Pre Basho Report

Indossando il nuovo kimono che Marco mi ha portato dal Giappone insieme ad un container di altri doni, scrutando un banzuke che non mi soddisfa (in lieve polemica col generoso e precedentemente citato Marco -la riconoscenza non è di questo mondo!!!), mettendo insieme tutti i dati d’archivio che solitamente mi confortano nella stesura di un report, imbustando nel classificatore cartaceo -ove trovano posto le memorie di ogni annata del sumo- la stampa ufficiale del summenzionato e non esaustivo banzuke (primo e tradizionale atto del mio personalissimo approccio ad un nuovo Basho), mettendo insieme tutti questi elementi rituali e non, insomma, sfrutto la giornata di semi-libertà vigilantissima e riprendo il feeling con la tastiera e la scrittura. Come primo periodo non c’è male, direi.

La nuova, ma non più reiterabile, immagine del sumo senza Asashoryu ci conduce verso la fine di questo anno orribile, fatto di scandali accesi e sopiti, disgrazie colpevoli e non chiarite e squalifiche insostenibili. Usciamo da questo tunnel opprimente, amici filosumotici, e cerchiamo di azzerare le ipocrisie e le manchevolezze nipponiche! Dal nostro emisfero possiamo metabolizzare con 8 ore di vantaggio digestivo ogni vicenda del sumo, vantaggio da non disprezzare.

Come ho già detto e ripetuto, questo banzuke non mi piace affatto. Trovo ingiusto, non coerente e discriminante il mancato ritorno di Ama tra i Sekiwake: pensate che ho trascorso qualche quarto d’ora in contatto con il novello aedo del sumo, Marco Miceli, a raccogliere le memorie dei passati banzuke con tre o più Sekiwake in previsione di una promozione che mi appariva ormai scontata. Ma non essendosi verificata, l’occasione per nutrirvi di tanta esegesi è andata dispersa: spero che Marco voglia comunque fornirci quei dati, visto che ormai li ho preannunciati…

Ama è, dunque, tagliato fuori dalla possibilità di fare un primo passo verso l’ozekiato (mamma mia quanto suona male!) e questo fatto mi disturba non poco, a guisa di ciò che ho anticipato nei commenti al flash di lunedì scorso: non mi piace il contraddittorio metro di valutazione della JSA (mi adeguo al trend in atto nel sito, ma per chi fosse capitato qui per caso, curiosità, sventura o masochismo, preciso che si tratta della Japan Sumo Association, alias Nihon Sumo Kyokai o NSK). Quando un solo Ozeki, nella fattispecie Kotomisentopropriobravinotsuki, riesce a raggiungere un record in doppia cifra, imitato in questo da un solo Sekiwake, non vedo perchè non si possa fare spazio ad un coriaceo, onesto, spettacolare e meritevole Ama. Non mi soddisfano le risicate ipotesi del “salmone” Marco DD, capace di andare controcorrente, e non voglio nemmeno immaginare quali elaborati calcoli alchemici possano aver indotto il governo del sumo a raggiungere il verdetto incriminato. La struttura immobilistica del banzuke sarebbe piaciuta a Filippo II di Spagna, mentre la misteriosa formula della trasformazione di una promozione in un pasticcio conformista ed ingiustificatamente conservatore avrebbe raccolto l’entusiastico consenso di Cagliostro.

Ci tocca sopportare ancora un Torneo senza Asashoryu, questo è inconfutabile. Hakuho è il favorito ed ha spodestato il conterraneo dalla posizione gerarchicamente più prestigiosa, quella in alto a sinistra del banzuke “internazionale” (in quello originale, infatti, sappiamo che la disposizione è un’altra). Credo che i tormenti di settembre non si ripeteranno, a meno che Hakuho abbia la testa svagata. Portarsi a soli 16 yusho da Asashoryu è un’idea troppo allettante… e le sue doti di potenza ed intimidazione avranno ancora la meglio. Qualora, poi, Hakuho decidesse di rimettere in mostra anche il meglio della sua tecnica, cosa negataci sul finire dell’Aki Basho, le alternative al suo quinto yusho diventerebbero davvero pochine. Di fronte al suo miglior sumo ha capitolato Asashoryu, figuriamoci se potranno resistere gli avanzi di un Sanyaku decimato dagli infortuni. E’ mia opinione, ormai solidificata, che Hakuho stia maturando una dominanza addirittura superiore a quella dello stesso Asashoryu, e sono pronto a spiegarvene la ragione.

