Uno s’avvia, l’altro torna

Hakuho macina sumo ed avversari con una cadenza marziale ed autoritaria, si lascia dietro una truppa troppo disorganizzata per stargli dietro e s’avvia allo zensho yusho che gli compete. Kisenosato abbozza una serie di attacchi, azzarda anche una coraggiosa escursione nel territorio dello Yokozuna, irto di pericoli nascosti, e si arrende al termine di un match dignitoso. Dignitoso, intendiamoci, nulla di più. Per poter mettere in ansia Hakuho ci vuole ben altro, forse una partenza alla Tochinoshin ed un ritmo alla Kakutyu, ma senza lo spessore fisico di Baruto non ci si può illudere. Chissà perchè penso a tutte le doti che occorrono al rikishi perfetto per combattere il Godzilla del sumo e mi ronza un sibilo nelle orecchie.
Torna tra noi Kotooshu nel giorno che potrebbe aver già stabilito la fine delle speranze di Baruto, ed altri, di sottrarre lo yusho al mostruoso Yokozuna mongolo. Kotooshu prende vita basandosi sul suo modo più redditizio di fare sumo, quello che gli consente di sfruttare le articolazioni in piena estensione. Baruto è alto quasi 2 metri e rappresenta un bersaglio ideale. C’è poco dinamismo da parte dell’estone, ma il bulgaro è bravo a farlo vacillare verso nord-est.
Qualche k-k è già arrivato, altri sono rimandati di poco. Kaio vince, Harumafuji non è grado di tenere il dohyo come avrei sperato.