Esistono gli UFO? C’è vita su Marte? Quando ero bambino e l’esplorazione del cosmo muoveva i primi passi, con le missioni russe ed americane a farci sognare un futuro da astronauti, queste domande dominavano le discussioni tra scienziati e davano lo spunto agli scrittori di fantascienza ed a David Bowie. Oggi sappiamo molto su Marte e gli altri pianeti del nostro sistema solare (non molto, in realtà, su David Bowie…), ed abbiamo le idee chiare sugli UFO, ma un’altra domanda ci toglie il sonno: esiste un secondo Yokozuna in Giappone? La risposta non è semplice. Alcuni studiosi avevano annunciato una grande rivelazione, pochi giorni fa, ma le prove sperimentali e le ricerche di laboratorio non hanno avuto esito. Si era parlato di un’imminente scoperta ed era stato diffuso un comunicato che palava di un mongolo allertato per la scelta dello stile da adottare, ma tutto è stato messo a tacere. Da indiscrezioni raccolte per vie traverse, ma di una certa attendibilità, risulta che sia stato aperto un X-File sull’argomento e sembra che ci sia stato un avvistamento collettivo, dalle parti di Nagoya. Io l’ho visto, ve lo giuro, ma non voglio passare per un visionario in cerca di celebrità. Se non ci credete, leggete l’ultima puntata del racconto che ho scritto in questi giorni per voi.
Doveva essere il Torneo di Hakuho e della sua consacrazione nell’Olimpo del sumo: è stato, invece, il Torneo di Asashoryu, salito sul dohyo di Nagoya con il gomito destro in via di guarigione e molti dubbi sulla tenuta fisica. L’ultimo atto del Nagoya Basho ha ribadito un concetto ormai chiaro come il sole che ci sta soffocando: esiste un banzuke ed apprezziamo molti dei rikishi che lo compongono, specialmente i Sanyaku, ma il sumo dei due protagonisti del match finale e dell’intero Torneo è ben altra cosa.
La storia dei bouts tra Asashoryu ed Hakuho è costellata di prodezze reciproche e vittorie strappate con grande impegno; il successo di Hakuho di domenica scorsa ha scritto un’altra pagina di grande sumo, in cui abbiamo colto la bellezza intrinseca di questo sport. Agonismo, tecnica e forza fisica hanno disegnato un confronto che ha visto Hakuho prevalere dopo un lungo scambio di attacchi e risposte. Asashoryu ha preso immediatamente il comando delle operazioni ed è entrato nella difesa di Hakuho con una serie di movimenti rapidissimi e tesi allo sbilanciamento, operazione quasi riuscita, per poi andare stabilmente in presa. I due rikishi mongoli si conoscono a memoria, ma Asashoryu ha colto di sorpresa Hakuho con un sollevamento quanto mai spettacolare, facendo temere una conclusione plateale e letteralmente inusuale, nei loro confronti. Lo Yokozuna si trovava però in posizione troppo centrale, all’interno del dohyo, per cui il tentativo di tsuridashi non ha avuto seguito, consentendo ad Hakuho il ripristino della situazione per lui ideale, vale a dire la presa al mawashi con la mano destra e la possibilità di spingere uno Yokozuna leggermente affaticato. Non c’è stato calo di ritmo, solo una fase di ricerca del miglior modo per sferrare l’attacco, con piedi e braccia in continuo movimento frontale e laterale. Hakuho ha avuto il sussulto vincente ed è riuscito a portare lo Yokozuna in arretramento, con una vigorosa trazione integrale che ha costretto Asashoryu a tentare di resistere in appoggio al tawara, condizione retta fino al conclusivo affondo dell’Ozeki. Asashoryu è caduto ed Hakuho gli è finito sopra, come sempre avviene in questi casi. Lancio abbondante di cuscini, compreso quello di Julien, e gioia immensa per Hakuho: è stato in quel momento che tutti i presenti, e gli spettatori telematici, hanno visto il secondo Yokozuna sul dohyo!
