzi, che ci sia un momento preciso in cui Asashoryu abbia iniziato ad appannarsi: è accaduto alla seconda giornata del Natsu 2006, quando ha subìto l’infortunio nel match contro Wakanosato, procurato dal un maldestro tentativo di oshidashi andato letteralmente a vuoto. Da quel momento, se ci pensate bene, ad Asashoryu è venuta a mancare quella continuità di forma e di risultati cui era ed eravamo abituati.
Ricordo bene quanto tempo ho pensato a come descrivere il celebre henka incompiuto di Hakuho prima di scrivere il mio commento; la reazione dello Yokozuna era un fatto davvero strabiliante, un gesto che aveva dell’incredibile.
L’Asashoryu capace di riprendere in mano e vincere quel match, cari miei, rimarrà un icona del sumo di ogni tempo, però bisogna rassegnarsi a non godere più di simili lampi di genio e talento.