Sesta giornata & dintorni

I miei impegni di lavoro mi hanno tenuto lontano dai commenti di questo abulico Kyushu Basho, ma ho potuto seguire comunque le vicende agonistiche, con furtive occhiate alle dirette dal Giappone ed i più comodi filmati di banzuke.com.
A dire il vero, e lo dico sempre, martedì sera ero a cena a Milano in compagnia di Julien, il quale non ha potuto esimersi dall’invitarmi in un ristorante giapponese, dove abbiamo discusso a lungo di sumo, coinvolgendo le cameriere del sol levante nel nostro amabile contraddittorio. Vi risparmio il resoconto delle nostre elucubrazioni, ma vi posso dire che quando abbiamo nominato Asashoryu, dopo una lunga serie di rikishi che incontravano il favore delle gentili figlie di Amaterasu, abbiamo riscontrato l’avversione nei confronti dello Yokozuna, sintomo emblematico dell’atmosfera che si respira in Giappone: gli spalti sono desolatamente vuoti e l’affetto del pubblico non ha un riferimento vincente, ora che Tochiazuma s’è ritirato e Kisenosato stenta a tenere il passo dei rikishi di alta classifica, manifestando il proprio impaccio dopo il buon exploit di settembre.
Gli applausi ritmati d’incoraggiamento a Kaio, alla seconda giornata, hanno spinto l’Ozeki verso un dignitoso 4-2, ma non è certo lui il rikishi del futuro.

Come al solito, le colpe del distacco dal sumo ricadono sul monarca Asashoryu, imputato a vario titolo di non saper incarnare il complesso modulo di raffigurazioni simboliche che incombono sul capo dello Yokozuna, di non rispettare l’intrinseco significato del rango che ricopre e di… vincere, vincere, vincere e basta, rilievo certamente marginale, agli occhi dei giapponesi: una posizione, questa, radicalmente fedele ai sacri canoni estetici e rituali del sumo, arte da vivere interiormente e con fiero disinteresse alle contingenti vicende del dohyo. I giapponesi sono, insomma, dei fondamentalisti teoretici che assistono ai Tornei più per osservarne l’aspetto liturgico e per controllare che i rikishi non trasgrediscano l’ortodossia che li vuole dei in terra, che per appassionarsi allo svolgimento dei combattimenti… specialmente quando a vincere non è un loro beniamino, aggiungo io con malizia.

Volendo trattare l’argomento in maniera decisamente europea, profana ed alla buona -sono una persona pane & salame, come direbbe qualcuno- mi vedo costretto a scendere dal cielo popolato da creature ultraterrene ed a tentare di fornire una blanda motivazione a coloro i quali, di solito, trovano avvincente ciò che avviene nella mistica circonferenza di quattro metri e cinquantacinque centimetri di diametro.
Inoltre, avendo trascurato il mio impegno nei vostri confronti, immagino che ne sappiate più di me, a proposito dell’andamento del Torneo, quindi riassumerò in fretta fatti e considerazioni.

Comanda Asashoryu, ancora imbattuto dopo sei giornate, il quale ha sostenuto dei bouts di minimo impegno, a parte il primo con Hakuho, e domani lotterà contro un Hokutoriki destinato alla retrocessione dal primo livello di Maegashira. Ho visto Asashoryu strattonare, sollevare ed atterrare i rikishi che si è trovato di fronte con molta concentrazione e badando bene a non commettere errori o disattenzioni di sorta, porgendo loro la mano al termine delle ostilità per ottemperare a quelle regole tanto curate dal Kyokai. Direi che la forma fisica sembra buona, frutto di un migliore allenamento, rispetto a settembre, e di una maggiore tranquillità nel gestire un Torneo che non gli ha riservato l’amara sorpresa iniziale dell’Aki Basho.

