Ottava giornata

Dato che nel sumo le gare si svolgono nell’arco di 15 giorni, la matematica non ci consente di fissare l’esatta metà del Torneo, a meno che non si voglia usare la stessa metodologia del bridge, in cui si considera 7 come la metà di 13 (ricordate Vittorio De Sica che tentava d’insegnare il bridge ad Alberto Sordi nel film “Il Conte Max”?).

Applicando lo stesso artificio, l’ottava giornata segnerebbe il passaggio alla seconda e decisiva parte dell’Aki Basho, ma unendola alla settima il discorso scorre meglio, secondo me, altrimenti non saprei come giustificare tutta questa manfrina che vi ho propinato per iniziare il mio commento… Insomma, ci avviamo ad un primo consuntivo e l’argomento iniziale è che Wakanosato si è ritirato a causa dell’infortunio occorsogli al termine della maratona contro Hakuho, a testimonianza di una preoccupante epidemia che ha colpito molti rikishi, da luglio ad oggi. Se per Kaio si è trattato di un ritiro annunciato, per il Sekiwake, e gli altri già usciti di scena, si dovrebbe parlare di uno stress fisico non abituale, per questi atleti.
Resta il fatto che abbiamo perso uno dei più convincenti protagonisti del Torneo, e questo provoca l’impoverimento del livello tecnico generale, a mio giudizio.

Venendo ai fatti di cronaca, il tricolore orizzontale della Bulgaria sventola alto nel cielo di Tokio, in quanto Kotooshu continua la sua corsa e comanda le operazioni con 8 vittorie e nessuna sconfitta, pur avendo sollevato l’indignazione di tanti esperti commentatori e dello stesso Yokozuna, il quale ha avuto parole di rimprovero per lo stile di lotta del Sekiwake bulgaro.
Gli si addebita una tattica troppo attendistica e non conforme alle sue ambizioni di diventare Ozeki, ma la risposta di Kotooshu è arrivata oggi, quando ha imbracciato il coraggio, che lo accusano di non avere, ed ha spinto Kyokushuzan fuori dal doyho senza interrompere la propria azione, nel primo match in cui, dicono, si sia mosso in avanti invece d’indietreggiare come un gambero e vincere in modo poco onorevole, sempre secondo i critici.

Avevo accennato a questa “querelle” nei giorni scorsi, e sono sicuro che molti di voi l’abbiano seguita attraverso internet, ma le dimensioni dello scontento sono tali da richiedere una riflessione dedicata.
Kotooshu ha fatto molto bene a Nagoya, sfiorando la grande impresa di arrivare al play-off con Asashoryu, ma ora sta facendo meglio, in termini di punteggio: purtroppo, ha cambiato radicalmente il proprio atteggiamento tattico ed il confronto con la sua performance di Nagoya lo prova palesemente, controllare per credere.
La polemica sulle sue vittorie in difesa si basa su questo punto, spingendosi ad una tale vivacità da rendere il prossimo match con Asashiryu una specie di duello da “far west”, per intenderci.

Ho compiuto un raffronto imparziale tra Nagoya ed i bouts di questi giorni, ed effettivamente qualcosa è successo, ma non riesco a comprenderne il perché, dato che, nel luglio scorso, Kotooshu ha vinto e perso con uno stile diverso da quello attuale, ivi compreso il match contro Asashoryu, in cui non avrebbe avuto scampo se non avesse lottato e preso l’iniziativa.
Potrebbe aver studiato a fondo i difetti dei suoi avversari ed averli costretti a commettere degli errori a suo favore, ma nel sumo risulta molto pericoloso subire sistematicamente un attacco e portarsi a bordo doyho per attuare un kimarite puramente difensivo, e poi, ad onor del vero, i suoi attacchi li comunque portati, e con successo.
Ritengo, pertanto, che sia esagerato svilire i meriti del Sekiwake europeo e che una certa responsabilità sia da attribuire alle circostanze contingenti che si creano in ogni singolo match, compresi gli errori dei rikishi avversari.
Certo, vedere così spesso esiti non spettacolari, e tecnicamente non paragonabili a quelli dei rikishi di grande fama, può irritare gli spettatori, ma finché Kotooshu continuerà a vincere dovremo accettare lo stato di fatto e metterci l’animo in pace: egli non è Asashoryu, né, tantomeno, Chiyonofuji, ma chi vorrà portarsi a casa la Coppa dell’Imperatore dovrà passare, letteralmente, sul suo corpo.
Prossimo match Kotooshu vs. Iwakiyama: stiamo a vedere cosa dirà il doyho.

