Onore ai vinti! Sono italiano, quindi europeo, e sebbene la distanza
tra Italia e Bulgaria sia notevole, in termini geografici, linguistici
e culturali, mi sono sentito orgoglioso di essere rappresentato, seppure
lontanamente, da un ragazzone bulgaro che ha rischiato di essere il
primo rikishi proveniente dalla Vecchia Europa a vincere un Torneo
di sumo.
Voleva piangere di rabbia, il gigante bulgaro, appena ha compreso di
aver perso l’equilibrio e di non poter contrastare la forza di gravità
che lo stava inesorabilmente attraendo verso il suolo. Una rabbia mista
al rimpianto di non essere rimasto lucido nel momento topico del Torneo,
con il traguardo lì ad un passo, liberando Asashoryu dall’incubo di
un play-off drammatico ed incerto, atteso da tutti come la degna conclusione
di un Nagoya Basho che ci ha regalato un crescendo di emozioni concentrate
in pochi e decisivi giorni.
Onore a Kotooshu, dunque, vincitore dell’Outstanding Performance Award,
al quale il grande Chiyonofuji ha rivolto parole di apprezzamento e
consolazione, dichiarando che il rikishi bulgaro avrà altre occasioni
per vincere. Detto da cotanto campione, sembra un viatico da cui trarre
gli stimoli per il futuro e poter smaltire in fretta la delusione per
quanto accaduto.
A seguire c’è Wakanosato, forte e spettacolare, il quale ha riacquistato
lo smalto perduto ed ha tenuto alto il livello di adrenalina dei giapponesi,
proponendosi come il difensore dell’orgoglio nipponico quando gli Ozeki
hanno dato cenni di cedimento. Se non fosse stato vittima di alcune
amnesie tecniche contro avversari più che alla sua portata, avrebbe
conteso allo Yokozuna il titolo e la gloria. E poi Wakanosato assomiglia
ad un mio zio molto caro e perciò mi è veramente simpatico!
Onore ai vinti, allora, perchè grazie a loro abbiamo assistito ad un
finale palpitante, anziché dover rubricare l’ennesima cavalcata trionfale
di Asashoryu e rinunciare all’incertazza del risultato con largo anticipo,
com’è avvenuto negli ultimi Tornei.
Ed ora diamo a Cesare quel che è di Cesare, come dicevano i nostri
padri latini.
Asashoryu, all’atto della vittoria decisiva contro Tochiazuma, si è
lasciato andare ad un gesto liberatorio, non conforme alle regole di
assoluta inespressività dettate dal ferreo codice del sumo, ma che
ha testimoniato tutto il suo desiderio di scaricare la tensione del
momento. Si è sentito sollevato, lo Yokozuna, ed ha potuto mostrare
tutta la grinta del campione vero, quello che fiuta l’inebriante profumo
della vittoria e non perde la concentrazione necessaria per raggiungerla.
Asashoryu sapeva che Tochiazuma non deve mai essere sottovalutato,
nonostante l’infortunio e lo score deludente, ed infatti il match è
stato vibrante e combattuto a ritmi elevati, come piace allo Yokozuna,
con la lotta iniziale per guadagnare le presa migliore e la difesa
della mawashi dalle mani dell’avversario; il primo attacco di Asashoryu
è stato respinto dall’Ozeki sul bordo del dohyo, rendendo ancor più
eccitante lo spettacolo offerto dai due rikishi. Ma Asashoryu è riuscito
ad assestare meglio la presa ed ha portato Tochiazuma di nuovo al limite,
con un’azione incessante e stilisticamente molto bella, compiendo lo
sforzo definitivo per spingere a terra Tochiazuma e proclamare la sua
soddisfazione per essere il primo, dopo vent’anni, a vincere 5 Tornei
consecutivi.
La vittoria di Asashoryu è avvenuta in un Nagoya Basho che all’inizio
non ci aveva entusiasmato, con lo Yokozuna quasi svogliato contro avversari
troppo arrendevoli e gli altri Sanyaku che si toglievano spazio a vicenda,
ma dopo la sconfitta con Kotooshu e, soprattutto, quella subita da
Kokkai, il tono agonistico è salito insieme a quello tecnico, mostrandoci
un Asashoryu finalmente costretto a difendere il primato con tutte
le sue risorse, comprese quelle caratteriali, ed il fatto che Kotooshu
lo abbia tenuto sulla corda fino a pochi minuti prima del suo ultimo
bout, dà un senso di conquista a questo 13° Yusho del campione mongolo.
