Un inchino a Tochiazuma

TochiazumaAppena smaltito lo stupore per la bizzarra conclusione dall’Haru Basho, eccoci ad affrontare un nuovo momento imprevisto, questa volta decisamente delicato e con forti implicazioni sportive ed umane: le condizioni di salute di Tochiazuma non consentono all’Ozeki di proseguire l’attività agonistica, consigliando il ritiro definitivo dalle competizioni. La notizia è destinata ad oscurare gran parte delle considerazioni sul banzuke e delle previsioni di rito, obbligandoci ad un doveroso omaggio al grande rikishi che lascia il sumo.
Tochiazuma sembrava essere il meno indicato ad iniziare la serie dei ritiri degli Ozeki giapponesi; Kaio continua a combattere nonostante i mille acciacchi che ne hanno irreversibilmente minato l’intergità fisica, mentre Chiyotaikai è in evidente parabola discendente da molto tempo. Ma la sorte ha voluto che i disturbi circolatori di Tochiazuma fossero così preoccupanti da rendere inevitabile la rinuncia al dohyo all’età di 30 anni, molto prima di quanto indichi la media statistica degli ultimi anni.
Le ultime apparizioni di Tochiazuma sono state assai tormentate e non ci lasciano l’immagine di un lottatore in grado di contrastare gli avversari com’era solito fare nei momenti migliori, praticamente fino all’ultima affermazione dello scorso anno. Proprio in quell’ultimo yusho, dei tre vinti, avevamo potuto apprezzare la particolare capacità di azione sul dohyo dell’allievo della scuola Tamanoi, sempre in spinta e con le gambe solidamente piantate a terra, vera fortezza umana difficilmente espugnabile con mezzi ordinari: non a caso, negli ultimi anni, Tochiazuma è stato tra i pochi a sconfiggere con una certa continuità Asashoryu, impedendogli sistematicamente di sviluppare il sumo spettacolare e fantasioso che predilige. Ma questo non significa che Tochiazuma sia stato un artefice dello sbarramento passivo, tutt’altro: il suo talento nel disporre di tutte le tecniche di presa e di spinta, unito alla sua grande forza di braccia, e la capacità di mantenere più di altri il contatto stabile dei piedi al dohyo, gli hanno consentito di ricevere le lodi di grandi estimatori del sumo, facendolo preferire ad altri e ben più vincenti sekitori. Lo scorso anno, al termine di una bella volata con Hakuho, aveva vinto il suo terzo yusho con 14-1, ritornando in lizza per la promozione a Yokozuna, come già accaduto a Kaio. I molti guai fisici lo hanno fermato più volte e lo hanno costretto a rinunciare all’impresa.
La caratura tecnica di Tochiazuma ha sempre avuto un connotato preciso: l’avanzamento costante e progressivo sul dohyo con le mani a difendere il mawashi e predisposte al bloccaggio dell’azione dell’avversario. La sua posizione con la testa incassata tra le spalle non tragga in inganno: essere capaci di aderire al terreno in quel modo è indice di grande equilibrio e padronanza del corpo.
A Tochiazuma dobbiamo ascrivere alcuni successi di prestigio assoluto, come il playoff contro Chiyotaikai al termine dell’Hatsu 2002 e l’affermazione su Asashoryu del Kyushu 2003, anno di lancio del neo-Yokozuna. In quell’occasione, Tochiazuma portò a termine il Torneo con 13 -2 e ben 8 vittorie per oshidashi, contro due soli yorikiri.
Ricordo bene quel Torneo: Tochiazuma rischiò di compromettere tutto con la sconfitta subita da Chiyotaikai alla 13a giornata, momento di grande vigore fisico e dinamico. Chiyotaikai vinse con una serie di tsuppari lanciati alla velocità della luce, costringendo l’avversario a cercare strade secondarie e portandolo al classico hatakikomi finale. Tochiazuma non si perse d’animo ed affrontò Asashoryu al senshuraku per evitare il kettei sen. Fu un match bellissimo, molto leale e condotto in modo esemplare: una vittoria cristallina e che vide Tochiazuma prevalere grazie alla sua innata predisposizione a negare facili appigli al mawashi. Asashoryu subì una sconfitta maturata proprio nel momento in cui, dopo un tachi ai interlocutorio ma di alta intensità, si era messo in moto per forzare le difese di Tochiazuma; l’Ozeki rispose scattando verso lo Yokozuna e lo proiettò di forza ed agilità fuori dal dohyo. Una grande vittoria.
Non sarà facile rivedere sul dohyo un rikishi con le doti di Tochiazuma, almeno non se ne ravvisa ancora la presenza: con il suo forzato ritiro, purtroppo, verrà a mancare un punto di riferimento e di confronto per tutti i pretendenti alla gloria nel sumo.

