Cari amici sumofanatici, dopo le interessanti riflessioni di Marco DD sull’approccio psicologico e le motivazioni di Hakuho, contrapposte a quelle del “cannibale” Asashoryu, in questo mio post-basho vorrei soffermarmi su quella generazione di rikishi che aspira a soppiantare la vecchia guardia dei campioni. Vi allietero’ (beh…ci provero’) con delle personali considerazioni tecniche su tre giovani protagonisti del Kyushu basho: Ama, Baruto e Kisenosato, tre lottatori che ambiscono ad occupare, in pianta stabile, la tenda dei sanyaku. Sarebbe importante approfondire anche alcuni aspetti psicologici di questi tre campioni visto che, come sappiamo, la determinazione e la voglia di vincere, cosi’ come la presunzione o l’accidia (stanno fischiando le orecchie di Kotooshu?) hanno un peso fondamentale, ma voglio qui soffermarmi solo su alcune peculiarita’ tecniche, rimandando ad un’altra occasione un’analisi piu’ completa.
In realta’, per motivi anagrafici, lo stesso Hakuho (nato nel marzo 1985) dovrebbe far parte della schiera delle giovani promesse, ma la sua ascesa rapidissima, da vero predestinato del sumo, gli ha fatto bruciare le tappe.
L’antitesi di Hakuho, sotto questo aspetto, e’ Ama (nato nell’aprile dell’84). Il cammino del neo-ozeki e’ stato piu’ lento e costellato da (piccoli) passi falsi. Il maghetto mongolo ha cercato a lungo la giusta alchimia, il giusto equilibrio fra le sue innate doti di velocita’ e coordinazione e la necessita’ di acquisire maggiore potenza. Abbiamo visto un Harumafuji (dimenticavo che ora dobbiamo chiamarlo cosi’) a volte troppo pesante e lento ed altre volte cosi’ veloce da perdere il controllo dei suoi stessi movimenti. Harumafuji, pero’, ha fatto tesoro di ogni errore ed ha affinato la sua preparazione fino a raggiungere un equilibrio davvero invidiabile (anche se perfettibile). E’ sintomatico come Ama abbia combattuto i suoi bout migliori nella seconda settimana del torneo, quando piu’ di un rikishi accusava segni di fatica e stanchezza (penso per esempio a Baruto).
Da un punto di vista tecnico il neo-ozeki e’ proprio un piacere per gli occhi: la sua straordinaria coordinazione (di gambe e braccia), unita ad un’impareggiabile rapidita’, gli permette tecniche al limite della fantascianza. L’uso intensivo del nodo-wa, la velocita’ negli arretramenti e negli spostamenti laterali e la prontezza con cui riesce a spostare il peso del corpo, cambiando piede perno per preparasi alle proiezioni o innescare veloci rotazioni sono le sue armi piu’ efficaci. Non a caso, negli ultimi 6 tornei, le vittorie ottenute con proiezioni, okuridashi o hatakikomi sono state piu’ di quelle ottenute per yorikiri (23-19). D’altra parte il numero di yorikiri vincenti resta comunque notevole (il 31% delle vittorie del 2008) per un lottatore della stazza di Ama, capace di adottare questa tecnica anche contro avversari piu’ dotati fisicamente (si veda ad esempio il bout con Wakanosato, che pesa 161 kg, alla 10ma giornata). Inutile soffermarsi su come questo costituisca un’ulteriore freccia nella gia’ affollatissima faretra del mongolo. E’ chiaro pero’ che e’ proprio sulla potenza che Ama deve ancora lavorare, se vuole procedere sulla via del miglioramento. Contro lottatori meno ingenui di Wakanosato lo yorikiri puo’ rivelarsi una scelta suicida ed il suo sumo di avanzamento in presa non e’ ancora all’altezza degli avversari piu’ blasonati. Ovviamente stiamo parlando di difetti di un ozeki che e’ gia’ ad altissimi livelli e che credo sapra’ primeggiare fra i suoi nuovi compagni di rango nel 2009.
