Nel mio ultimo intervento, la settimana scorsa, ero votato alla rassegnazione di vedere Hakuho alzare un’altra Coppa dell’Imperatore senza aver messo in campo tutto il potenziale che ne ha fatto uno dei più temibili Yokozuna della storia. Non avevo fiducia nelle possibilità di rimonta di Ama, povero peccatore senza fede che non sono altro. Avrei dovuto sentire il lontano ronzio delle parole di un profetico amico dal lontano Giappone, Simon Siddall, il quale era già stato in grado, in passato, di mettere in discussione un Torneo che sembrava abbondantemente deciso a tre giornate dalla fine. Non ho tenuto in considerazione l’opzione Ama, lo ammetto, ed ora attendo il verdetto di domani con un fremito di piacere che di sicuro accompagnerà l’attesa di tutti i fans del sumo.
Ama-Baruto e Hakuho-Kotomitsuki saranno i confronti che potrebbero decidere la destinazione dello yusho oppure portare i duellanti al kettei-sen.
Ama (12-2) è riuscito a spostare l’equilibrio del Kyushu Basho da grande rikishi, con una mentalità vincente che solo poche volte abbiamo individuato sul dohyo, specie negli ultimi tempi. Ora è un atleta maturo, non c’è più alcun dubbio in proposito. La sua performance numerica gli dovrebbe garantire l’accesso al secondo rango più importante del sumo, divenendo il terzo mongolo ad essere promosso Ozeki. Oggi, impegnato in una sfida pericolosissima, ha battuto Kotomitsuki (9-5) senza sbagliare nulla, neanche la riflessione intermedia nella gestione del bout, cosa davvero difficile. Dopo un tachi-ai aggressivo da parte di entrambi, infatti, Ama ha attaccato con veemenza l’Ozeki giapponese e lo ha quasi portato oltre il punto di non ritorno, ma Kotononsonopropriounpivello si è opposto con ostinazione alla soluzione immediata, trovandosi, però, esposto alla seconda azione del Sekiwake in una posizione di netto svantaggio, avendo prestato letteralmente il fianco all’iniziativa altrui. Ama si è sistemato con attenzione, ha calibrato l’intervento e si è portato in avanti con la situazione in pieno controllo. Lo shitatenage conclusivo ha sancito il pieno merito del Sekiwake mongolo e la sua legittima aspettativa di promozione.
Hakuho (12-2) ha rispolverato la versione più cattiva del suo sumo ed ha inflitto una durissima sconfitta a Chiyotaikai (8-6), sempre colpevole di non compiere variazioni sul tema dello tsuppari. Godzilla-Hakuho non ha avuto esitazioni e si è avventato implacabilmente sull’Ozeki, forse con la testa già rivolta al match di domani. La potenza di Hakuho lascia comunque aperta una considerazione già fatta sulla sua strana insicurezza in alcuni frangenti, come se venisse meno la concentrazione a causa dell’assenza di Asashoryu. E’ un’impressione diffusa, realistica e poco qualificante, ma è avvalorata da tutti quei momenti di tentennamento tattico verificatisi nel corso del Torneo, come svelato da Ama nel confronto diretto.
Siamo vicini ad un momento sicuramente importante, e che forse potrebbe diventare storico: lo yusho di Ama, infatti, significherebbe una tale varietà di vincitori in un anno solare non riscontrabile da molti anni, con la bella novità di due debuttanti assoluti.