Terunofuji: Un ritorno storico

Cari Sumofans, in questo maggio che segna il ritorno ad una vita quasi normale, abbiamo assistito ad un nuovo episodio di Star Wars: “Teru strikes back”, un inedito dai contorni epici e con accenti da spy-story. Tanti i momenti di tensione e di esaltazione sportiva prodotti dai rikishi impegnati sul dohyo di Tokyo (scusate la rimina, mi è scappata…).

Ecco che, quindi, il commento sulla vittoria di Terunofuji inizia parlando di… Hakuho. Proprio così, miei ritrovati Sumopatiti, perchè Teru ha approfittato, com’è logico e giusto, dell’ennesima assenza dello Yokozuna imperante (Kakuryu si è appena ritirato, come sapete) per mettere a segno una memorabile doppietta, dato che nessuno era più riuscito a vincere 2 Yusho consecutivi dal 2018, quando fu proprio Kakuryu a compiere l’impresa. E Teru potrebbe completare l’opera a Nagoya, ripetendo l’exploit di Asashoryu tra il 2002 e il 2003, quando il Grande Mago Mongolo riuscì a vincere 2 Tornei di fila da Ozeki sfruttando l’assenza dei tre Yokozuna di allora, Takanohana, Musashimaru e Akebono, appena ritiratosi. The Marvel Mongolian divenne Yokozuna automaticamente.



Teru vince così il suo quarto Yusho, il primo da Ozeki, e questo evento non ha nulla di particolarmente straordinario, direte voi. Ma l’impresa del Terunosaurus mongolo rappresenta un primato assoluto, in quanto non era mai accaduto, dall’introduzione della regola kabodan nel 1969, che un rikishi risalisse al rango di Ozeki dopo essere sceso fino al penultimo livello del sumo, la categoria Jonidan, come appunto accaduto a Terunofuji dopo aver vinto uno yusho ed essere divenuto Ozeki per la prima volta nel 2015, per poi tornare a vincere un Torneo proprio da Ozeki. E la cosa più eccitante, come detto, è che a Nagoya, in luglio, Teru avrà la possibilità di guadagnarsi la promozione a Yokozuna, magari con la benedizione di Hakuho (che potrebbe essere sul dohyo). E non solo. Qualcuno ha formulato anche un’ipotesi estrema: Takakeisho vince il playoff a Nagoya su Terunofuji ed entrambi vengono promossi. Mi sembra una previsione azzardata, visto che lo YDC non ha espresso alcun parere del genere sull’argomento, ma staremo a vedere se questa combinazione porterà al risultato descritto.

A Tokyo tutto si è deciso al Senshuraku, ultimo giorno del Torneo: prima Endo perde da Shodai e perde anche la speranza di accedere ad un eventuale playoff, poi Takakeisho batte nettamente Terunofuji e il playoff diventa realtà, con grande sconforto dello stesso Endo.

Diciamo subito che Terunofuji ha condotto veramente male l’ultimo bout regolare della giornata (musubi no ichiban) contro Takakeisho, buttandosi in avanti senza tener conto dell’abilità di Pushmankeisho nell’interrompere la propria azione di spinta per togliere il riferimento all’avversario e mettersi in condizione di sfruttare lo tsukiotoshi conseguente. Nella replica del match, Terunosaurus non ha forzato l’attacco dopo il tachi-ai e si è tenuto a distanza dall’avversario con colpi di sbarramento ed in allungo, che hanno indotto Keisho ad azzardare un attacco suicida e finendo, a sua volta, per esporsi all’hatakikomi del vincitore. Teru ha speso bene le ultime energie residue ed ha colto meritatamente il primo Yokozuna-point della sua tormentata carriera.

Del resto, Terunofuji era giunto all’undicesima giornata con un immacolato 10-0 e solo il finale thriller del bout con Myogiryu lo aveva portato alla prima sconfitta. Il verdetto del suo Oyakata non ammette appello, dato che la mano dell’Ozeki “entra” nella complessa acconciatura del Maegashira4 e ne trattiene i capelli fino al momento del rilascio della presa e della caduta. Un’ingenuità senza dolo, a mio parere, perché la dinamica del match aveva visto l’Ozeki sempre in vantaggio e in assoluto controllo, ma l’errore c’è stato e il mono-ii l’ha ratificato. L’espressione di Teru, appena dopo il verdetto, era eloquente; solo un vero campione di sumo può e deve trattenersi dal manifestare qualsiasi emozione o atteggiamento fuori luogo, cosa che distingue questa disciplina sportiva da qualsiasi altra.

La seconda sconfitta di Terunofuji giunge alla penultima giornata per mano (o gamba, se preferite) di un Endo M8 (già vincitore su Takakeisho il giorno prima) che compie un gesto tecnico superlativo, rispondendo all’azione dell’Ozeki fino al limite della resistenza alla forza di gravità grazie all’agganciamento della propria gamba destra a quella sinistra dell’attaccante. Quando Teru tenta il ribaltamento finale, Endo libera l’arto e riesce a mantenere per un attimo in più la posizione in spaccata aerea, mentre la spinta dell’Ozeki lo proietta in una capovolta che gli permette di non toccare terra con i capelli, cosa che avrebbe decretato la sua sconfitta. Dopo l’inevitabile mono-ii, Endo risulta vincitore e si mette in corsa per un playoff a tre, ma sbaglia poi clamorosamente il bout finale contro Shodai e resta molto turbato da questa sua performance negativa. La stampa nipponica lo consola comunque con grandi manifestazioni di apprezzamento. Chiude con 11-2 e riceve (insieme a Wakatakakage) il Gino-sho, premio per la tecnica esibita. Non sono stati invece assegnati i premi per lo spirito combattivo (Kanto-sho) e la prestazione eccezionale (Shukun-sho).

