L’aria di Tokio è densa di sconfitte per i Sanyaku, come mai negli ultimi anni. E’ un fatto che esalta pochi rikishi e pochissimi Sanyaku superstiti.
I Komusubi stabili da tre tornei sono in condizioni pessime, ma se Roho raccoglie tempesta dopo aver seminato vento, Kisenosato è alle prese con un’aridità di risultati che ripropone tutti i dubbi sulla sua reale consistenza.
Un Sekiwake su due è alla deriva, mentre gli Ozeki sono guidati da un Chiyotaikai che sta facendo peggio del suo solito, nella prima settimana.
Lo Yokozuna, da parte sua, è uscito dal black-out totale contro Dejima e da quelli parziali dei giorni scorsi, e rivede la leadership insieme a Tamakasuga e Tamanoshima.
A ridosso del Sanyaku, tra i primi Maegashira, si ripete la carneficina cui siamo, purtroppo, abituati. Regge, per ora, il solo Kotoshogiku: per trovare un altro score positivo, bisogna arrivare al quarto livello, dove Ama, con il morale a pezzi, insegue il kachi-koshi e tiene aperta una speranza di ritrovarsi in buona compagnia nelle fasi finali.
Nel frattempo, Tamakasuga, Tamanoshima e Toyonoshima fanno incetta di vittorie nella parte bassa del banzuke. L’aria di Tokio è veramente anomala, di questi tempi…
Lo Yokozuna combatte ad intermittenza, salvandosi dalla mediocrità grazie alla possibilità di vincere anche a scartamento ridotto. Deve fare i conti con una spalla da proteggere e modifica di continuo il suo tachi ai per non dare riferimenti agli avversari. Oltre ai cuscini, gli sono piovute addosso critiche ufficiali ed anonime, come quelle che lo bersagliano ad ogni dohyo iri. Asashoryu non se ne cura e tiene d’occhio il fuggitivo. Ne ha viste e sentite di tutti i colori, da quando è al vertice del sumo, e non è portato a farsi angosciare da ciò che lo circonda. Ha dichiarato di sentire dei miglioramenti progressivi e di voler dare più sostanza al suo sumo, lasciando intendere che, per ora, la sconfitta contro Dejima è considerarsi una fatale distrazione. Non gli interessano i bouts consecutivamente vinti, quello che conta sono gli yusho: l’Hatsu è tutto da giocare e la truppa che lo accompagna assomiglia sempre più all’Armata Brancaleone.
La vittoria di oggi su Kisenosato è giunta senza quel pathos che ci saremmo aspettati, visti i precedenti, con lo Yokozuna in azione decisa ed il Komusubi in ritirata, capace soltanto di abbozzare un tentativo di risposta quando il tawara era già sotto i suoi piedi. Per il Komusubi c’è aria di retrocessione, a Tokio, ed è il momento di cambiare atteggiamento tattico.
Chiyotaikai ha emulato le gesta dei grandi e si è tolto d’impaccio con Kisenosato danzando sul dohyo. Bellissimo gesto atletico, da mostrare a chi disprezza il sumo e ne ha un’dea pachidermica e disgustata ( e sono in tanti…). Poi ha sbagliato clamorosamente il match con Kyokutenho, giustificandosi con il mancato grip dei suoi piedi sul dohyo. Oggi ha vinto con Kotoshogiku che ha sbagliato due volte lo start, ma non c’è da esultare. L’Ozeki è nel suo abituale standard prestazionale, anche se le due sconfitte sono più di quanto abbia subìto in precedenza.
Kotooshu è in netto recupero: attacca con impeto da guerriero e si è affrancato dai giudizi negativi della prima giornata. L’henka è stato ampiamente scontato con l’incredibile verdetto favorevole ad Homasho, troppo assurdo per essere vero. Oggi Ama lo ha schivato e ne ha fatto scempio, ma il buon bulgarone poteva stare più accorto e leggersi le brevi note rilasciate da Ama, in cui il mongolo aveva già dichiarato l’intenzione di usare un henka. Quello odierno lo è stato a metà. Ama combatte con il cuore gonfio di dolore, è vero, ma sul dohyo non pensa ad altro che a vincere. Dopo la sconfitta con Asashoryu, aveva bisogno di scuotersi e l’ha fatto. Ha scosso anche Kotooshu, ponendolo a due punti dal triumvirato in testa.
Kaio si barcamena al meglio del suo orgoglioso rinvio dell’addio, ma non è stato in grado di fermare un Hakuho desideroso di evitare la retrocessione. L’Ozeki mongolo ha preso il Decano in velocità e lo ha costretto a non poter impostare la difesa alla sua maniera, impedendogli di portare il busto in avanti e metterla sul piano della contrapposizione. Con tre sconfitte in otto giorni, Hakuho non ha fatto onore al suo tanto sospirato rientro. Tutti lo invocavano a gran voce per non assistere ad un altro monologo di Asashoryu, ma gennaio non è il suo mese.
Tochiazuma è ancora più sotto, con l’enigmatico ginocchio a mezzo servizio ed un bilancio da far quadrare. Ha perso anche da Aminishiki, abile nel tenere testa all’Ozeki per il tempo necessario a sfruttarne l’attuale debolezza. Dobbiamo convincerci che l’Hatsu sarà così e basta.
Miyabiyama ha vinto il secondo match del suo pessimo Torneo grazie a Roho, l’unico Sanyaku che stia peggio di lui. Non riesco a dire altro: qualsiasi tentativo di valorizzazione di questo confronto sarebbe un’offesa alla vostra intelligenza.
Kotomitsuki si trasforma in Dejima-Kokkai, nuovo Manga in edicola, e parte all’arma bianca contro Tokitenku: il mongolo ringrazia e raccoglie una vittoria preziosa. Poco divertente ed ancor meno edificante.
Kyokutenho ed Homasho hanno fatto qualcosa di meglio, nel loro bout. L’esperienza del mongolo ha prevalso sull’acerbo giapponese, ma il pubblico giapponese sembra aver trovato un altro rikishi in cui sperare, visto il clamore con cui Homasho è stato salutato.
Takamisakari è sugli scudi e lo merita. Ha fatto vedere un sumo più degno di tanti altri ed è sul 6-2. Lo schema è sempre lo stesso: partenza con arretramento e schiena inarcata, ripresa della posizione ed avanzamento con le spalle che vanno su e giù, ma almeno vince e diverte. Non solo: la sua celeberrima mimica ha sempre un grande fascino, e Takamisakari non la nega mai.
Tamakasuga, Tamanoshima e Toyonoshima hanno disputato tre bouts lunghi e decisi dopo un’ampia fase di studio con i rispettivi avversari: ha vinto solo Tamanoshima, il quale resta alla pari con Asashoryu e Tamakasuga. Credo che per lui sia quasi uno yusho.