Un inchino a Tochiazuma

Appena smaltito lo stupore per la bizzarra conclusione dall’Haru Basho, eccoci ad affrontare un nuovo momento imprevisto, questa volta decisamente delicato e con forti implicazioni sportive ed umane: le condizioni di salute di Tochiazuma non consentono all’Ozeki di proseguire l’attività agonistica, consigliando il ritiro definitivo dalle competizioni. La notizia è destinata ad oscurare gran parte delle considerazioni sul banzuke e delle previsioni di rito, obbligandoci ad un doveroso omaggio al grande rikishi che lascia il sumo.

Tochiazuma sembrava essere il meno indicato ad iniziare la serie dei ritiri degli Ozeki giapponesi; Kaio continua a combattere nonostante i mille acciacchi che ne hanno irreversibilmente minato l’intergità fisica, mentre Chiyotaikai è in evidente parabola discendente da molto tempo. Ma la sorte ha voluto che i disturbi circolatori di Tochiazuma fossero così preoccupanti da rendere inevitabile la rinuncia al dohyo all’età di 30 anni, molto prima di quanto indichi la media statistica degli ultimi anni.

Le ultime apparizioni di Tochiazuma sono state assai tormentate e non ci lasciano l’immagine di un lottatore in grado di contrastare gli avversari com’era solito fare nei momenti migliori, praticamente fino all’ultima affermazione dello scorso anno. Proprio in quell’ultimo yusho, dei tre vinti, avevamo potuto apprezzare la particolare capacità di azione sul dohyo dell’allievo della scuola Tamanoi, sempre in spinta e con le gambe solidamente piantate a terra, vera fortezza umana difficilmente espugnabile con mezzi ordinari: non a caso, negli ultimi anni, Tochiazuma è stato tra i pochi a sconfiggere con una certa continuità Asashoryu, impedendogli sistematicamente di sviluppare il sumo spettacolare e fantasioso che predilige. Ma questo non significa che Tochiazuma sia stato un artefice dello sbarramento passivo, tutt’altro: il suo talento nel disporre di tutte le tecniche di presa e di spinta, unito alla sua grande forza di braccia, e la capacità di mantenere più di altri il contatto stabile dei piedi al dohyo, gli hanno consentito di ricevere le lodi di grandi estimatori del sumo, facendolo preferire ad altri e ben più vincenti sekitori. Lo scorso anno, al termine di una bella volata con Hakuho, aveva vinto il suo terzo yusho con 14-1, ritornando in lizza per la promozione a Yokozuna, come già accaduto a Kaio. I molti guai fisici lo hanno fermato più volte e lo hanno costretto a rinunciare all’impresa.

La caratura tecnica di Tochiazuma ha sempre avuto un connotato preciso: l’avanzamento costante e progressivo sul dohyo con le mani a difendere il mawashi e predisposte al bloccaggio dell’azione dell’avversario. La sua posizione con la testa incassata tra le spalle non tragga in inganno: essere capaci di aderire al terreno in quel modo è indice di grande equilibrio e padronanza del corpo.
A Tochiazuma dobbiamo ascrivere alcuni successi di prestigio assoluto, come il playoff contro Chiyotaikai al termine dell’Hatsu 2002 e l’affermazione su Asashoryu del Kyushu 2003, anno di lancio del neo-Yokozuna. In quell’occasione, Tochiazuma portò a termine il Torneo con 13-2 e ben 8 vittorie per oshidashi, contro due soli yorikiri.

Ricordo bene quel Torneo: Tochiazuma rischiò di compromettere tutto con la sconfitta subita da Chiyotaikai alla 13a giornata, momento di grande vigore fisico e dinamico. Chiyotaikai vinse con una serie di tsuppari lanciati alla velocità della luce, costringendo l’avversario a cercare strade secondarie e portandolo al classico hatakikomi finale. Tochiazuma non si perse d’animo ed affrontò Asashoryu al senshuraku per evitare il kettei sen. Fu un match bellissimo, molto leale e condotto in modo esemplare: una vittoria cristallina e che vide Tochiazuma prevalere grazie alla sua innata predisposizione a negare facili appigli al mawashi. Asashoryu subì una sconfitta maturata proprio nel momento in cui, dopo un tachi ai interlocutorio ma di alta intensità, si era messo in moto per forzare le difese di Tochiazuma; l’Ozeki rispose scattando verso lo Yokozuna e lo proiettò di forza ed agilità fuori dal dohyo. Una grande vittoria.

Non sarà facile rivedere sul dohyo un rikishi con le doti di Tochiazuma, almeno non se ne ravvisa ancora la presenza: con il suo forzato ritiro, purtroppo, verrà a mancare un punto di riferimento e di confronto per tutti i pretendenti alla gloria nel sumo.