Seconda giornata

Quando accadono tante cose incredibili nello stesso contesto, come quelle viste oggi a Tokio, non si sa da dove partire nè a chi dare l’onore del proscenio. Se ieri le cosa bruttine erano state solo due, oggi abbiamo raggiunto il numero perfetto: 3 perle sul dohyo, tra cui un errore e due orrori. Partiamo dall’errore, anche per rispetto al rango di chi l’ha commesso.

Asashoryu ha affrontato Wakanosato dopo i mesi dell’esilio di quest’ultimo, ed il match si è sviluppato in favore dello Yokozuna: presa salda, aggiustamenti al mawashi e tentativo di oshidashi, con spinte che hanno fatto arretrare Wakanosato al confine con la sconfitta. Una spinta decisiva e… olpà, il gioco sembra fatto! Wakanosato resta miracolosamente lì a barcollare, ormai a pochi centimetri dalla resa, ma non esce, mantenendosi in un limbo largo quanto il tawara per lunghissimi attimi, mentre lo Yokozuna non si accorge di aver menato parzialmente a vuoto l’ultimo invito a lasciare il campo e si perde nell’inerzia colposa del gesto. Wakanosato si è scansato un poco, ha retto l’urto e si gode lo spettacolo di un Asashoryu in caduta libera. Beh, ci voleva questo imprevisto per animare una giornata povera di spunti tecnici. Lo Yokozuna ha sbagliato clamorosamente e ne paga le conseguenze, ma il pubblico resta interdetto: è un kinboshi, ma che si fa? Qualche cuscino vola, ma prevale l’incredulità e, forse, lo scherno. Asashoryu cade male e si rialza dolorante, con Wakanosato che l’aiuta, e la sua espressione lascia intendere che ha capito di aver combinato un bel casino. Ora deve di nuovo rincorrere, come a marzo, e senza altre amnesie: una gag basta e avanza.

La parte più dolente della narrazione riguarda Tochiazuma: se ritiene di entrare nell’Olimpo del sumo mediante queste prestazioni, è meglio che ci ripensi e si faccia un lungo esame di coscienza. Per quanto lo si voglia favorire, l’Ozeki non riesce proprio a smettere di essere lo stesso di sempre, perdendo malamente e svogliatamente contro Kotoshigiku. Se ieri Julien l’aveva paragonato ad un trattore, oggi lo possiamo ridefinire al massimo un tagliaerba. Poca vitalità, ancor meno irruenza e quel pò di spocchia che non lo abbandona mai. Ne vincerà 13 di seguito, magari, ma la sua caduta odierna farà storcere naso, bocca ed occhi allo YDC. Vederlo indietreggiare confusamente non è stato un bello spettacolo, ma Kotoshogiku si merita un plauso per la volontà dimostrata.

Su Kaio abbiamo detto quasi tutto, ma il limite della dignità sembra essere stato varcato irrimediabilmente. Miyabiyama ha maneggiato L’Ozeki decano a suo piacimento, lasciandoci un senso di vuoto ed una certa tristezza nel cuore. Così non si salva nemmeno l’onore, amici miei, e credo che le mie parole non feriscano più delle sconfitte a ripetizione che Kaio continua a somministrarci.

Corre spedito Hakuho, vincendo alla regola contro Asasekiryu, e si ripete Chiyotaikai, in un match fotocopia di quello di ieri.
Kotomitsuki regola Kisenosato, meno reattivo del solito, e Kokkai si gode un altro giorno positivo.
Perde Baruto, per la soddisfazione del Comitato appena costituito in suo sfavore, ma io persisto nella mia linea di difesa e nella scommessa fatta.

Tra le poche cose da salvare, c’è la prima vittoria di Robocop-Takamisakari, orgoglioso e festante, dopo il match: la sua verve farebbe comodo a qualcun’altro, a mio parere, ma la varietà del mondo è anche la sua bellezza, come si usa dire.

A presto.