Sono stato assente dalla scena per molto tempo, cari miei sumocompagni, e ritengo che la mia lontananza dalle colonne del sito abbia giovato a molti (se non altro, ho evitato azioni legali per istigazione alla paranoia sumotica).
La conclusione dell’Aki Basho ha portato in casa nostra un nuovo reporter e nuovi punti di vista, finalmente. Peter Pan-Julien è sempre in volo attraverso l’Europa, Honeymoon-Marco trascorre un felice tempo di meritata vacanza in Giappone ed il sottoscritto ha dovuto restringere le incursioni a pochi telegrammi quotidiani. Non credo, però, che si possa lasciare sospesa la vittoria di uno Yokozuna e tutto il contorno, bello o brutto, che ne è stato il complemento.
Partiamo dal presupposto che il 2007 sarà ricordato come l’anno nero del sumo, e speriamo che finisca senza ulteriori eventi negativi. Con questa premessa, pleonastica ma doverosa, veniamo a cercare di concludere qualche ragionamento intorno ai fatti che si sono svolti sul dohyo. Ometterei tutto il resto, se siete d’accordo.
Hakuho ha in pugno il sumo di fine 2007 e si accinge a dettare legge anche a novembre. Questo è il verdetto di settembre. La lettura del suo quarto yusho potrebbe essere molto asettica e ridursi all’analisi dei punteggi acquisiti, però voi sapete bene che dietro il risultato finale si celano molti argomenti che ci hanno tenuti sulle spine fino al Senshuraku.
La mia sensazione principale, condivisa da molti di voi, è che Hakuho non voglia più scendere sul piano squisitamente tecnico, terreno che potrebbe rivelarsi molto insidioso. Al pubblico giapponese piace il sumo di contatto, quello con le mani sul mawashi, per intenderci; Hakuho non lo pratica quasi più, come detto, e la cosa non è sfuggita all’osservazione degli spettatori assidui ed occasionali. Ritengo che lo Yokozuna abbia fatto un paio di ponderazioni spicciole sull’assenza di Asashoryu e sulla pericolosità di Ama e Kotomitsuki, giungendo alla conclusione che la via più breve per lo yusho fosse quella della “viulenzaaa!!!” alla Abatantuono. Violenza ben condotta, intendiamoci, ma sempre di violenza si tratta. Dovremo finire per abituarci a questo stile, rassegnamoci. Ciò non sminuisce affatto i meriti di Hakuho, il quale potrebbe ribattere alle mie osservazioni obiettando che nel biennio 2004-2005 Asashoryu ha spesso fatto uso della forza più che del fioretto stilistico. Oppure che Chiyonofuji ha costruito il suo splendido palmares dopo i trent’anni a suon di atti di forza. Sì, posso condividere alcuni episodi, ma l’atteggiamento dei due citati ehm… a caso, credetemi, ha quasi sempre avuto un presupposto o una conclusione “mani sul mawashi”: scommettiamo?
L’Aki di Hakuho era iniziato nel peggiore dei modi, un pò come il Natsu di Asashoryu. In più, Hakuho aveva chiuso malissimo proprio il Natsu stravinto dallo Yokozuna footballer. Nelle previsioni di quasi tutti, se ricordate, si dava Hakuho vincitore con 14-1. Solo alcuni temerari ed inguaribili romantici vedevano Kotomitsuki oppure Ama con lo yusho a portata di mano.
Lo Yokozuna non riusciva ad esprimere pienamente il sumo che avrebbe voluto imporre, almeno nelle prime giornate. La seconda sconfitta, poi, ci aveva fatto sobbalzare: Goeido gongolava, noi pure. Le cose si sono aggiustate per diritto naturale, direi, ma resta l’insoddisfazione per l’assenza di quel dominio che avrebbe legittimato ulteriormente le gesta e la vittoria di Hakuho. Manca anche il confronto con le seconde forze del banzuke, vista la magra (ops!) figura degli Ozeki ad eccezione di Kotomitsuki. Quando anche Ama ha ceduto il passo, abbiamo compreso che il carneade Goeido non avrebbe retto l’urto dei Sanyaku. Lo sapevamo ma speravamo di essere cattivissimi profeti non in patria. Goeido ha fatto il possibile, tutto ciò che era nelle sue corde; oltre non si poteva pretendere che andasse.
Eppure il buon sumo ha trovato un pò di spazio anche a settembre. Ama ci ha deliziati con gesti raffinati e spettacolari; Toyonoshima ci ha regalato alcuni momenti di alto profilo; Hakuho ha pur sempre applicato le regole fondamentali del sumo: spingere, spingere, spingere; Kotomitsuki le sue vittorie le ha guadagnate con arte ed Aminishiki ha riconfermato le spiccate doti di jolly del dohyo. I resoconti quotidiani hanno descritto ampiamente tutto questo ed altro, corroborati dalle immagini disponibili sui siti dedicati. Alla fine, come immagino tutti voi abbiate notato, ci siamo trovati con un banzuke stravolto dai punteggi effettivamente conseguiti sul dohyo: diversamente dal passato, però, c’è la possibilità che il Kyushu Basho registri un’abbondanza di Sekiwake.
Prosegue, invece, l’altalena dei rikishi che trovano buoni risultati in basso e soffrono la promozione verso il vertice del banzuke, una costante che provoca disastri e raramente fa crescere i giovani. Vi ricordate gli esordi di Hakuho e di Asashoryu? Senza andare oltre nella ricerca a ritroso, possiamo notare come questi campioni abbiano avuto l’impatto con i migliori del momento senza arretrare più di tanto, ma soprattutto, una volta ancorati saldamente alla zona importante del banzuke, non abbiano più mollato la presa. I veri talenti si manifestano in maniera dirompente: mi auguro che accada lo stesso per i giovani emersi nell’ultimo periodo.