Pre-Basho report

La presentazione del Natsu Basho potrebbe avere questo titolo: missione possibile. Mi riferisco ai vari traguardi che sono nei desideri dei rikishi più in vista: Asashoryu vuole prorogare la propria legislatura, Tochiazuma cerca il quorum per la promozione, Hakuho aspira al primo yusho e Kotooshu spera di tornare a combattere ai livelli dello scorso anno. Per non dire delle ambizioni di Kisenosato, giovane e concreta stella nascente, e di Baruto, outsider annunciato. Potremmo aggiungere anche il debutto di Ama nel Sanyaku e la voglia di riscatto di Wakanosato, per chiudere il cerchio, ed otterremmo il grand’angolo dei protagonisti annunciati.

Come sempre, il punto di riferimento rimane lo Yokozuna. Non sta marciando ai livelli record del 2005, ma sappiamo che strappargli la leadership del sumo non è cosa facile; a 25 anni, ha già 16 yusho in bacheca, la metà del leggendario Taiho, e non concede più di 2 sconfitte nella maggior parte dei Tornei. Gli avversari devono fare meglio di lui, sempre, oppure coalizzarsi e sperare di sfiancarlo per portare a termine la detronizzazione. Asashoryu ha vacillato, è stato seccamente sconfitto da Hakuho, ha affrontato sfide decisive ed ha corso dei rischi, ma ha risposto alla grande e si è arroccato sulla sommità del banzuke; dei tanti attacchi che gli sono stati portati, quello di Hakuho sembra essere il più credibile, quello più atteso e robusto.
Asashoryu sa che stavolta il pretendente ha i numeri per regnare al suo fianco e l’ha ammesso esplicitamente; il dualismo mongolo potrebbe consolidarsi proprio a Tokio, a meno di clamorose sorprese. Se le cose andranno come ci aspettiamo, assisteremo ad una serie di incontri infuocati nelle ultime giornate, quando lo Yokozuna affronterà tutti gli Ozeki. Non mi stupirei se la reazione di Asashoryu fosse esemplare, tanto da vincere lo yusho nettamente, perchè il gioco duro gli si addice ed il verbo “abdicare” non è presente nel suo vocabolario… non ancora, almeno.

Forte della promozione acquisita, Hakuho ci dirà presto quanto ha imparato dalla sconfitta di Osaka: non può e non deve più sbagliare, poichè per scalare l’ultimo tratto del banzuke bisogna essere saldi e vincenti. Hakuho ha chiuso i primi due Tornei dell’anno con 13-2, punteggio che ha consentito ad Asashoryu di vincere la metà dei suoi yusho, ma questo dato non deve scoraggiare il neo-Ozeki, in quanto il potenziale messo in mostra è di prima qualità e tutti sono ormai convinti della sua grandezza. Nel sumo di Hakuho possiamo ammirare tecnica e grazia stilistica, padronanza del corpo e fantasia nelle soluzioni finali, com’è avvenuto nei due confronti vinti contro Asashoryu; Hakuho non sembra quasi mai soffrire l’impatto fisico e non dispone dell’avversario in modo cruento, come spesso vediamo fare allo Yokozuna, ma riesce a gestire il match senza sforzo apparente, segno di grande senso dell’equilibrio. Sarei molto meravigliato di non vederlo presto ricevere i trofei del vincitore.

La speranza della promozione circonda Tochiazuma come un’aureola e tutto il Giappone tiferà per lui: non sono ammessi altri passi falsi e non c’è più tempo da perdere, vista la pressione della concorrenza. Le ultime direttive dello YDC ci diranno quale sarà esattamente lo score necessario per ricevere la tsuna, ma Tochiazuma è chiamato ad una prestazione che non lasci dubbi sulla legittimità dell’investitura. A questo proposito, vorrei segnalarvi alcuni dati statistici: il grande Takanohana, l’ultimo Yokozuna giapponese in attività, ha ottenuto la promozione dopo aver vinto 7 yusho nell’arco di 3 anni (dal 1992 al 1994), situazione molto particolare e decisamente in contrasto con le regole attualmente in vigore. Dopo essere divenuto Yokozuna, Takanohana ha vinto altri 15 Tornei, chiudendo la carriera con 22 allori. Wakanohana, invece, vinse due yusho consecutivi, nel 1998, e divenne il 66° Yokozuna, ma poi non fu capace di ottenere altri successi, ritirandosi con 5 titoli in totale, tre dei quali vinti negli anni precedenti.
La storia degli Yokozuna è ricca di episodi discordanti, ma ai nostri giorni la presenza di un solo Grande Campione (considerato quasi un usurpatore…) condiziona le sorti del sumo in modo preoccupante, causando il ben noto calo di popolarità, e Tochiazuma ha sulle spalle la responsabilità di ridare voce al pubblico giapponese.

