La notizia del giorno già la conoscete: Asashoryu è fuori dai giochi, con un gomito infortunato ed il morale a terra. Sembra che lo Yokozuna non abbia voluto farsi visitare nell’ambulatorio del Kokugikan ed abbia manifestato tutta la sua rabbia per l’accaduto, a giudicare dalle urla che provenivano dal suo spogliatoio. La stecca di ieri ha quindi un prezzo salatissimo e la beffa si unisce al danno, visto ciò che è accaduto oggi sul dohyo.
Per la prima volta mi trovo a commentare un Torneo senza lo Yokozuna, esperienza che potrebbe rivelarsi molto accattivante e che porterà ad una parentesi agonistica tutta da seguire. Ora tutta l’attenzione si sposta su Hakuho, al quale non poteva capitare un’occasione migliore per concentrare su di sè tutta l’attenzione del pubblico e degli osservatori: tutto il resto fa parte del racconto che vado ad iniziare (se la smetto con i preamboli…).
Dopo due Tornei da vice-protagonista, e con qualche rammarico, Hakuho ha finalmente la possibilità di portare a compimento il suo sogno, ma è bene rimarcare che il nuovo Ozeki era tra i favoriti anche senza lo stop di Asashoryu, come tutti sappiamo, e sembra che questa dimensione sportiva e psicologica non lo disturbi affatto. L’impegno di oggi era delicato, trattandosi di un derby mongolo, ma Hakuho ha preso subito le distanze da Kyokutenho ed ha saldamente portato la sua micidiale presa centrale al mawashi con la mano sinistra (quella non presente nel sibillino match con Kaio a marzo, per intenderci), che gli ha permesso di impostare il confronto alla sua maniera. Kyokutenho ha cercato il rilancio, ma Hakuho non ha fatto altro che accomodare meglio il suo grip ed accompagnare il connazionale all’uscita. Lo score dice 3-0 e primato parziale insieme a Chiyotaikai, Miyabiyama ed Hakurozan; domani la sfida sarà con l’emergente Kisenosato, al quale sembrano aggrapparsi le speranze giapponesi di non subire altre umiliazioni.
Forza, tecnica e tranquillità: Hakuho deve navigare seguendo le semplici regole del successo già percorse dal Grande Assente.
Ieri avevo declassato Tochiazuma da trattore a tagliaerba, oggi lo devo ulteriormente squalificare a macinino. Se nello scambio corrente di mail con gli amici d’oltreoceano, sia ad est che ad ovest, già ieri il commento diffuso e condiviso era “Cosa diavolo combina Tochiazuma???”, la prestazione di oggi ha lasciato a bocca aperta tutti quanti, almeno fino a quando lo stupore non ha lasciato posto al dileggio (e mi sto sforzando di usare una terminologia non offensiva, come avrete compreso).
Tochiazuma si è trovata servita su un piatto d’argento la tsuna e, come se non bastasse, Asashoryu ha fatto harakiri, ma continua a combattere in maniera molle, svagata ed ingenua: un Ozeki in odore di promozione non può offrire un doppio spettacolo come quelli di ieri ed oggi. Anzi, lo definirei avanspettacolo. Dov’è finito il macinatore implacabile che aveva convinto tutti i Giapponesi di essere pronto per il ritorno in patria del massimo onore tributabile ad un rikishi? Non ve n’è traccia, sul dohyo di Tokio ed il match di oggi ha dimostrato quanto Tochiazuma sia incerto e fuori cognizione. Ha provato a spingere fuori Asasekiryu, dopo il tachi-ai, ma la sua azione non aveva la necessaria brillantezza per concludere lo yorikiri, così il Maegashira mongolo ha trovato la scappatoia alle grinfie dell’Ozeki e si è tolto agilmente dall’imbarazzo del borderline costituito dal tawara, la striscia di paglia che delimita la circonferenza di gara, liberandosi dalla presa e dal pericolo con un bel movimento elusivo, lasciando di stucco l’inconcludente Tochiazuma. A mettere la ciliegina sulla torta ci ha pensato l’insano Ozeki, facendosi abbattere più dalla sua sconsiderata tattica d’assalto che dalla reazione di Asasekiryu, cui si leggeva in faccia la sorpresa per l’epilogo del bout. Una tochiazumata, per coniare un neologismo appropriato all’evento, che fa il paio con quella di ieri: in totale 1-2 ed altre tredici giornate di sofferenza per l’Ozeki e per noi che lo osserviamo, se continuerà a propinarci questo sumo di basso profilo.
Altro imputato chiamato a difendersi dall’accusa di scarso rendimento è Kotooshu, strapazzato da Wakanosato ed incapace di reggere lo stress della celebrità. L’ Ozeki europeo non esprime più il sumo del suo momento magico, infortunio o no, e la sua forma lascia a desiderare. Ha provato a portare un attacco immediato al tachi-ai, cosa contraria alle sue abitudini stanziali, ma davanti a lui c’era un rikishi di grande esperienza e malizia, tornato a lottare con i migliori del banzuke ed autore del balletto a fil di tawara che è costato il ritiro ad Asashoryu. Cosa avrà indotto Kotooshu a gettarsi a testa bassa verso Wakanosato come il peggior Kokkai? Non lo sapremo mai, ma sappiamo che la distanza con Hakuho e gli altri leaders sarà un solco profondo e difficile da superare se l’assetto tattico non cambierà subito. Wakanosato ha facilmente abbattuto Kotooshu con un sukuinage pregevole quanto scolastico, a quel punto, e l’espressione depressa dell’Ozeki era lo specchio dei suoi tetri pensieri. Solo un avvenimento molto improbabile potrebbe riportare Kotooshu in linea di galleggiamento, ma il bulgaro non mi pare all’altezza di emulare Asashoryu ed il suo straordinario inseguimento di settembre.
Kaio chiude il terzetto degli Ozeki in affanno, anche se oggi ha vinto il suo match contro Ama. La rivelazione mongola non ha iniziato bene il Natsu Basho, dovendo misurarsi con l’elite del banzuke, ma contro Kaio mi aspettavo da lui una prova migliore. L’Ozeki lo ha superato di potenza, elemento che fa difetto al mini-Komusubi, e così Ama si ritrova con uno 0-3 che lo costringerà a fare miracoli, d’ora in poi. Kaio si lecca le ferite e stringe i denti nella speranza di racimolare altre sette vittime sacrificali che gli evitino il make-koshi. Altro non dico.
Chiyotaikai sorride beato e vincente: 3-0 e l’orgoglio di stare al passo con Hakuho non sono poca cosa, di questi tempi. Finchè durerà. Stesso concetto per Miyabiyama ed Hakurozan, bravi ed incisivi.
Ha vinto e divertito Takamisakari, ha vinto ma non convinto Baruto: agli altri non dedico una riga.
Sayonara.