Dopo due anni di scandali, radiazioni, ritiri eccellenti, insomma di eventi legati al codice penale e poco edificanti, a Nagoya il sumo dell’era di Hakuho, unico ed eccellente dominatore di questi due anni, è tornato a farci respirare l’atmosfera della sfida serrata, quella che mancava ormai da troppo tempo. Gli attori sono sempre figli di quella Mongolia che sembra aver generato così tanti talenti da rendere vana ogni possibile rincorsa al vertice da parte di qualunque altra etnia, mortificando gli sforzi dei nipponici padroni di casa.
Di questo passo, ogni cinque-sei anni emergerà un giovane capace di allontanare ancora di più il Giappone dalla riconquista della tsuna.
Nagoya ci ha restituito la rivalità che cercavamo, quella che potrebbe rivitalizzare il sumo dei prossimi anni; Harumafuji ha controllato a suo piacimento il Torneo e battuto Hakuho in modo netto, candidandosi alla promozione che molti davano per impossibile, ma che in tanti speravamo potesse essere alla sua portata. L’Aki Basho potrebbe essere già la meta, ma non dimentichiamoci di quanto sia stato arduo ripetersi, Yokozuna a parte, negli ultimi anni. Come ho ricordato in coda alla chiusura di Nagoya, dal 2002 ad oggi solo Haruma-Ama ha saputo fare il bis contro gli Yokozuna dominanti, cosa davvero rimarchevole e che depone ancor più a favore della scuola mongola (strano che non ne abbiano aperta una a Ryogoku).
Le previsioni sono spesso smentite, perciò potremmo usare la statistica ed inquadrare i due grandi avversari di Nagoya attraverso i loro principali kimarite di Nagoya. Harumafuji ha vinto con 6 yorikiri (1 vs Hakuho), 3 oshidashi e 2 uwatenage; Hakuho ha piazzato 4 yorikiri, 2 oshidashi, 2 uwatenage e 2 hatakikomi. Siamo nella media di quasi tutti i Tornei, ma gli scontri diretti hanno avuto spesso, anzi spessissimo, altri esiti: negli ultimi anni, lo yorikiri è risultato il kimarite meno usato nei bouts incrociati tra Asashoryu, Hakuho ed Ama-Haruma. L’Aki Basho confermerà questa tendenza?
Devo dire che il banzuke non svolge più quel ruolo di selezione che dovrebbe essergli proprio ed assegna spesso ranghi non conformi alle reali qualità dei rikishi, ma questo è il classico caso in cui causa ed effetto si rincorrono fino a confondersi tra loro. Già i Sanyaku inferiori faticano a trovare stabilità, figuiriamoci i Maegashira superiori; il vortice delle
promozioni-retrocessioni si fa sempre più veloce ed i pochi in grado di lottare per salire gradualmente vengono bruciati al primo impatto con le alte gerarchie dei Makuuchi. Qualcuno, come i salmoni più forti, sta cimentandosi in una dura battaglia controcorrente e spero, come voi, che riesca a trovare quel poco di stabilità nella progressione.
Infine, ma solo per modestia di ruolo, permettetemi di esaltare il nuovo sito, frutto del costante impegno di Julien e della strenua insistenza del sottoscritto, coadiuvati dai decisivi apporti di Marco Di Donfrancesco e Marco Miceli, veri propulsori del new look. Ma il nuovo progetto prevede anche tanta sostanza in più, con contributi che andremo a realizzare nel tempo e che riteniamo all’altezza delle vostre esigenze.