Gli avversari più prossimi sono Kotooshu e Kotomitsuki, entrambi con 5-1, mentre Chiyotaikai e Kaio hanno già due sconfitte a loro carico. Vero è che anche Tochinohana, Jumonji e Kasuganishiki sono sul 5-1, ma mi sembra difficile prospettare un loro arrivo al traguardo ancora così vicini all’eccellenza. Vedo più probabile un assestamento di altri rikishi che si trovano sul 4-2, come Hakuho e Tamanoshima, senza dimenticare Ama, sempre all’erta. Se non ci saranno scossoni imprevisti, e la storia recente è lì a ricordarcelo, non dovremmo avere particolari problemi a considerare i due Sekiwake come gli unici oppositori al regime mongolo imposto dallo Yokozuna, dovendoci aspettare scintille dagli scontri diretti.

Kotooshu ha beneficiato del ritiro di Tochiazuma per lanciarsi all’inseguimento del rivale estivo, ma non ha compiuto grandi imprese tecniche, fino ad ora, accennando di nuovo alla tattica del gambero; qualora mantenesse questo ritmo, però, metterebbe in seria difficoltà il comitato che deve giudicarne l’idoneità alla promozione tra gli Ozeki, dato che tutti hanno accennato, più o meno esplicitamente, ad una sua immaturità nel rivestire questa qualifica. Se il peso della responsabilità non gli risulterà insostenibile, come in altri frangenti, potrebbe smentire tutti ed intascare la consacrazione ad Ozeki per meriti incontestabili. Vedremo.

Sulla sponda giapponese dei Sekiwake, c’è un baldanzoso Kotomitsuki che vuole fare bella figura a tutti i costi e soppiantare gli altri suoi connazionali nel cuore dei tifosi, riuscendoci abbastanza bene, al momento. Ha perso il match con Hakuho perchè è stato condotto dal Komusubi mongolo sul piano delle spinte a distanza, terreno poco congeniale a Kotomitsuki, riscattandosi prontamente nel minuto e passa del bout molto più tecnico contro Iwakiyama. Per non parlare dello smantellamento operato ai danni di Ama, mortificato con un’esibizione di ottimo sumo. L’arcigno Sekiwake giapponese è calato in luglio (7-8) ed è risalito nell’Aki Basho di settembre (9-6): questa sua performance lo consolida, fin qui, alle spalle degli Ozeki.

E gli Ozeki, dal canto loro, balbettano un pò, a parte la splendida piroetta di Chiyotaikai nel match contro Kakizoe, spettacolare pezzo di bravura che conferma le note doti d’agilità del simpatico rikishi della scuola Kokonoe. Ma gli Ozeki sono gravati di due sconfitte e potrebbero ancora una volta essere superati dagli altri Sanyaku, nonchè da alcuni Maegashira, anche di taglio basso nel banzuke, e questo non è un buon consuntivo da presentare ai tifosi ed al Kyokai.
Kaio si è ristabilito quanto basta per stare dignitosamente in piedi, ma tutti gli augurano una decorosa uscita di scena, con gli onori che gli spettano di diritto. Sarei sorpreso e dispiaciuto di vederlo di nuovo rattoppato ed in affanno il prossimo anno. L’esperienza e la grande capacità di tenere il centro del dohyo non lo possono preservare a lungo nelle battaglie con i rikishi più atletici e rampanti. Kaio è un duro, lo sappiamo, e smettere definitivamente senza l’alloro della nomina a Yokozuna lo tormenta, da un anno a questa parte.

Hakuho e Tamanoshima hanno lo stesso score degli Ozeki, ma il Komusubi mongolo è in striscia vincente da quattro incontri ed il Maegashira 1 ha piegato Kaio, risultato comunque prestigioso. Potrebbero infilarsi ancora nella scia dei migliori secondi, se per il primato non ci sarà nulla da fare. Hakuho è rabbioso e meno tecnico del solito, innervosito dal brutto impatto delle prime due giornate, mentre Tamanoshima ha fatto belle cose, specialmente al tachi-ai.

Concludo citando l’orribile Dejima, ex-Ozeki alla deriva, e Kisenosato, poco reattivo nel salto di categoria.

Buon week-end a tutti.