Senshuraku

Ora è ufficiale: tutto il mondo si è accorto della scorrettezza di Chiyotaikai ed è insorto contro coloro i quali sono pagati per sorvegliare (poco) e giudicare (male) e che hanno nuovamente accusato quella strana sindrome oftalmica che periodicamente aggredisce soltanto gli uomini in kimono nero seduti intorno al dohyo. Non esiste alcun alibi, non c’è giustificazione che tenga. E’ stato convocato un mono-ii che ci poteva essere risparmiato, visti i risultati, e tutto ha il sapore della presa in giro: perchè “discutere delle questioni” quando la decisione è già stata presa? A che serve stare lì oltre un minuto a fare la manfrina di rito, se c’è la chiara intenzione di disattendere la prova del misfatto? E se, come hanno rilevato TUTTI gli interessati al sumo, quel match fosse stato decisivo per l’assegnazione dello yusho? Se fossimo a Sorrento, ed avessimo a che fare con giudici donne, potremmo pensare ad un remake del famoso film, ma il sumo si pratica ben lontano dalla Campania ed i giudici hanno a disposizione mezzi che avrebbero ridato la vista alla ben nota protagonista del dramma costiero. A rendere la situazione ancora più odiosa, ci si sono messi anche i telecronisti ufficiali, incuranti delle immagini che scorrevano sotto i loro occhi e tutti concentrati a chiedersi dove fosse il piede destro di Chiyotaikai. Che somari! Come hanno fatto a non vedere la mano sinistra che impugna il codino di Asashoryu? Ascoltate i loro commenti nel replay di Banzuke e fatemi sapere.
Trovo il comportamento dei giudici ridicolo ed offensivo, e non è la prima volta che accade, come ho già detto: portatemi una sola argomentazione valida a sostegno e formulerò le mie scuse ufficiali al NSK (ma non ai telecronisti…).

Asashoryu deve aver ruminato l’accaduto a lungo, ma lo yusho conquistato così limpidamente, e con un distacco abissale, avrà lenito la pena provocata dalla cecità apparente dei Signori in Nero. Lo Yokozuna si è ripresentato sul dohyo per spazzare via Hakuho e la collera di ieri, impresa riuscita con qualche difficoltà finale. Forte, attivo e concentrato, il Grande Mago Mongolo ha imposto il suo sumo al pretenzioso conterraneo, vincendo quasi nella stessa maniera in cui aveva perso a Nagoya. Hakuho ha dovuto sopportare due attacchi mirati al rovesciamento laterale ed ha sentito tutta la sete di vendetta del regale avversario, trovandosi infine a fare l’asse d’equilibrio sul tawara. Un paio di secondi in bilico e poi la svolta: lo Yokozuna rovescia tutto il suo peso su Hakuho e quest’ultimo si mette in posizione per tentare l’estrema difesa con l’utchari. L’Ozeki si arcua all’indietro e solleva Asashoryu, portandolo sopra di sè con tutto il suo peso, ma non compie la girata stile lanciatore di martello e cade con l’avversario addosso. Hakuho piomba a terra di schiena e la vittoria viene assegnata allo Yokozuna, anche se non si riesce a cogliere chi sia arrivato per primo al suolo perchè il primo piano dello sconfitto copre la visuale del dohyo. In questo caso viene applicata la regola dell’attaccante in vantaggio ed Hakuho porge la mano al nobile vincitore con estrema cortesia, andando poi diligentemente a salutare senza nemmeno l’ombra di un ripensamento. Lo scambio di gesti sportivi e rispettosi conferma ancor più la bontà dei loro rapporti.
Asashoryu chiude con 13-1-1, considerando il furto subito, e si attrezza con telescopi da osservatorio astronomico per cercare d’individuare il resto dei sekitori presenti a Tokio. I suoi avversari più prossimi sono a tre vittorie di distanza, sagome indistinguibili all’orizzonte. Ed alcuni dei più accreditati sono addirittura fuori portata, se consideriamo la doppia cifra come il metro di misura per mantenere un briciolo di dignità dovuta al rango. Lo Yokozuna raccoglie il 18° yusho e comincia a pensare al prossimo: le grandi leggende del passato sono più vicine…

Hakuho termina questo Aki con un risultato vergognoso. Un kachi-koshi di misura non era nelle sue previsioni, tantomeno nelle nostre. Oggi ha cercato di fare il duro ed è rimasto a fissare lungamente Asashoryu per tutta la fase di preparazione, con l’intento di apparire fiero ed ostile. Ad ogni lancio di sale ha fatto seguito un’interminabile sfida di sguardi, ma la sostanza è venuta a mancare: l’Ozeki è partito sconfitto dagli spogliatoi, secondo me, ed ha simulato una sicurezza che in questi giorni non gli è mai appartenuta. Torna tra le pareti della sua scuola con un patetico 8-7, sfiorando la chiamata a kabodan. La tsuna è una severa maestra, parafrasando Robert A. Heinlein.

