Man mano che emergono i particolari sulle dichiarazioni rilasciate da Wakanoho alla Shukan Gendai, cresce il sospetto che il giovane russo sia stato mosso piu’ da interessi personali e da voglia di vendetta che da amore di verita’.
Un bell’articolo di Mark Buckton, corrispondente del Japan Times, mostra in dettaglio le contraddizioni e le forzature presenti nelle dichiarazioni dell’ex speranza del sumo europeo, evidenziando al contempo i possibili moventi che lo hanno spinto a collaborare con il tabloid nipponico.
Innanzitutto bisogna premettere che, subito dopo l’arresto, Wakanoho ha cercato con grande determinazione l’intercessione di Chiyonofuji-Kokonoe e di Tomozuma perche’ convincessero Kitanoumi a non espellerlo dal Kyokai. Pare che il pressing del russo sia stato asfissiante, ma ne’ Kokonoe, ne’ Tomozuma hanno voluto prendere le difese di Wakanoho che, malgrado contasse ciecamente sul loro aiuto, ha ricevuto soltanto dei severi rimproveri.
Ebbene, sapete chi sono gli oyakata che, secondo Wakanoho, sono piu’ coinvolti nello scandalo yaocho? Il russo non fa nomi, ma solo iniziali: sono i titolari delle heya K. e T. E chi sono gli ozeki che piu’ approfittano di tali irregolarita’? Kaio (della Tomozuma beya) e Chiyonofuji (della Kokonoe)…gia’ questo insospettirebbe il piu’ ingenuo dei lettori, ma c’e’ di piu’!
Nei suoi successi contro Kaio (lo score fra i due e’ 1-2 a favore dell’ozeki) e Chiyo (1-1), Wakanoho non ha mai vinto dominando gli avversari con un sumo d’avanzamento, ma con degli arretramenti improvvisi a ribaltare situazioni molto difficili (un hatakikomi con Kaio all’Haru 08 ed un hikiotoshi con Chiyo al Natsu 08). Appare quindi strano che i due ozeki si preoccupassero a tal punto di lui da doverlo corrompere.
Wakanoho dichiara inoltre con assoluta certezza che i fantomatici K. e T. erano soliti corrompere gli avversari quando erano ancora in attivita’, ma Chiyonofuji si ritiro’ dal sumo quando Wakanoho aveva solo 2 anni, mentre Kaiki (Tomozuna) abbandono’ l’agonismo prima ancora che il russo nascesse. Da cosa nasce, allora, tanta sicurezza nelle accuse, visto che le fonti al riguardo sono ignote (Wakanoho non ha voluto rivelarle)?
Riguardo a Kotooshu, poi, i sospetti che sia tutto falso sono ancora piu’ forti. Wakanoho descrive nei minimi particolari il suo appuntamento con l’ozeki che, presentatosi su una grossa auto all’angolo di una via nelle vicinanze del Ryogoku Kokugikan, lo avrebbe pesantemente minacciato. Wakanoho ricorda tutto: le parole di Kotooshu, la cifra incassata, il kimarite con cui avrebbe dovuto perdere, l’indirizzo e l’ora esatta in cui la conversazione avvenne, ma la sua memoria si annebbia improvvisamente quando gli viene chiesto su che macchina viaggiasse Kotooshu e chi fosse il suo autista e accompagnatore (i rikishi non possono guidare)…”si’…vero…qualcuno c’era” e’ la risposta, “ma non mi ricordo chi fosse…e’ passato tanto tempo”.
Insomma, se consideriamo pure che l’ex maegashira ha visto svanire il suo lauto stipendio mensile (ca. 1 milione di yen) e si e’ trovato improvvisamente costretto a far quadrare il bilancio, ci rendiamo conto che la sua credibilita’ di teste (a differenza della credibilita’ dei testimoni di Pippooshu) e’ tutt’altro che salda. Ovviamente questo non dimostra che gli incontri di sumo non siano mai stati truccati, ma di certo rende la tesi dell’accusa piuttosto debole!