Chiudo la parte dedicata a Terunofuji con una piccola autocitazione: il 5 luglio 2005, presentando il Nagoya Basho, scrivevo che Hakuho stava diventando il più degno avversario di Asashoryu (facile predizione, ma non immaginavo certo la sua leggendaria carriera) e chiudevo così il periodo: “In Giappone circola la voce che solo un treno in corsa possa fermare Asashoryu e forse, secondo me, quel treno potrebbe non essere giapponese”. Riportando il tutto all’attualità, è possibile, se non probabile, che anche questa volta le rapidissime ed efficientissime ferrovie giapponesi non riusciranno a portare a termine il lavoro.

Takakeisho è l’unico Ozeki giapponese a brillare, anche se avrebbe potuto fare meglio e non sbagliare quei due bouts che lo hanno condotto al kettei-sen. In particolare, la sconfitta con un Daieisho fuori condizione poteva evitarla e mettere molta più pressione sul vincitore finale. Pushman imposta quasi tutti i suoi combattimenti sulla spinta continua e sulla capacità di sfruttare il baricentro basso, ma alcuni commentatori hanno osservato come la limitata estensione delle braccia gli impedisca molte tattiche offensive e difensive. A me ricorda molto Chiyotaikai, il re della tecnica tsuppari, ma rispetto al grande Ozeki del passato, capace di farsi valere anche in tecniche di presa, Keisho non riesce a sfruttare questa opzione come dovrebbe fare un rikishi completo.

Shodai, che era kabodan, si è mantenuto sul 9-6 e non ha mostrato la continuità richiesta ad un Ozeki. Dopo la vittoria dell’Aki Basho 2020 e l’infortunio di novembre, stenta a ritrovare il passo giusto, pur essendo abbastanza completo tecnicamente. Ha incontrato e perso solo con un Ozeki, Takakeisho, perche il calendario gli ha risparmiato il match con Terunofuji , mentre Asanoyama è stato squalificato prima del confronto. Le tre sconfitte consecutive con Mitakeumi, Hoshoryu e Takayasu lo hanno posto fuori da ogni speranza di chiudere in doppia cifra, risultato appena onorevole per un Ozeki.

Solo un accenno alla situazione di Asanoyama, il quale potrebbe saltare i prossimi due Tornei e subire anche una forte penalizzazione. Si è parlato addirittura della sua retrocessione nella categoria Juryo, ma le decisioni definitive non sono ancora note; sapremo qualcosa di più con l’uscita del banzuke di luglio, probabilmente.

Chi invece manterrà il proprio ranking è il Sekiwake Takayasu (10-5), autore di continui alti e bassi di rendimento. Tra le sue vittime eccellenti ci sono Shodai e Mitakeumi, mentre ha regalato la vittoria al modesto pari grado Takanosho (5-10) ed ha perso altri bouts alla sua portata. La sorte gli ha concesso la vittoria su Asanoyama nel giorno della squalifica. Grizzly Takayasu potrebbe risalire la piramide del Sanyaku se mantenesse una maggiore concentrazione nei bouts più abbordabili ed evitasse quelle amnesie tecniche che gli costano molto nello score finale.

Sarà certamente promosso il Komusubi Mitakeumi (10-5), vincitore di ben due Yusho in passato. La risalita a Sekiwake dovrebbe essere un incentivo ad elevare le sue prestazioni e tentare di andare oltre le mediocri prestazioni degli ultimi tempi. Solo a luglio 2020 aveva concluso in doppia cifra, tenendosi poi sempre al minimo di sopravvivenza. Ho apprezzato il suo sumo in occasione dei suoi due successi, uno dei quali al termine di un serrato confronto al playoff con Takakeisho, e mi spiace non vederlo costante nelle prestazioni.

Per quanto riguarda i Maegashira, in dieci hanno raggiunto il kachi-koshi. Avendo già trattato ampiamente il risultato di Endo, vale la pena di accennare al M1 Wakatakakage (9-6), premiato con il Gino-sho e molto applaudito dal pubblico di Tokyo. Sarà promosso Komusubi e lotterà ancora con la sua tipica tenacia, a Nagoya.

Tra gli altri Maegashira di prima fascia, si è salvato solo Meisei M2 (8-7); per trovare un altro k-k bisogna scendere al livello M6 del mongolo Ichinojo, il più pesante del Banzuke. Non trova il k-k nemmeno Hoshoryu(7-8), M5 e nipote di Asashoryu, nonostante due grandi vittorie contro Asanoyama e Shodai. Ha talento e grinta, ma spesso non trova la giusta conduzione del match. Zio Asa sarà contento a metà.

Poco altro da segnalare, se non un tremendo ceffone alla Bud Spencer mollato da Akua a Hidenoumi nel Senshuraku e lo Yusho della categoria Juryo vinto da Ura, prossimo Maegashira.