L’ozeki Kotoshogiku Kazuhiro ha conquistato la coppa dell’Imperatore, aggiudicandosi l’Hatsu Basho 2016 fra la folla festante del Ryogoku Kokugikan.
Dopo un (lunghissimo) decennio, dunque, un lottatore nipponico torna ad aggiudicarsi uno yusho. Era infatti dal lontano Hatsu basho 2006, terzo titolo del talentuoso ozeki Tochiazuma, che i rikishi giapponesi non riuscivano ad arginare lo strapotere dei lottatori mongoli (Asashoryu, Hakuho, Ama/Harumafuji, Kakuryu, Kyokutenho ed il giovane Terunofuji), interrotto soltanto dalla vittoria del bulgaro Kotooshu nell’ormai lontano maggio 2008 e del grande ozeki estone Baruto, nel gennaio 2012.
Sembrava che questo 2016 dovesse essere l’anno della consacrazione di Terunofuji, erede designato della dinastia di yokozuna mongoli e pronto ad approfittare dell’inevitabile calo fisico di Hakuho, sembrava che le uniche speranze giapponesi, dopo la delusione Kisenosato, poggiassero sul giovane Endo, deciso a riscattarsi dopo gli ultimi passi falsi, e sull’eterna speranza Kagayaki, finalmente promosso fra i makuuchi e seguito freneticamente dai media sportivi sin da quando, appena 15enne, aveva dichiarato: “fra sette anni diventero’ uno yokozuna” (dichiarazione risalente, ahime’, a circa 7 anni fa…). Terunofuji ed Endo, pero’, sono stati costretti al ritiro, vittime di infortuni, e Kagayaki ha mostrato tutti i suoi limiti di fronte ad avversari piu’ esperti.
E’ stato invece il vecchio Kotoshogiku, classe 1984, a riportare “a casa” la coppa dell’imperatore: dopo una lunga carriera fatta di solidita’ e costanza, ma priva dei guizzi del campione, l’ozeki ha finalmente piazzato la zampata vincente.
Il consueto sumo di avanzamento di Kotoshogiku, che abbiamo spesso criticato per la sua montonia, si e’ infatti perfezionato negli anni ed e’ ormai quasi privo di difetti. La padronanza con cui si alternano Yotzu-sumo, in un affascinate stile “old school”, e Oshi-sumo e’ fuori discussione, come dimostrano il possente yorikiri vincente su Kakuryu alla 10ma giornata ed il potentissimo oshidashi su Hakuho alla 11ma, impreziosito dalla velocita’ con cui l’ozeki ha liberato il braccio destro dalla morsa dello yokozuna per piazzare la spinta decisiva.
Il vero capolavoro, pero’, e’ arrivato alla 12ma giornata, con la grande vittoria su Harumafuji, capace di resistere alla canonica avanzata di Kotoshogiku, ma sorpreso dal rapido cambio di equilibrio e dal perentorio tsukiotoshi finale (ripetuto, quasi identico, alla 15ma giornata con Goeido).
Dopo le tre vittorie consecutive sui tre yokozuna, Giku ha perso un po’ di concentrazione ed ha subito l’unica sconfitta del torneo, ad opera dell’ottimo Toyonoshima (12-3 il suo score finale), ma ha saputo reagire da campione, conquistando le vittorie decisive su Tochiozan e Goeido.
Complimenti a Kotoshogiku quindi, ma anche alla sua scuola, la Sadogatake, che, dopo Kotomitsuki e Kotooshu, e’ riuscita a conquistare un altro titolo ed a confermarsi come una delle Heya migliori degli anni 2000.
Sinceramente, non penso che Giku possa aspirare alla tsuna e possa ripetersi al prossimo Haru Basho, ma la porta per l’ascesa al titolo di yokozuna e’ aperta e la forma non ottimale di Hakuho sta lasciando un varco importante, concedendo ghiotte opportunita’ ai rikishi piu’ solidi…vederemo chi sapra’ approfittarne.
Chiudo questo mio breve post augurando a tutti voi un magnifico 2016 di sumo, con l’impegno di tornare a seguire con maggiore continuita’ le tappe dell’honbasho!