Amarezza e delusione

Eccomi qua risorgere (temporaneamente) dalle mie ceneri lavorative per compiere il mio “dovere” (al quale l’Amico Pierfranco spesso e simpaticamente mi richiama) e cercare di aggiungere un mio (tardivo) contributo a commento dell’Haru, quando siamo ormai alle soglie del Natsu.
Confesso che, a differenza di Pierfranco, non sono stato in grado di trovare un unico “sostantivo-simbolo” di questo “strano” Haru 2007. Il cuore prevale infatti in me sulla mente e non riesce a liberarsi delle due emozioni che lo hanno (al momento indelebilmente) marchiato: amarezza e delusione.
Questo Haru ha infatti per me l’amaro sapore di un sogno spezzato per un confronto che poteva essere fra un Serse ed un Leonida ma che, nei fatti, non lo è stato!

Inutile dire che non mi aspettavo una conclusione come quella cui abbiamo assistito. Non giustifico ma posso accettare l’henka di Asashoryu; stesso atteggiamento avrei avuto per un eventuale simile comportamento da parte di Hakuho nel corso dei bout regolari della 15a giornata.
Troppo importante per entrambi i sekitori arrivare al Playoff, così tremendamente importante da giustificare anche un’eventuale condotta “disonorevole”. L’Ozeki mongolo aveva infatti l’occasione giusta per riprendere la scalata alla tsuna; lo Yokozuna quella per versare pece bollente e letale sull’avversario che stava assediando la “cittadella”.

La collocazione del confronto diretto alla penultima giornata trova, a mio modo di vedere, la sua (e suppongo quella del Kyokai) spiegazione nell’esigenza di non voler mettere in scena due volte nello stesso giorno un confronto che avrebbe probabilmente riproposto (nel caso si fosse ripetuto) lo stesso risultato finale.
Una vittoria dello Yokozuna nel confronto diretto avrebbe infatti messo Hakuho in una tale condizione di inferiorità psicologica da rendere praticamente inutile il Playoff. Comprensibile quindi la decisione di anticipare alla 14a per consentire un eventuale (in caso di sconfitta) recupero mentale all’Ozeki.
Recupero che poi nei fatti non c’è comunque stato. Sono infatti convinto che Hakuho abbia volontariamente scelto di evitare un confronto nel quale lo vedevo (e probabilmente si vedeva) sfavorito, visto come erano andate le cose il giorno prima.
Sinceramente fatico infatti un po’ nell’attribuire oggettività alle acutissime e pregevolissime considerazioni di Mike Weseman sul confronto diretto della 14a giornata, rivendicando dalla mia l’attenuante del noviziato (e della pigrizia nell’uso approfondito della moviola).
Non riesco infatti a credere che una combine così ben articolata, abbia poi potuto produrre un finale così “scalcinato”. Difficile ipotizzare che i due attori della 14a giornata non potessero riproporre un altrettanto efficace “teatrino” nel corso del kettei-sen, invece di lasciarsi andare ad un insipido henka.

Ho ritenuto sincero ed autentico il sorrisetto sardonico che Asashoryu si è scolpito sulla faccia mentre rimuoveva dalle manone i residui di dohyo, segno tangibile della sua inopinata sconfitta. Sorrisetto che valeva più di una reprimenda, sorrisetto che potrebbe essere molto più che un’avvisaglia di quello che sarà d’ora in poi.
L’Ozeki mongolo non ha certo scelto il sentiero migliore per la vetta della tsuna, di sicuro il meno impervio, ma non certo il migliore! Credo sia opinione comune che presto ci ritroveremo con un diumvirato mongolo, ma il dubbio su con quali armi d’ora in poi si misureranno i due probabili Yokozuna resta molto elevato. Inevitabili (almeno per me) l’amarezza e la delusione …