Post Basho

L’Aki Basho 2007 si e’ rivelato una sorta di laboratorio, un esperimento ardito (o folle…) che ci ha finalmente permesso di osservare e di studiare una realta’ che finora avevamo soltanto immaginato (alla stregua di un’ “ipotesi per assurdo”): il mondo del sumo senza Asashoryu.

Alcuni risultati di questo esperimento, primo fra tutti l’abbassamento del livello tecnico, erano ampiamente prevedibili, ma ci sono altri 3 dati su cui vorrei riflettere:

1) La mancanza di un “cannibale” come Asashoryu sembrava potesse riaccendere l’agonismo e la voglia di vincere dei tanti “mancati” campioni che affollano il banzuke. Questa ipotesi (speranza?) si e’ rivelata del tutto infondata. Gli ozeki, che piu’ degli altri avrebbero potuto approfittare dell’assenza del mago mongolo, non hanno risposto all’appello. Escludendo il sempre piu’ acciaccato Kaio, i 3 ozeki hanno vinto, in media, soltanto 9 incontri ciascuno. Se da un lato bisogna considerare relativamente positiva la prestazione di Kotomitsuki (capace comunque di vincere 10 incontri al suo debutto), non si possono che ritenere sconfortanti le prove di Chiyotaikai e di Kotooshu.
Nessuno di noi si aspettava che Chiyotaikai acquisisse d’incanto perizia tecnica ed imprevedibilita’ tattica, ma una maggiore convinzione e determinazione erano per lo meno auspicabili. E se i limiti tecnici dell’allievo di Chiyonofuji sono stati evidenziati dalle brutte prestazioni con Ama e Asasekiryu, le sconfitte dell’ozeki con Homasho e Kotoshogiku, per esempio, ci hanno mostrato un Chiyotaikai ingenuo, arrendevole, confuso e poco in forma.
Le parole “ingenuo, arrendevole, confuso e poco in forma” non possono che portarci a Kotooshu. Il bulgarone ha probabilmente disputato il suo peggior torneo da quando e’ diventato ozeki. Seppur con le attenuanti dell’infortunio alla schiena, e’ d’obbligo una condanna severa per l’ex speranza bulgara. Si pensava che Kotooshu patisse psicologicamente la presenza di Asashoryu…ebbene, anche senza lo yokozuna i problemi dell’ozeki continuano a manifestarsi, addirittura in forma aggravata! La conclusione mi pare evidente: la causa della crisi di Kotooshu e’ Kotooshu stesso.

2) Si sperava che l’assenza di Asashoryu potesse rendere piu’ incerto ed appassionante l’esito del torneo. Falso! Con gli ozeki fuori dalla lotta per lo yusho, ci siamo visti costretti a puntare su un neo-makuuchi (l’ottimo Goeido) e su un maegashira 12 (Kyokutenho) per tenere aperta la speranza di un kettei-sen…roba da fantascienza!

3) Senza l’ingombrante presenza del connazionale, in molti pensavano che Hakuho avrebbe espresso un sumo piu’ spettacolare e tecnico, mettendo un po’ da parte le dimostrazioni di pura forza che hanno caratterizzato i suoi ultimi tornei. Anche questa aspettativa e’ stata disattesa. Lo yokozuna, pur trovandosi in beata solitudine in cima al banzuke, non ha voluto correre rischi e si e’ ostinato ad impostare i suoi bout sulla potenza e sulla supremazia fisica. Si guardi, ad esempio, il match del senshuraku contro Chiyotaikai (peraltro una delle sue vittorie meno sofferte): quando era ancora un ozeki, Hakuho ci aveva deliziato con delle sublimi prove di “scherma” corredate da rapidi spostamenti in avanti ed indietro che mandavano a vuoto tutti gli tsuppari di Chiyotaikai. Adesso, invece, Hakuho si ostina ad adottare il famigerato “stile Godzilla” e la sua involuzione tecnica appare irreversibile.

Il dato che emerge quindi e’ che, persino con la sua assenza, Asashoryu riesce a mostrarci quanto il sumo moderno dipenda dalla sua classe e dal suo talento.

La mancanza di Asashoryu e’ stata dunque tutt’altro che indolore. Tuttavia alcuni segnali positivi, flebili ma inequivocabili, mi lasciano ben sperare in vista del Kyushu basho:

1) Il torneo di Kotomitsuki, seppur fra luci e ombre, ha mostrato che il neo-ozeki e’ dotato di una tecnica cristallina ed ha finalmente acquisito la mentalita’ del vincente. Le sue performance negative dipendono sicuramente da una non perfetta condizione atletica che ne ha frenato il rendimento e lo ha spesso costretto a cercare di chiudere rapidamente i bout (a volte con scelte tattiche piuttosto azzardate) per risparmiare le poche energie. Un Kotomitsuki in forma puo’ sicuramente lottare per lo yusho e dare filo da torcere a Godzillhakuho (soprattutto se quest’ultimo non si decide a cambiare registro).

2) Ama e’ stato capace di regalarci un sumo sublime. Piu’ volte in passato abbiamo notato come un incremento di peso portava Ama a perdere velocita’, coordinazione e controllo del corpo, mentre i dimagrimenti implicavano vistosi “cali di potenza”. In questo Aki basho il mongolo ha finalmente trovato la quadratura del cerchio ed e’ riuscito a conciliare velocita’ e potenza in un equilibrio pressoche’ perfetto (e, speriamo, non instabile). Da notare anche come Ama sia riuscito ad “inquadrare” la sua straordinaria velocita’ in un contesto tecnico di altissimo livello (basti guardare la sua vittoria su Kotomitsuki). Adesso Ama pesa 126 kg per 185 cm: si tratta di dati simili a quelli di Chiyonofuji (183 cm per 127 kg). Ovviamente il confronto fra i due, al momento, si ferma qui, visto che Chiyonofuji straccerebbe Ama sia sotto il profilo della tecnica che (soprattutto) sotto quello della forza. Non dimentichiamoci, comunque, che Ama ha soli 23 anni e che Chiyonofuji vinse il suo primo torneo a 26 anni.

3) Goeido e’ una realta’! Il ragazzo e’ considerato una promessa da ormai molto tempo e, come ci ha testimoniato Alessandro, tutti i commentatori giapponesi lo hanno caricato di responsabilita’ e di pressioni. Goeido non si e’ lasciato intimorire e non ha affatto subito lo “stress da debuttante”. La sicurezza con la quale ha affrontato gli avversari parla da sola e persino di fronte ai sanyaku il nostro giovane beniamino ha dimostrato una forte personalita’. La sua tecnica e’ gia’ molto affinata ed i margini di crescita sono enormi.

In conclusione, anche se i ventilati benefici derivanti dall’assenza di Asashoryu non si sono visti, possiamo prepararci al Kyushu basho con un ragionevole corredo di aspettative…per dirla con Peter Benenson: “e’ meglio accendere una candela che maledire l’oscurita’ ”