D’ora in avanti, altri ancora cercheranno con più convinzione di spodestare
lo Yokozuna, e mi riferisco particolarmente all’incompiuto Hakuho ed
a Wakanosato, sempre che non risorgano gli Ozeki – tranne Chiyotaikai-
e Roho si ricordi di saper fare del bel sumo, come alla fine del 2004.
Insisto nel credere che Asashoryu detenga delle qualità uniche nel
sumo attuale e che il suo modo di combattere continui ad evolversi
unitamente agli sforzi degli avversari di contrastarlo, ma non è detto
che forza e fantasia tattica non possano arricchire il patrimonio tecnico-stilistico
di altri rikishi, così da regalarci un sumo più avvincente e meno monocratico.
Altri riconoscimenti sono stati assegnati ai protagonisti del Nagoya
Basho, a partire dal Fighting Spirit
Prize, vinto da Kokkai con pieno
merito, anche se il discorso fatto nelle righe precedenti lo riguarda
specificamente, in quanto la sola combattività non può bastargli per
raggiungere traguardi più alti. Kokkai ha esordito in maniera dirompente
tra i makuuchi, battendo ripetutamente gli Ozeki e facendosi letteralmente
largo nel banzuke a suon di spintoni, ma benché la sua foga taurina
gli abbia portato un kinboshi, lo penalizza contro avversari che ne
prevedono fin troppo bene il monocorde atteggiamento tattico. Meno
ceffoni e più acume agonistico, caro Kokkai, e forse certe potenzialità
troveranno il modo di realizzarsi.
Technique Prize a Futeno, che ho definito "tosto" e che non
mi ha deluso, come altri, cammin facendo. Futeno si è preso delle belle
soddisfazioni, superando Kaio, Chiyotakai, Hakuho e Wakanosato. Se
saprà capitalizzare queste affermazioni, potrà crescere ulteriormente
e rendere più concreto il suo sumo.
Stagnazione senza acuti per Kaio; il suo 10-5 finale lo mantiene nel
rango di Ozeki, ma sono in tanti a ritenere che a fine stagione egli
potrebbe ritirarsi a causa degli infortuni che gli impediscono di brillare
come un tempo.
Tochiazuma non è riuscito a far meglio di tanti Maegashira, anzi ha
fatto peggio di alcuni di loro. Ho avuto modo di criticarlo in diverse
occasioni, e questa aggiunge poco al mio giudizio negativo sul suo
ruolino di marcia. Gli ultimi suoi successi sono ormai lontani e le
forze emergenti possono spodestarlo dal ruolo do Ozeki molto presto,
se non farà qualcosa di meglio in futuro.
Promozione a pieni voti, invece, per Takamisakari,
con un 10-5 di grande
lustro ed ottenuto con alcune esibizioni davvero lodevoli. Gli vogliamo
più bene di prima, non è vero?
Bocciato, invece, un Kotomitsuki a corrente alternata: make-koshi già
acquisito da tempo, per lui. Stesso discorso per Miyabiyama, incapace
di restare Sanyaku e di contenere avversari abbordabili dopo aver battuto
anche Tochiazuma, Roho e Futeno.
Pessimi Kyokushuzan e Tamanoshima, eroi passeggeri in altre occasioni,
ma senza exploit a Nagoya.
Dei rikishi che hanno raggiunto il kachi-koshi in anticipo ho gia parlato
ieri, mentre Kyokutenho, Takanowaka, Takekaze e Hakurozan lo hanno
acquisito oggi, con merito.
Nei prossimi giorni svilupperò un commento a carattere più generale
sul Nagoya Basho, tenendo conto dei vostri contributi e delle vostre
osservazioni al riguardo, ma intanto desidero ringraziare infinitamente
Julien Buratto per la sua grande passione e per il suo ingrato lavoro
di correttore di bozze, nonché per la grande disponibilità che ha mostrato
nel rifinire la "casa italiana del sumo", come ho definito
il suo splendido sito, ogni volta che gli ho somministrato i miei reports.
Senza il suo costante incoraggiamento ed i suoi preziosi suggerimenti,
non sarei riuscito a completare il mio "lavoro".
La mia gratitudine si estende, con sincero affetto, a Simon Siddall
ed agli altri amici di sumotalk.com, che mi hanno consentito di mettere
i miei commenti a disposizione di tutti i lettori in lingua italiana
del loro insuperabile link internazionale.
Grazie a tutti voi che mi avete seguito e letto con indulgente spirito
sportivo.