Credetemi: la decisione contraria alla promozione di Hakuho mi ha davvero contrariato. Posso solo immaginare che il pretesto del mancato playoff sia servito a mascherare un dietrofront dettato da altre motivazioni interne allo YDC. Se la promozione era stata annunciata come quasi certa due giorni prima, non capisco perchè il ripensamento sia giunto pochi minuti dopo la fine del bout vinto da Hakuho. Forse ha influito negativamente il doppio infortunio occorso a Tochiazuma e Chiyotaikai, per cui le vittorie conseguite nei loro confronti possono essere state giudicate meno importanti e conclusive, oppure si è ritenuto che l’Ozeki abbia superato con eccessiva difficoltà alcuni avversari, ma il 13-2 di Hakuho era l’obiettivo proclamato da mesi e la vittoria su Asashoryu sembrava dovesse perfezionare l’iter della pratica. Così non è stato. Le due sconfitte erano state accettate a priori, Hakuho è giunto secondo battendo Asashoryu e, soprattutto, ha combattuto da Yokozuna: peccato.
E’ stato il Torneo di Asashoryu, presentatosi alla premiazione raggiante. Ha vinto lo yusho compiendo un percorso senza sbavature ed imponendosi con grande carisma. I suoi primi impegni sono stati assolti con studiata rapidità, onde prevenire eccessive sollecitazioni al braccio infortunato. Una volta capito di avere il titolo in tasca, Asashoryu si è comportato saggiamente, dosando le proprie energie con molta maturità ed esperienza. La trasparente agilità con cui si è portato in zona di sicurezza potrebbe aver influito addirittura sulla mancata promozione di Hakuho, inducendo gli organi deliberanti del sumo alla considerazione che lo Yokozuna abbia combattuto così bene da non rendere possibile alcun paragone con il promesso-promosso. E’ una mia illazione senza pretese e potrebbe essere causata dai peperoni che non ho digerito ieri sera, però qualche idea sul sumo me la sono fatta, in questi anni, e ritengo che il ragionamento sia compatibile con il sistema giudicante giapponese.
Piccola rassegna degli altri bouts.
Qualcosa è volato sul dohyo di Nagoya intorno alle 10,25 italiane. Vi ricordate l’incipit delle avventure di Superman? La gente osservava per la prima volta il supereroe ed esclamava: “E’ un uccello? E’ un aereo? No, è Superman!”. Nel nostro caso si trattava di Chiyotaikai, fatto planare da Kaio in maniera circense. Un ribaltamento inaspettato e quasi coreografico, più da wrestling che da sumo. I due Ozeki hanno concluso con un 9-6 in linea con le loro usuali prestazioni.
Tochiazuma ha raccolto il kachi-koshi e poi non ha fatto altro che perdere, menomato dall’infortunio. Kotooshu lo ha battuto impostando il tachi-ai con un leggero ritardo e combattendo come un Ozeki: esiste un kachi-koshi più premeditato?
Miyabiyama e Tamanoshima hanno dato vita ad un confronto a viso aperto, serrato e gradevole. Vittoria per lo Sceriffo, il quale raggiunge il 10-5 sperato senza ottenere la promozione. Anche per lui rinvio a settembre, come gli esami di riparazione dei miei tempi.
Roho si è pentito pubblicamente ed ha chiesto scusa per l’intermezzo da Rambo-san. Agguanta il kachi-koshi nonostante la sospensione dal Torneo e promette più disciplina ed osservanza delle regole rituali.
Baruto ha battuto Kisenosato tornando a fare qualcosa di buono. Si è detto dispiaciuto per la scarsità del suo sumo. Scuse accettate con riserva. Kisenosato trattiene a stento il grado di Komusubi.
Takamisakari chiude col make-koshi in un palazzo festante: cosa sarebbe il sumo senza di lui?
Tochinonada ha battuto Kokkai con qualche dubbio interpretativo. A mio giudizio un mono ii non avrebbe scandalizzato nessuno.
Bel match tra Ama e Takekaze. Per il mongolo solo applausi, a Takekaze un 9-6 confortante.
Altri momenti piacevoli sono stati i bouts tra Iwakiyama e Toyozakura, con il primo che ha chiuso 9-6 e combattuto discretamente, e tra la matricola Daimanazuru e l’esperto Tosanoumi, il quale ha vinto con sforzi ansimanti.
Vi lascio nella speranza che possiate godervi le vostre vacanze e continuare a seguire il sito: ci sarà tanto da vedere e da leggere.