Seconda giornata

Un commento che si rispetti deve essere ricco di notizie interessanti e ben confezionato, magari condito con un pò di humour, se ci si riesce. Ecco, allora, la battuta che ho confezionato per voi: le prime due giornate mi hanno dato l’impressione di non voler essere commentate.
In questo strano Torneo, strano per l’atmosfera di attesa del grande evento che vi aleggia e per la mia aspettativa di purificazione dai mali che hanno afflitto il sumo negli ultimi tempi, in questo concentrato di future e potenziali emozioni, dicevo, non possiamo permetterci di perdere neanche un match, dato che dal fondo del banzuke giungono ogni giorno gli acuti dei rikishi spinti fin là dal riflusso della mareggiata che periodicamente spazza le zone alte e che trascina con sè i malcapitati privi di validi ormeggi. E’ la legge del sumo, tanto spietata da sembrare irrazionale ma altrettanto semplice e metodica.

Anche oggi, dunque, alcuni bouts d’inizio mattino hanno l’onore della prima pagina: Futeno continua a combattere degnamente e con ritrovato coraggio, Asasekiryu si riscatta dall’orrido henka di ieri e Dejima rinnova la gioia dei suoi fans. Sumo divertente, non eccelso ma divertente. Takamisakari, poi, non lesina emozioni. Parte con il solito spirito epico, aggredisce Tokitsuumi e vince quasi senza accorgersene, ritengo. Ma il nostro miope e stravagante amico è abituato a salire e scendere di continuo e, incurante di dove il banzuke l’abbia collocato, si getta all’arrembaggio senza fare distinzioni tra i Makuuchi reietti ed altolocati Sanyaku. Forse, seguendo il giudizio estetico formulato a suo tempo da Julien, Takamisakari riesce ad impersonare il puro combattente non speculativo e svincolato dalla zavorra del risultato: un vero rikishi fedele ai canoni ispiratori del sumo.

Ancor prima dei Makuuchi, avevo assistito ad un paio di cosucce niente male tra i Juryo, come la clownesca sconfitta di Hakurozan e la bella vittoria di Baruto. Perde anche Goeido.

Oltre questo sumo non eccelso ma divertente, rimane l’attesa per le raffinatezze ed i gesti memorabili, ma temo che l’appuntamento sia da rimandare di qualche altro giorno. Nel frattempo, per ingannare l’attesa, proverò a fare il punto su ciò che il dohyo ci ha generosamente dispensato nel settore più accreditato, a cominciare dallo Yokozuna, protagonista di un tachi-ai quantomeno equivoco. Asashoryu ed Homasho si sono ritrovati a combattere senza ritmo, probabilmente credendo entrambi in un matta, ed il mongolo ha preso l’iniziativa ed il sopravvento sul giovane M1, ma non senza rischi. Se Asashoryu, dopo la gran spallata con la parte sinistra ben nota a Kotooshu e Tochiazuma, avesse mancato completamente la spinta decisiva, portata fuori equilibrio e non giunta completamente a segno, avremmo potuto rivedere l’esito del famoso “buco” contro Wakanosato di maggio 2006, costato molto caro allo Yokozuna. Stavolta non ci sono sorprese nè infortuni, per sua fortuna.
Homasho ci rimane male e vede svanire il sogno del kinboshi, in funzione del quale aveva sicuramente preparato diversamente il match.

La prima radiografia su Asashoryu propone un referto quasi bianco, visti gl’impegni sostenuti, ma la cartina di tornasole è il rivale Hakuho, sempre più impegnato a fare le prove del suo prossimo livello d’ingaggio. Ormai logora gli avversari con uno shikiri senza fine e si attarda al tachi-ai in modo da corrodere i nervi di chi gli sta di fronte. Batte Kokkai sviluppando la stessa azione vista ieri, appena più contrastato di ieri ma senza tentennamenti, e filando via spedito. Poco da dire, in realtà; per Hakuho si tratta di non commettere ingenuità nella prima settimana e farsi trovare immacolato al cospetto di Ozeki e Yokozuna. Può amministrare con parsimonia le forze e condurre ugualmente i suoi incontri, tanto è fiducioso nei suoi mezzi e nella sua conclamata tattica da gattone.

Chiyotaikai e Kaio procedono con rotte leggermene diverse: il primo ha battuto Tokitenku come a marzo, liberando lo tsuppari e restando in mulinello anche dopo aver assestato l’oshidashi vincente, mentre Kaio ha prevalso su Kotoshogiku al termine di una lotta piuttosto pericolosa e che lo ha visto fare appello al tawara per resistere all’attacco del Komusubi. Kaio ci regala altre porzioni di longevità, Chiyotaikai spera di trovare sempre qualcuno meno esperto di lui e sufficientemente cedevole.

Kotooshu sale sul dohyo, vede Toyonoshima con la gamba a pezzi e ne ha compassione. Grande differenza di statura, ma al tachi-ai Toyonoshima trova la presa ed il tentativo di ribaltamento. Kotooshu, come detto, cerca di tirare su il morale del Komusubi e si lascia capottare, dandomi l’impressione di aver perso. Non è di questa opinione il giudice preposto, ma non capisco come abbia fatto a decidere senza il replay: il braccio di Toyonoshima tocca forse con un millesimo d’anticipo, però solo dopo aver visto lo slow motion con molta attenzione. Kotooshu non può farsi portare così vicino alla sconfitta da un rikishi che ieri non stava quasi in piedi; non vorrei ripetere sempre la stessa solfa, però la pazienza nell’attendere qualcosa di più e di meglio si sta quasi esaurendo.
I meriti di Toyonoshima sono indiscutibili, la sua sconfitta invece no. Non avesse l’handicap, il Komusubi lotterebbe per il kachi-koshi e per la seconda promozione di seguito. E la sconfitta non l’ha digerita, non ne era affatto convinto.

I Sekiwake hanno deciso di farci dimenticare il brutto esordio di Kotoshogiku di due mesi or sono e di rivalutare pienamente il grado d’appartenenza. Sono entrambi in trend positivo e in buona forma apparente.
Ama è ottimo nel match contro Tamanoshima: avanza, si piazza per un momento, riprende a caricare a testa bassa e passa all’azione estenuante contro il centro di gravità dell’avversario, preso per il braccio sinistro con la mano esterna dopo aver lasciato la presa interna. Un passeggio forzato per il dohyo, e Tamanoshima è a terra. Ama
Ama sembra molto convinto e fisicamente a posto: la testa non è quella di Osaka e si vede. Pienamente d’accordo con Marco sull’incertezza dell’esito, che mi è piaciuto per la tenacia nel tenere sotto pressione Tamanoshima.

Buona la prova anche del celeste Kotomitsuki, il quale riversa energicamente su Kakizoe tutta la smania di candidarsi ad Ozeki. Molta grinta e dinamismo, anche se Kakizoe non ha accennato ad alcuna difesa credibile.

Chiudo con la nota di merito per Aminishiki e Kisenosato: per il primo un buon gioco d’astuzia ed esperienza, mentre Kisenosato ha ben fermato la giovane speranza Tochiozan, lungamente inquadrata durante il dohyo-iri.