Quattordicesima giornata

Ho trascorso l’ultima settimana nelle vesti di Fantomas (chi lo ricorda?), ma le mie sporadiche apparizioni hanno avuto uno straordinario contrappeso nella folgorante carriera di commentatore di Marco e nella copiosa partecipazione di tanti amici vecchi e nuovi. Una combinazione di eventi che ha portato la qualità del nostro sito ad un livello davvero ragguardevole. Considerando poi i problemi di linea con il Giappone e la latitanza di Banzuke.com, mi sento di affermare che abbiamo svolto quasi un servizio sociale. Mi concentrerò sui fatti che hanno segnato questa giornata senza ripetere ciò che è già stato descritto da altri.

L’Aki Basho ha il suo vincitore: la sconfitta odierna di Ama ha ratificato il diciottesimo yusho di Asashoryu con una giornata d’anticipo, epilogo che si ripete per la seconda volta consecutiva. Lo Yokozuna incamera un trofeo che ha un significato più profondo di quanto potrebbe sembrare in apparenza, perchè giunge in un contesto che lo voleva più spettatore che protagonista. Gli squilli che richiamavano il pubblico a gremire il Ryogoku Kokugikan di Tokio, annunciavano una kermesse che avrebbe visto la promozione di un nuovo Yokozuna, ma anche questa volta i conti erano stati fatti senza il rinomato Oste Mongolo dalle sembianze di Drago che al Mattino si tinge di Blu. Asashoryu mette in bacheca un’altra Coppa dell’Imperatore e rimane ad osservare, da un’altezza vertiginosa, quel rikishi che sembrava già essere Grande Campione per pura acclamazione.

La sconfitta di oggi ha bloccato il ghigno di soddisfazione sulla bocca dello Yokozuna, anzi lo ha distorto in un ringhio di rabbia, dal momento che la vittoria di Chiyotaikai sembra essere avvenuta con una presa alla capigliatura dello Yokozuna, cosa assolutamente vietata e che comporta la squalifica di chi l’ha commessa. Non avendo le immagini da Banzuke, per saperne di più ho dovuto attendere il responso di Sumotalk, puntualmente arrivato. Vi prego di andare a leggere il commento e guardare con attenzione la foto incriminata.
Chiyotaikai ha vinto, così, un grandissimo match, forse uno dei più belli della stagione, agonisticamente parlando. Non è stata una sfida dai contenuti tecnici superlativi, parliamoci chiaro, ma una battaglia intensa e cruenta come poche altre e che ha fatto risaltare un’antica rivalità. Si sono viste scintille di katana, sul dohyo di Tokio, come se ad affrontarsi fossero due samurai dell’età feudale ai quali fosse stato affidato il compito di decidere, in un unico scontro, il destino di una guerra. Avrete compreso i toni della contesa dal commento di Marco, capace di rendere pienamente l’idea di come si è svolto il bout: a mia volta, intendo rimarcare la prestazione dei due splendidi duellanti.

Non c’è stata esclusione di colpi e l’intero incontro è stato disputato ad un ritmo esaltante, raggiungendo vette di spettacolarità non consuete. E’ stato un continuo di assalti reciproci, di parate e risposte, ed entrambi hanno dato fondo alle proprie risorse per cercare di ottenere il successo. Asashoryu è partito con l’intento di bloccare sul nascere le pretese dell’Ozeki, ma Chiyotaikai ha reagito con veemenza, incanalando il match sul piano della forza e della velocità. Tsuppari e schivate reciproche, affondi al limite della rissa ed equilibrio di valori in campo. Quando Asashoryu ha avuto l’occasione per prevalere, Chiyotaikai si è sottratto alla sua azione furiosa ed ha ribattuto con altrettanta violenza, inducendo lo Yokozuna ad alzare ancora di più il livello del combattimento. Allora, quasi inaspettatamente, è stato Chiyotaikai ad avere un certo vantaggio, ma ancora una volta i due rikishi si sono ritrovati a gareggiare sul piano del dinamismo fisico, nonostante fosse già trascorso un tempo che nel sumo non siamo abituati a riscontrare. Alla fine, Asashoryu ha provato a scardinare definitivamente le difese di Chiyotaikai con un’ultima carica rabbiosa, ma l’Ozeki ha eseguito la presa scorretta ai capelli ed è riuscito a rimanere in bilico sul tawara quel tanto che è bastato a far toccare terra per primo all’avversario. Asashoryu si è rialzato mentre l’arbitro decretava la vittoria di Chiyotaikai ed ha lanciato occhiate di fuoco verso gli shimpan, chiamando, di fatto, il mono-ii. Lunga discussione a centro dohyo e conferma della decisione iniziale. Asashoryu ha fatto capire che avrebbe voluto strozzare tutto il corpo arbitrale e gli addetti alle pulizie, però si è trattenuto ed è uscito di scena quasi senza salutare. Non invidio chi se l’è trovato di fronte in quei momenti.