Non vorrei apparire più presuntuoso di quanto io sia in realtà (“conosci te stesso”, principio ispiratore scolpito a Delfi e che andrebbe riscoperto), ma desidererei suggerire a tutti coloro che hanno un briciolo di tempo da disperdere nel web di ripassare le immagini dell’avvento e del consolidamento di Asashoryu ai vertici del sumo, mettendo poi a confronto quel passato prossimo con l’attualità. Secondo me, e spero di trovare sostegno in questo orientamento di pensiero, l’Hakuho di oggi rimarca prevalentemente la freschezza atletica e la possibilità di far ricorso ad un poderoso patrimonio fisico, scelta non obbligata e (quasi) incomprensibile, ad un primo esame.
Asashoryu era lo “stupor mundi” che soffocava e sovrastava gli avversari impedendo loro di pensare, un uragano di flessibilità tattica unita ad un compendio di genialità tecnica; Hakuho ha iniziato a farsi largo nel banzuke pressochè allo stesso modo, impressionando tutti con la pari naturalezza mongola del Grande Mago nell’esprimere un sumo di qualità eccelsa, per lo sconforto dei giapponesi.
La differenza, però, sta nel fatto che Asashoryu ha mostrato di non potersi permettere di scadere d’intensità e concentrazione, ergo non può far leva solo sull’aspetto puramente fisico del suo sumo, mentre Hakuho ha basato una buona parte del successo di settembre sul grande impatto della propria stabilità muscolare. L’età glielo consente, l’intelligenza nel dosare le risorse faranno il resto, purchè non trovi gli Ama ed i Toyonoshima a mettere a nudo le sue pennichelle tecniche.

Dagli altri eroi del banzuke dobbiamo aspettarci prestazioni in chiaroscuro, a partire da Kotomidevotogliereicalcolibiliaritsuki. La fastidiosa e dolorosa sindrome che lo ha colpito potrebbe limitarne il rendimento, cosa molto spiacevole per il nostro bravo rikishi finalmente imbronciato per una causa evidente. Sarebbe una disdetta anche per tutti noi e ci toglierebbe una buona parte di quella presunta incertezza che l’Ozeki più in forma potrebbe regalarci. L’esordio non è stato brillantissimo, almeno non quanto avremmo voluto e sperato, ma il suo 10-5 ha rappresentato comunque l’eccellenza tra gli Ozeki. A luglio era stato quasi perfetto, esplosivo ed arrembante come non mai, mentre a settembre ha concesso qualche feritoia difensiva a più di un avversario, ad esempio nei bouts contro Asasekiryu, facendosi togliere la presa interna appena conquistata, e Toyonoshima, concedendo il doppio grip interno. Inoltre, non sono andati a segno molti tentativi di hatakikomi, come nei confronti di Dejima. E’ curioso notare, infine, come le prime sconfitte siano arrivate rispettando la tabellina del 3.

Devo necessariamente accennare alle condizioni fisiche di Kotooshu, dolorante ad un ginocchio. Tutti noi (qualcuno più di altri, vero Pippooshu?) lo sosteniamo da un paio d’anni senza perdere la speranza di vederlo primo europeo a vincere uno yusho; saremo esauditi? The answer is blowing in the wind, cantava Bob Dylan, e c’è da credere che il vento bulgaro non riesca proprio a raggiungere le sponde del Giappone. Voglia Amaterasu imprimere orgoglio ed aggressività nelle membra chilometriche dell’Ozeki sciupafemmine e regalarci un Kotooshu determinato come ai tempi delle dispute con Asashoryu: ne guadagnerebbe tutto il movimento del sumo.
Se le parole di Julien, da me perfettamente condivise, possono apparire scontate, vi prego di compiere un altro piccolo sacrificio domenicale e di andare a ripercorrere attraverso le immagini quei momenti in cui l’allora Sekiwake europeo dettava legge sul dohyo.

Potrei, a questo punto, fare un “copia & incolla” di un qualsiasi pre-basho del passato e parlare del glorioso Kaio e di Aiace-Chiyotaikai, funambolo dallo tsuppari, ma ritengo che non gradireste. Con il ritiro di Tochiazuma, e forse anche prima, gli Ozeki indigeni si sono ulteriormente indeboliti: Kaio per evidenti ragioni geriatriche, Chiyotaikai per un progressivo appannamento della sua pericolosità offensiva, riscontrabile l’adattamento di apposite ed idonee contromisure da parte di molti rikishi, tra i quali anche diversi giovani.

Proprio a questi ultimi rivolgo la mia chiusura. Homasho, Goeido e Kisenosato hanno un’altra possibilità di farsi avanti sfruttando la franchigia derivante dall’assenza di Asashoryu, non propriamente un avversario battibile, e vorrei che almeno uno dei tre, non dico uno su mille, riuscisse ad imboccare la strada giusta. Data la posizione nel banzuke, potrebbe sembrare favorito Goeido, al quale non saranno immediatamente opposti i Sanyaku, avversari che potrebbe tornare a visitare, dopo il crash di settembre, soltanto a seguito di un ottimo score dopo il Nakabi.

Perdonate il mio abulico sorvolare sui Sekiwake, non vorrei compiere un altro “copia & incolla”…

Sayonara.