Asashoryu, dal canto suo, vince ed osserva. In questi ultimi due giorni non ha dato adito ad appunti di sorta, sul suo comportamento agonistico, ma ribadisco che un briciolo di tensione la debba provare, stando sempre dietro a Kotooshu.
Ha superato le ultime due prove alla sua maniera e si è lasciato andare ad un sorriso maligno, oggi, dopo aver sfondato la Linea Maginot di Iwakiyama. Avrà pensato che non sia reale quello che sta accadendo e che se combatte così bene ed è solo secondo, le cose non stiano andando per il verso giusto, dal suo punto di vista. Lo scorso anno, di questi tempi, Asashoryu iniziava la sua rottura prolungata nell’Aki Basho 2004, che lo portò a chiudere malamente con 6 sconfitte: roba da togliergli il sonno!
Domani la Mongolia assisterà di nuovo ad un match fra due dei suoi corpulenti figli emigrati in Giappone, lunga ed articolata perifrasi per annunciare l’incontro tra lo Yokozuna e Kyokushuzan.

L’eroe dell’ottava giornata è Takamisakari: ha battuto Tochiazuma ed ha raccolto un mare d’applausi festanti da parte della folla, rimanendo, come sempre, in quella posizione che lo fa tanto assomigliare al robot dorato di Guerre Stellari, mi pare che si chiamasse D3PO (Julien approva con un sorriso). Si è trattato del bout più esaltante di oggi, come spesso accade quando c’è di mezzo Taka-Taka, conclusosi con un gesto tecnico che ha ribaltato la situazione di svantaggio in cui sembrava versare il nostro pazzo e miope rikishi di Aomori.

La medaglia, come sempre, ha una doppia faccia, e quella che riguarda Tochiazuma non è altrettanto piacevole: l’Ozeki contabilizza la seconda sconfitta di settembre e vede allontanarsi Bulgaria e Mongolia, oltre all’immancabile intruso giapponese.
Tochiazuma trova sempre il modo per rendersi incompleto agli occhi dei suoi tifosi; s’è probabilmente giocato un’opportunità essenziale per rimanere a contatto del top-scorer e cercare di aggiudicarsi lo yusho, cosa che non gli riesce da quasi due anni.
Non intendo ridurre i meriti di Takamisakari, ma l’Ozeki ha fatto proprio una brutta figura; ha ragione Alessandro a dire che Tochiazuma si perde sempre nel momento determinante, che “non morde” quando dovrebbe.

L’ho posposto per motivi di puro censo, ma Kisenosato è lì con Asashoryu, e dimostra di valere il 7-1 del suo score e tutte le cure che i media giapponesi gli stanno dedicando. Si trova ad un passo dalla promozione e chissà da cos’altro, se continuerà a vincere.

Una buona posizione la stanno mantenendo anche Ama, sempre molto bravo tecnicamente, Kotonowaka, Tamanoshima e Kyokutenho, tutti a far compagnia a Tochiazuma sul 6-2.

In natura vige il principio che nulla vada sprecato e tutto si rigeneri sotto altra forma, così anche nel sumo è accaduto che il forfait di Wakanosato abbia consentito ad Hakuho di rimettere un pò in sesto il suo score, fortemente compromesso nei primi giorni.
Oggi il giovane mongolo ha timbrato il cartellino contro lo spettro di Kokkai ed ha fatto un piccolo passo verso il kachi-koshi; peccato che non sia tra i papabili per lo yusho, ma anche Hakuho non è in perfette condizioni.

Vi saluto sapendo che il lunedì è sempre una giornataccia per tutti, anche se ho tentato di distrarvi per un pò da questo pensiero.

A domani.