Nakabi flash

Hakuho veleggia ancora a punteggio pieno, Ama e Kotomitsuki gli sono immediatamente dietro, pronti a sfruttare il minimo errore. Kaio, Chiyotaikai e Kotooshu danno ulteriore lustro alla categoria degli Ozeki, già onorata da Kotobotero con un match di rara tenacia contro Wakanosato, e la prima settimana si completa più o meno com’era giusto prevedere, Asashoryu a parte.

Uno dei passaggi migliori è stato, a mio giudizio, l’attacco di Hakuho su Toyonoshima, portato con l’impeto di un’onda anomala (“Hakuho is a sumo tide”, ricordate?) e scaricato con estrema violenza sul talentuoso Piccolo Grande Uomo.
La seconda e decisiva settimana ci darà tutti i verdetti degli scontri più attesi, ma contro uno Yokozuna in questo stato di forma sarà durissima per tutti.

Prosegue la rincorsa di Kotomitsuki ed Ama, sebbene con diversi accenti tecnico-agonistici. Fino ad oggi, infatti, Koto ha veramente sudato le mitologiche sette camicie, una per ogni vittoria, mentre Ama ha trovato uno stile meno dispendioso per liberarsi dei suoi avversari.
L’impresa di oggi di Koto su Wakanosato, per la precisione, deve essere annoverata tra i best-bout di giornata e mi ha ricordato il sumo più essenziale, quello basato sulla pura ricerca del punto critico d’equilibrio dell’avversario attraverso una lunga e poderosa prova di forza: spintonarsi, strattonarsi e liberarsi dell’avversario, questo è il sumo.
Ama ha speso meno, come anticipato, ma la classe è fatta anche di questo, se non erro.

Un discorso a parte lo dobbiamo aprire, e chiudere in fretta, per Kotooshu: temo che il dohyo di Nagoya subisca dei cedimenti che lo portino ad inclinarsi, comportando un continuo e preoccupante scarroccio di alcuni rikishi. Non si spiegherebbe altrimenti lo strano e ripetitivo fenomeno dei tachi-ai scivolati di lato, vedi il Kotooshu odierno.
Quando ero bambino, in realtà l’altro ieri, esisteva un gioco a pagamento che prevedeva di far eseguire un percorso ad una biglia evitando delle trappole poste ad arte lungo il tragitto ideale. Il tutto, ovviamente, in via puramente meccanica, dato che il giocatore azionava, tramite un piccolo volante, l’inclinazione del piano per meglio guidare la biglia lungo il percorso. Ecco, mi sembra la stessa cosa con il dohyo di Nagoya: dev’esserci qualcuno che pilota gli spostamenti di alcuni rikishi attraverso un marchingegno simile a quello descritto, perchè non trovo altra spiegazione alle strane tecniche d’approccio al bout che stanno inquinando il sumo.