Nona giornata

Se Asashoryu fosse nato in Italia, oltre che mangiare pizza e spaghetti, conoscerebbe i POOH, povero lui, e conoscerebbe anche la loro canzone intitolata “Chi fermerà la musica?”. Sarebbe facile, per noi, richiamarci a quel simpatico motivetto e parafrasarlo a nostro uso e consumo, adeguandolo alla necessità di dire qualcosa di spiritoso a proposito dell’Aki Basho: chi fermerà Kotooshu? Chissà se lo Yokozuna gradirebbe…Per sua fortuna, Asashoryu è nato in Mongolia, dove, personalmente, avrei preferito che fossero nati anche i POOH!

Battute a parte, la situazione è la seguente: Kotooshu 9-0, Asashoryu e Kisenosato 8-1.
In pochi, me compreso, avrebbero pronosticato che Kotooshu potesse arrivare a questo punto del Torneo senza sconfitte, ma il Sekiwake, polemiche o no, prosegue nel suo “percorso netto” e legittima di giorno in giorno la propria candidatura allo yusho.
Ho assistito alla sua odierna vittoria su Iwakiyama con la certezza che non avrebbe sofferto molto, ed è andata proprio così, con un tocco di padronanza che deve impensierire seriamente lo Yokozuna ed il suo attuale compagno di viaggio.
Avevamo lasciato il bulgarone in preda ai tormenti della sua coscienza, dopo il ko di luglio con Wakanosato, ed ora lo ritroviamo a dettare legge con la fermezza di un veterano, come se, in due mesi scarsi, la crisalide avesse liberato l’adulto, se mi passate la similitudine zoologica.

Dialogando con gli amici di sumotalk.com, punto di riferimento per chiunque voglia conoscere le opinioni di veri esperti del sumo, ho potuto mettere a fuoco tutti gli elementi di valutazione dell’impressionante cavalcata di Kotooshu, polemiche a parte, ed ho convenuto che, se non ci saranno incidenti di percorso, venerdì prossimo assisteremo ad uno dei match più attesi della stagione, dovendosi incontrare Asashoryu e Kotooshu, sempreché il calendario venga rispettato. Questo potrebbe sembrare banale ed ovvio, ma il ragionamento sottostante rimarca il fatto che solo con avversari di levatura superiore potremo sapere quanto vale Kotooshu, in quanto da Sekiwake è, per definizione, superiore a tutti i rikishi affrontati fino ad oggi.
Se ci riflettete e rivisitate tutte le immagini dei bouts vinti dal bulgaro, vi accorgerete che la cosa non ha nulla di offensivo, ma è nella natura stessa dei fatti sportivi, non solo nel sumo: Kotooshu è forte ed è in piena maturazione, ma appunto per questo deve essere messo a confronto dei suoi pari o degli Ozeki e Yokozuna, perché, lo ripeto, ha dimostrato di essere superiore al resto dei rikishi presenti nel banzuke, a Tokio come a Nagoya.
Del resto, potete andare a rileggere le mie note sul ruolino di marcia di Asashoryu a Nagoya e vi accorgerete che, fino alla fatidica ottava giornata, quando perse proprio contro Kotooshu, le sue vittorie erano scandite dalla routine, quasi noiosa, della manifesta superiorità, come in tanti altri casi analoghi.

Se nessuno la fermerà, la musica di Kotooshu diventerà il “Primo Concerto Bulgaro” per Sekiwake solista ed orchestra-banzuke.

Asashoryu, rispetto a ieri, non presenta alcuna variante: continua a vincere e rimane ad osservare. Anche oggi è salito sul doyho per la normale amministrazione relativa a Kyokushuzan ed ha tenuto in esercizio mente e muscoli. Aveva dichiarato, prima dell’inizio del Torneo, che Kotooshu era diventato forte e che aspettava la rivincita di luglio, ma credo che non si aspettasse di trovarselo davanti alla nona giornata, forse nemmeno alla tredicesima, se ciò avverrà.
Lo Yokozuna potrebbe subire un senso di frustrazione, alla lunga, e giungere al match della verità moralmente svantaggiato, rispetto al bulgaro volante. Si dice: “quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”, ma l’attesa diventa snervante e Kotooshu sembra saldo come la Rocca di Gibilterra, avendo imparato molto dall’errore commesso a Nagoya contro Wakanosato. Non che Asashoryu sia meno temprato agli eventi decisivi, ci mancherebbe altro; ha superato prove che il Sekiwake non ha ancora affrontato, nel corso degli ultimi anni, e l’Aki Basho lo vuole vincere a tutti i costi, visto che lo stop del 2004 gli ha negato di scrivere una striscia vincente di 10 Tornei consecutivi, un record che sarebbe stato leggendario.

Come avrete ampiamente compreso, in questi giorni mi sono messo ad indagare gli aspetti psicologici della questione, immaginando il diverso approccio che i due sfidanti hanno rispetto loro quotidiano impegno al Ryogoku Kokugikan di Tokio, ma non devo dimenticare che esiste un terzo incomodo, l’intruso Kisenosato, il quale, zitto zitto cacchio cacchio, si è agganciato al treno di testa e sbatte in faccia a tutti la spavalda baldanza dei suoi 19 anni.
I Giapponesi si coccolano questo fenomeno in mawashi come un dono inatteso, arrivato nel momento di crisi generazionale di tanti loro beniamini in parabola discendente, e Kisenosato li sta ripagando con un kachi-koshi molto precoce, rispetto al rango di Maegashira 16, e con l’aspettativa di emergere dal fondo del banzuke dopo una stagione di alti e bassi.

Non credo che Tochiazuma possa sperare ancora di trovarsi in lizza per lo yusho, ma non va dimenticato il suo onorevole 7-2, anticamera del kachi-koshi ( traguardo minimo per un Ozeki) e finestra di osservazione, per continuare con i termini immobiliari, delle eventuali stupidaggini altrui: hai visto mai che gli capiti di poter avere un’altra occasione per cercare di sfatare la sua fama di bello senz’anima? (perdonate i troppi richiami musicali, ma mi è venuta di getto…)

Tralascio altri Sanyaku e non, perché sono troppo distanti, e vi aspetto per le fasi calde del Torneo.

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