Poco prima che l’uragano sopra descritto investisse l’arena, il pubblico aveva assistito alla resurrezione di Kotooshu ai danni di Hakuho. L’Ozeki bulgaro si è permesso il lusso di trattare il collega mongolo come un Maegashira di metà banzuke ed ha condotto il match come ha voluto. Pur andando entrambi in presa, si è visto subito che Kotooshu era in vantaggio e che aveva impostato la sua postura preferita, riuscendo facilmente a mettere in crisi le difese di Hakuho. Abbiamo rivisto il rikishi che l’anno scorso sembrava dover entrare nel firmamento del sumo, audace e determinato come non mai, ma l’Hakuho di oggi ha dimostrato di non saper interpretare il ruolo che tutti si aspettavano da lui. Kotooshu non è certo un rikishi imprevedibile e la sconfitta di Hakuho appare come una resa all’insostenibile tensione provocata dall’esasperante prova psicologica cui il mongolo si è dovuto sottoporre in questi giorni. La tsuna ha pesato tremendamente sul capo dell’aspirante Yokozuna. In queste condizioni avrebbe sofferto anche un match contro un Tamakasuga da chiamata d’emergenza (1-13).

La bella avventura di Ama si è conclusa contro il rigenerato Tochiazuma. Un sogno infranto, quello del giovane mongolo, al quale tributiamo comunque tutte le lodi in nostro possesso. C’era un barlume di speranza che Ama resistesse fino a domani, Asashoryu permettendo, ma il Tochiazuma della seconda metà del Torneo ha ritrovato parte del suo passato valore e non si è fatto sorprendere dall’agilità dell’avversario. L’Ozeki ha sostenuto con facilità il primo scambio di colpi ed è andato a vincere in scioltezza.

Kokkai ha raggiunto il traguardo minimo per rimanere nel Sanyaku battendo Kotomitsuki con prontezza e reattività. Lo score del georgiano non riflette in pieno i suoi meriti, secondo me, ed il match di oggi ha dimostrato che si trova più a suo agio con i rikishi che lo precedono in classifica. Kokkai ha preso subito le misure al Sekiwake e lo ha portato ad attaccare quando le sue spinte avevano già avuto l’effetto desiderato, vale a dire uno sbilanciamento in avanti che non poteva portare ad altro che all’hatakikomi conclusivo.

Miyabiyama ha colto l’ottavo successo del Torneo a spese di un Roho che non ha saputo chiudere il bout nel momento in cui si è trovato in chiaro vantaggio. L’attacco del russo è andato a vuoto ed il Sekiwake ha recuperato la posizione sul dohyo che gli ha permesso di prendere l’iniziativa. Le sbracciate di Miyabiyama hanno poi avuto la meglio sull’ultimo tentativo di resistenza di Roho.

L’ultima citazione è per Aminishiki, bravo e concreto per tutto l’Aki Basho. Oggi non si è smentito ed ha infierito su un Kisenosato confuso ed infelice. Mi è particolarmente piaciuta la ripetizione della tecnica che aveva già consentito ad Aminishiki di battere Hakuho.

Domani passerella finale ed ancora verdetti: saremo pronti a raccogliere ogni frammento del sumo che vedremo.

Buona domenica.