La legge del Dragone

Asashoryu vince l’Hatsu Basho dopo essere stato costretto a concedere un drammatico kettei-sen al fiero Hakuho. Non si è trattato di due bouts spettacolari, non nel senso tecnico del termine, ma ha prevalso il senso agonistico, specie nel match di spareggio.
Vince la personalità di Asashoryu, la sua grande carica agonistica, la capacità di rinascere pochi minuti dopo la bruciante e perentoria sconfitta patita dall’avversario più difficile che abbia mai incontrato. Vince la sua smania di tornare ad assaporare il gusto dell’ovazione rivolta a lui da un pubblico mai così schierato in suo favore. Vince l’orgoglio di un campione controverso e contrastato, passato attraverso mille travagli e vicende mai accadute nella carriera di uno Yokozuna. Vince la strenua fiducia in sè stesso di un uomo messo alla prova sotto il profilo psicologico e fisico: lo dimostra l’evidente commozione che il Grande Mago Mongolo non è riuscito a trattenere rivolgendosi al Kokugikan in festa.

Asashoryu vince il suo 23° yusho e si porta ad una sola distanza da Kitanoumi, uno dei mostri sacri del sumo, ma per raggiungere questo obiettivo è dovuto passare attraverso un ultimo bout di giornata davvero poco incoraggiante. Hakuho lo ha dominato in pochi istanti e senza attenuanti, approfittando di un suo tachi-ai senza spinta e di un successivo indietreggiamento decisamente passivo. Lo yoritaoshi si spiega facilmente e vede Asashoryu scuotere la testa mentre si rialza per rendere il dovuto omaggio al vincitore.

Nell’attesa del kettei-sen, com’è ovvio, mi chiedo quali pensieri possano pervadere la mente dei due Yokozuna mongoli, come intendano affrontare un secondo round così ravvicinato e decisivo dopo la palese manifestazione di superiorità e freschezza messa in mostra da Hakuho. Non riesco a pensare ad un Asashoryu nuovamente spento, non è nei suoi geni, ma il tempo è giunto e gli dei del sumo vogliono un vincitore.

Tachi-ai decisamente diverso e robusta opposizione di Asa all’impatto, stavolta, poi il match prende una strana piega, con Hakuho che trova il modo di porsi quasi nella stessa situazione del vittorioso match con Ama di novembre. Però Asa contiene lo svantaggio di essere incastrato tra il braccio ed il fianco di Hakuho ed evita accuratamente di cadere preda dei suoi tentativi d’impostare l’uwatenage. Le gambe del Dragone hanno ancora energia da spendere, e così anche le sue braccia: Asa si produce in uno sforzo poderoso e costringe Hakuho a cedere terreno, portando infine il decisivo affondo che gli vale lo yorikiri e lo yusho.

E’ provato ma sorridente, alza le bracia al cielo e risponde all’applauso del pubblico che tanto lo ha sostenuto, contravvenendo alla rigida ritualità del sumo. Di cose irrituali ne accadono altre, comunque. Asa sorride e mostra tutta la sua gioia, ed anche il Primo Ministro che lo premia gli rivolge parole di gaudio fuori dal protocollo cerimoniale, ad ulteriore dimostrazione che questo trionfo è stato vissuto da tutti come la rinascita di un vero fenomeno moderno.

Avremo tempo e modo di analizzare tutto ciò che è accaduto in questo Hatsu Basho e di dare il giusto rilievo alle prestazioni di tutti i protagonisti, ma per oggi, solo per oggi, lasciatemi concludere con un inno alla gioia:
EVVIVA ASASHORYU, EVVIVA IL SUMO!