L’addio di Kaio

La gerarchie del sumo sono state di nuovo depredate dall’inesorabile scorrere del tempo: anche Kaio, il Decano, ha dovuto rassegnarsi ad un ritiro che rimandava da diversi Tornei, e finalmente ne sappiamo il motivo. Ciò che teneva in condizione l’Ozeki più amato del Giappone era la speranza di battere il record assoluto di vittorie di Chiyonofuji, primato che Kaio ha voluto strappargli per compensare la mancata promozione a Yokozuna. Kaio ha collezionato 1047 vittorie, due in più del Lupo, giungendo ad una pensione meritata e ricca di onori.
Abbiamo già dedicato una monografia a Kaio, ma le parole che voglio indirizzargli vanno oltre le gesta sportive. Credo che, in questi anni così controversi, il sumo abbia avuto ancora una grande presa sul pubblico grazie alla presenza di un rikishi come Kaio, serio fino all’austerità e legato alla più radicata tradizione nipponica. Kaio il Montagnoso, l’artista dell’uwatenage, l’ultimo legame tra Takanohana ed Hakuho, ha combattuto contro Akebono e Musashimaru, ha sostenuto l’urto di Asashoryu ed ha regalato ai Giapponesi 5 yusho di grande spessore tecnico ed agonistico.
Dopo l’uscita di scena di Musoyama, Tochiazuma e Ciyotaikai, anche l’ultimo dei Grandi Ozeki giapponesi abbandona il dohyo al termine di una carriera prestigiosa e che gli ha garantito l’affetto perenne dei suoi innumerevoli fans.