Pre-Basho report

Quanto tempo è passato dall’ultima volta che avete visto un match di sumo? A me sembra un secolo, ma forse la mia percezione dello scorrere del tempo risente della demenza senile che mi aggredisce. Credo che la lunga pausa dalle vicende agonistiche abbia un pò arrugginito le nostre menti, facendoci dimenticare che siamo alle soglie dell’Haru Basho, punto di riferimento di tutte le storie di sumo che abbiamo letto in questi ultimi tempi. Dal banzuke abbiamo tratto pochi spunti, essendo ampiamente prevista la graduatoria dei rikishi, ma gli argomenti salienti non mancano; al contrario, ce ne sono anche troppi. Su tutti, probabilmente, aleggiano l’aspettativa delle promozioni e le alchimie regolamentari che le preannunciano.

Non passa giorno senza che lo Yokozuna Deliberation Council ed il Nihon Sumo Kyokai modifichino o correggano la loro impostazione della questione promozioni: Tochiazuma DEVE diventare Yokozuna, a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo. E’ questo, in sostanza, il pensiero espresso da YDC e NSK, con infinite varianti delle formule di promozione proposte quasi quotidianamente, come detto. Stiamo ripercorrendo il tragitto già segnato con Kaio tra la fine del 2004 e l’inizio del 2005, ma stavolta l’Ozeki candidato sembra poter mantenere le speranze del Giappone di avere un Grande Campione da opporre ad Asashoryu. Si legge, in maniera esplicita ed implicita, che un solo Yokozuna, per di più straniero, non è sostenibile dal sistema sumo; il pubblico chiede di tifare per un giapponese con la tsuna, ambizione legittima, e questo induce la dirigenza del sumo a produrre la miriade di ipotesi che potrebbero portare Tochiazuma a diventare Yokozuna con un semplice kachi-koshi!

Scherzi a parte, il duro regime di allenamenti del promesso campione viene seguito con molta attenzione, e la novità sta nel fatto che l’incentivazione all’interesse del pubblico è stata aumentata con la prospettiva della doppia promozione: quella di Tochiazuma, appunto, e quella di Hakuho, al quale potrebbero bastare 12 vittorie per essere Ozeki. Non sto inventando nulla, cari amici, anche se sembra che la febbrile attività degli organi direttivi del sumo stia raggiungendo la paranoia. L’ago della bilancia, a questo punto, diventa Asashoryu, colpito da un raffreddore che ne ha limitato gli allenamenti, e in apparente posizione di retroguardia. I conti saranno fatti sempre con l’oste mongolo presente, più o meno, dato che una sua performance mediocre andrebbe ad incrementare le ragioni oggettive dei rikishi in predicato di spiccare il gran salto. Altri potrebbero averne vantaggio, per esempio Roho e Kotomitsuki, fino ad giungere ad un livellamento dei valori che tranquillizzerebbe pubblico e dirigenti.

Hakuho è stato chiamato in causa per dare altri spunti d’interesse al Torneo, oppure le sue credenziali sono apparse inconfondibilmente adatte a soddisfare le necessità di YDC e NSK? Senza dubbio, il giovane Sekiwake mongolo ha fornito le ragioni per agganciare il treno delle promozioni, ma i conti non tornano: non si doveva attendere il numero di 33 vittorie in 3 Tornei, come tutti sanno, per diventare Ozeki? La lunga vicenda di Kotooshu ci ha fatto compagnia per tutto il 2005, ed ora Hakuho sembra poter usufruire di uno sconto inusitato, come se esistesse un CEPU del sumo (il nome ha qualche vago suono giapponese…). Hakuho non ha colpe, sia ben chiaro, ma cosa si sta cercando di fare, in realtà? Un comitato di resistenza oppositorio allo Yokozuna? Una falange in mawashi con lo scopo sociale di abbattere ogni rikishi che vinca 7 yusho consecutivi e che si chiami Asashoryu? C’è di che rimanere esterrefatti, ma se il fantasumo non è più solo un gioco di previsioni per appassionati navigatori, allora qualcuno dovrà spiegarci come mai le sacre e secolari norme di conduzione dell’apparato liturgico-sportivo sono in continuo stravolgimento.

Non so fino a che punto ci si possa spingere con la fantasia, ma resta il fatto che l’Haru Basho si annuncia come un transito obbligato e mai così atteso: e se vincesse Kotooshu? L’Ozeki bulgaro ha un ginocchio infortunato e si allena come un pazzo per riguadagnare il consenso dell’opinione pubblica, ma forse un pò di tranquillità, dopo l’ondata di gloria che lo ha visto protagonista, potrebbe giovargli. Nel suo carattere schivo e poco propenso alle spacconate, Kotooshu potrebbe trovare le giuste coordinate per strappare le prime pagine ai rivali tanto attesi, a patto di mantenere il controllo nei primi giorni e non perdersi in cervellotiche tattiche di ripiego. La regola che vuole un Ozeki neo-promosso in ombra alla sua prima uscita, è stata rispettata: è una sorta di contraccolpo meccanico, cui non è sfuggito il gigante bulgaro.

Per tutti gli altri rikishi, non presi di mira dai progetti anti-Yokozuna, l’appuntamento di marzo significa cercare le conferme alle prestazioni dell’Hatsu Basho scorso, magari con qualche colpo di prestigio. Dalle parti dei Maegashira, infatti, abbiamo tanti atleti
che ambiscono ad un risultato che li ponga stabilmente ai vertici, con l’ingresso nel Sanyaku, e tra questi possiamo evidenziare Kokkai ed Ama. Se poi saranno tanto bravi da destare l’interesse dei Grandi Capi del sumo, potrebbe uscirne una maxi-promozione di massa, con tsune distribuite nei supermercati…

Come avrete compreso, sono molto turbato da tutti questi “rumors” che ci stanno traghettando verso l’inizio della quindicina agonistica, ma ritengo che anche voi, italici samurai, abbiate constatato quale confusione regni in Giappone. Dalle nostre parti, basterebbe un’interpellanza parlamentare o un decreto legge, e tutto sarebbe sistemato: il sumo del terzo millennio è in affanno, miei cari, e la sola speranza che dobbiamo coltivare, è che i rikishi ci facciano divertire e trepidare per la loro bravura e la loro lealtà sportiva, pregando tutti gli dei del Giappone affinchè non emerga altro che il valore dimostrato sul dohyo.