Passiamo dunque a Baruto (nato nel novembre 84), capace di un ottimo 9-6 al suo debutto da sekiwake. Ironicamente (ma non credo che Baruto trovi la cosa molto divertente), il punto di forza del gigante della Onoe Beya coincide con la sua maggiore debolezza, il che e’ tanto affascinante da un punto di vista metaforico e filosofico, quanto seccante da quello pratico. Il sekiwake puo’ contare su una sovrumana potenza muscolare e su una stazza che gli permette di sovrastare (letteralmente) quasi ogni avversario. D’altra parte, oltre agli avversari, soffrono anche le articolazioni e i tendini dell’estone, costretti a gestire un peso eccessivo. I continui infortuni hanno rallentato la carriera di Baruto che, a soli 24 anni si trova gia’ logoro nel fisico. Ad ogni modo Baruto ha imparato a sfruttare la sua potenza con la massima intelligenza: la presa esterna dall’alto che ha sfoderato con piu’ insistenza al Kyushu basho si e’ rivelata molto efficace. Baruto, al contrario di Harumafuji, e’ un lottatore di yotsu sumo classico con una spiccata predilezione per lo yorikiri (il 43% delle sue vittorie del 2008 e’ stato ottenuto con questo kimarite, percentuale molto alta rispetto alla media dei sanyaku e raggiunta solo da Kaio e Kotomitsuki). Baruto si trova pero’ in grossa difficolta’ in incontri di oshi-sumo e quando incontra specialisti di questo stile e’ costretto a cercare la presa (come ha fatto brillantemente alla 10ma giornata del Kyushu contro Chiyotaikai) o la…resa (l’estone aveva perso 4 dei 5 incontri precedenti con Chiyo ed il suo score con Miyabiyama e’ un misero 3-5). Altro aspetto in cui Baruto puo’ migliorare e’ la velocita’ di gambe, ancora non al livello dei migliori, probabilmente a causa dei problemi fisici di cui parlavamo prima.
Scendiamo per il banzuke e passiamo al piu’ giovane dei tre, Kisenosato (nato nel luglio 86), autore di uno straordinario 11-4 coronato da prestazioni esaltanti, come la vittoria su Ama e quella su Baruto. La potenza mostrata da Kisenosato in questo Kyushu basho mi ha ricordato il Kaio dei tempi migliori e la sua estenuante battaglia con Baruto ha mostrato come anche sotto il profilo della resistenza il 22enne abbia raggiunto altissimi livelli. Lo stile di Kisenosato e’ straordinariamente completo visto che l’ex (e prossimo) sanyaku eccelle sia nello yotsu sumo che nell’oshi sumo, come testimonia l’equilibrio fra vittorie per yorikiri/yoritaoshi (22) e quelle per oshidashi/oshitaoshi (15) in questo 2008. A testimonianza di questo eclettismo si vedano le belle vittorie per yorikiri su Baruto o Kakizoe ed il trionfo per oshidashi su Chiyitaikai alla 9a giornata, in cui Kisenosato ha mostrato grande velocita’ e coordinazione nel movimento di spalle e braccia combinato a quello delle gambe, bloccando gli tsuppari di Chiyo con movimenti precisissimi, mentre al contempo lo colpiva avanzando.
Altro grande pregio della promessa nipponica e’ la sua capacita’ di rispondere ai tentativi di proiezione: Kisenosato e’ velocissimo a ritrovare l’equilibrio anche quando viene portato in rotazione e spesso, anche facendo perno su un solo piede, riesce ad accorciare le distanze ed a rintuzzare i tentativi di nage. Sono proprio i nage, pero’, l’anello debole nella catena offensiva di Kisenosato che non ha ancora affinato la sua capacita’ di effettuare proiezioni vincenti o efficaci (solo 3 vittorie quest’anno per uwatenage/uwatedashinage piu’ due sukuinage). Credo che il limite principale del M4 risieda in una certa incapacita’ di innescare rapidi cambiamenti di equilibrio quando si trova sotto pressione. In queste circostanze e’ richiesta una grande coordinazione fra il braccio “trainante”, il bacino ed i muscoli laterali inferiori della schiena che devono sobbarcarsi lo spostamento dei pesi e le gambe che devono accompagnare il movimento. Kisenosato non manca certo delle doti necessarie a migliorarsi sotto questo profilo. Sono convinto che se Kisenosato sapra’ superare queto limite tecnico, arricchendo al contempo il suo arsenale di tecniche vincenti, potra’ raggiungere l'”ozekato” molto rapidamente.
In conclusione, il tanto atteso ricambio generazionale sembra ormai alle porte: Hakuho ha aperto la strada ed una nuova generazione di campioni, guidata da Ama, sta per insediarsi ai vertici del banzuke. Non dimentichiamoci poi di Goeido (coetaneo di Kisenosato), Kotoshogiku (e’ dell’84) e Toyonoshima (dell’83), pronti ad abbandonare il ruolo di outsider per qualcosa di piu’ prestigioso. Insomma, in attesa del ritorno di Asashoryu, gli elementi per sperare in un 2009 coi fiocchi ci sono tutti!