Per un Ozeki che si è inspiegabilmente disattivato, eccone un altro che torna ad onorare parzialmente il proprio ruolo. Kotooshu realizza un filotto finale di buona fattura, concluso con la vittoria su Chiyotaikai. La torre bulgara, pur perdendo terreno, ha sopportato adeguatamente l’esordio bellicoso del giapponese, proteso a tentare uno strangolamento in pubblico, ed è ripartito in attacco con un’unica progressione che lo ha fatto prevalere su un avversario che è uscito dal dohyo quando aveva già smesso di lottare. Quanta differenza con l’irruenza di ieri.
Kotooshu ha un bilancio in attivo con i Sanyaku (4-3), ma non ha incontrato Asashoryu e Kotomitsuki. Vorrei che queste ultime giornate fossero il preludio ad un rilancio delle sue ambizioni e ci restituissero stabilmente un Ozeki degno della sua qualifica.
Chiyotaikai si è afflosciato come un soufflè mal riuscito.

L’ultimo Ozeki del banzuke ha rimediato la sesta sconfitta contro il Roho più brillante della stagione, pur con le dovute riserve sulle sue puerili sconfitte. Roho compie una falsa partenza un pò nervosa, Tochiazuma si mostra imperturbabile. Tachi-ai completamente a vuoto dell’Ozeki, che trova Roho già spostato alla sua sinistra e veloce nell’afferrare con la mancina il retro del mawashi sguarnito, portando Tochiazuma fuori dal cerchio sacro con un movimento quasi armonioso.
Per il russo si riapre la porta di un Sanyaku decisamente intasato, alla luce dei risultati generali, ma meritato, dopo la fugace apparizione di marzo.
Tochiazuma ha recuperato punti dopo una partenza disastrosa e la minaccia di ritiro, tornando in qualche modo a combattere discretamente. Sembrava cotto e quasi non metteva il piede a terra, poi ha vinto 5 bouts di seguito ed ha terminato con un 2-2 che lo ha messo al riparo dalla minaccia di retrocessione. La sconfitta di oggi rientra nel suo repertorio classico, quello che non gli ha dato accesso alla tsuna, per intenderci.

Mi sembra doveroso riservare ad Ama uno spazio di riguardo nel bel mezzo dei commenti sui Sanyaku, anche in considerazione del suo possibile, per non dire probabile, ritorno tra le alte sfere del sumo. L’agevole vittoria di oggi su Hokutoriki lo porta a 11-4 e cancella il brutto trittico di sconfitte delle precedenti giornate. Nessuna fatica particolare, per Ama: Hokutoriki cede repentinamente all’azione del mongolo dopo un poco convinto accenno di hatakikomi e si accontenta di far apparire la doppia cifra nel suo score. Ama si abbassa per assecondare la presa alla testa porta l’avversario al di là del tawara: il Fighting Spirit Prize è suo!

Oggi era in programma il derby dei Sekiwake, vinto da Miyabiyama con la tecnica preferita. Kotomitsuki non si organizza per l’assedio dell’avversario e perde il passo giusto per sostenerne l’impeto. Miyabiyama agisce con schemi accademici e sottrae l’appoggio nel momento dovuto, perfezionando l’hatakikomi che aveva progettato.
Resteranno entrambi al loro posto: Kotomitsuki con affanno ma grazie alle 4 vittorie conseguite con gli Ozeki, Miyabiyama in forza del 9-6 centrato con più linearità ed impreziosito dal successo odierno e dalle 2 vittorie con i diretti superiori.

Taccio, per ora, sul kachi-koshi di Kisenosato e sull’Outstanding Performance Award che gli è stato conferito: il ritiro di Futeno cauterizza in via preventiva un possibile trauma da make-koshi. Appuntamento al commento post-Basho.

Ancora lodi a non finire ad Aminishiki per suo rimarchevole risultato: ha battuto anche Kokkai, conclude con 11-4 e si aggiudica uno strameritato Technique Prize, onorato con un match molto ragionato. Kokkai è scattato con le braccia unite e molto alte, ma Aminishiki ha respinto l’attacco e la successiva presa al collo facendo tornare indietro il georgiano. Al nuovo tentativo, in verità molto approssimativo, dell’avversario di caricare e legare le braccia, Aminishiki ha contrapposto un movimento in arretramento che ha sbilanciato Kokkai e lo ha preparato per l’hikiotoshi risolutivo.
Questa vittoria dovrebbe assicurare ad Aminishiki un posto nel Sanyaku, aumentando l’arcinoto ingorgo nella zona dei Komusubi. Troverà ad attenderlo un Kokkai che ha arricchito la propria collezione di vittime titolate con i nuovi scalpi di Ozeki e Sekiwake strappati a Tokio, sebbene il kachi-koshi della salvezza sia veramente minimale.

Vi sottraggo gli ultimi scampoli di lucidità per annotare il 10-5 di Iwakiyama, vittorioso su Kasugao al termine di un bout privo di incertezze. Tsuppari iniziale, presa consistente e capitolazione dell’avversario per uwatenage. Le doti tecniche e fisiche di Iwakiyama sono state nettamente superiori a quelle del rikishi sudcoreano e per il Maegashira 5 si prospetta una promozione che metterà in ulteriore imbarazzo i dirigenti del sumo.

Sayonara.