Kotooshu non è ancora guarito dall’infortunio che lo ha penalizzato a marzo; le notizie sui suoi allenamenti sono poco rassicuranti, al momento, e non sappiamo se potrà onorare finalmente il suo status di Ozeki. Se dovesse essere in buone condizioni, come tutti speriamo, potrebbe unirsi al team dei principi ereditari e riprendere il cammino verso lo yusho, mancato per poco lo scorso anno. Aver tenuto fino alla fine ad Osaka è già un merito, per il bulgaro, ed il suo 9-6 conclusivo lo ha messo al riparo dal trovarsi subito kabodan, ovvero in pericolo di retrocessione.

Ho poco da riferire su Kaio e Chiyotaikai: non vorrei che il dohyo fosse troppo crudele e li mettesse drammaticamente di fronte alla loro situazione anagrafica, ma Kaio ha dichiarato che era pronto a ritirarsi a marzo, salvo poi riprendere colore con il kachi-koshi piovuto dal… Kyokai… ehm… dal cielo… beh… ci siamo capiti, e Chiyotaikai ha ammesso di aver combattuto molto male negli incontri focali.
Possono entrambi ancora fare 10-5 oppure 11-4 e continuare a percepire lo stipendio da Ozeki, come è stato detto, ma non li vedo in grado di soppiantare i più forti nella corsa allo yusho. Si stanno allenando per bene, questo è vero, anche se Chiyotaikai, recatosi alla scuola Takasago (quella di Asashoryu ed Asasekiryu, per intenderci), non ha trovato nessun Makuuchi, dovendosi quindi accontentare di Oga, un Juryo fresco fresco: imprevisti del sumo!

Per la prima volta Ama combatterà da Sanyaku, avendo ottenuto la promozione a Komusubi, e le prime giornate lo vedranno subito a lottare con Yokozuna ed Ozeki, come vuole la prassi. Spero che ne esca vivo e con qualche scalpo importante, così da poter proseguire verso il kachi-koshi. Dovesse imbroccare una buona serie, potremmo ritrovarcelo dove nessuno se lo sarebbe mai immaginato, smontando definitivamente l’idea che il sumo sia roba da iper-pingui e basta: il nostro rikishi tascabile ha il compito di proclamare al mondo l’affermazione degli uomini normali, perlomeno nell’ambito del sumo.

Seguiremo con estrema cura anche Kisenosato, rampollo del casato Ozeki giapponese ed unico baluardo contro gli orchi mongoli ed europei. Si troverà a gareggiare esclusivamente con il meglio del banzuke, come anticipato in sede di chiusura dell’Haru Basho, e non sarà facile reggere il confronto con tutti quei rikishi forti e smaliziati, ma Frodo-Kisenosato ha il compito di non cedere e di sbarrare la strada a quanti più nemici possibile. Molti lo vedono già proiettato nel firmamento del sumo, ma i suoi passi sono tutti da scoprire: sono certo che si accontenterebbe di assestarsi lì dov’è e fare esperienza, ma non disdegno l’ipotesi che possa essere una delle sorprese del Natsu Basho.

Tra i probabili protagonisti di maggio, dopo l’esilio forzato, ci dovrebbe essere anche Wakanosato, riemerso dall’ombra dei bassifondi del banzuke. L’ex-Sekiwake ha compiuto un grande lavoro di riqualificazione agli occhi del Kyokai, fornendo le motivazioni per la propria risalita; tornerà a respirare l’aria che si addice alle sue indubbie doti e dovrà stare ben attento a mantenere lo score in positivo.

Preceduto dai complimenti di tutti i notabili del sumo, ed in particolare da quelli del Chairman, ecco dunque Baruto, l’oggetto misterioso che viene dall’ovest (per i giapponesi). E’ alto quasi quanto Kotooshu, ma pesa 167 chili ed ha i capelli color biondo-cenere, cosa mai vista su un dohyo e tanto inaudita da indurre qualche fondamentalista radicale a chiedere che il pivot estone si tinga la chioma di nero, come si conviene ad un rikishi che sia degno di questo nome: assurdo!!!
A parte il fatto che già siamo in presenza di un Hakurozan il quale, oltre ad essere biondastro, è anche quasi calvo e non riesce a racimolare che pochi ciuffi per l’acconciatura di rito (cosa non stigmatizzata da alcun dirigente), mi chiedo che differenza ci sia, dal punto di vista estetico, tra il Baruto che stravince la divisione Juryo e quello che entra nella Makuuchi: forse qualche gentile dama giapponese potrebbe rimanere sconvolta dalla tinta dei capelli del rikishi europeo più che dai lombi di Kotooshu, che tante vittime hanno mietuto al loro apparire?
Gossip a parte, Baruto plana tra i Makuuchi accompagnato da un frastuono di giudizi e commenti, tutti davvero lusinghieri ed inaspettati, così da rendere spasmodica l’attesa del suo esordio. Dove arriverà? Noncurante di tanto baccano, il bravo e massiccio Maegashira 11 ha deciso di allenarsi in clausura, estraniandosi da tutte le voci e gli scoop che lo riguardano; rispondendo ad uno zelante giornalista che gli chiedeva se si sentiva pronto a vincere lo yusho e diventare Yokozuna, Baruto ha detto: “Penso al kachi-koshi ed a quanto sia difficile ottenerlo!”, dimostrando un realismo assolutamente in linea con il suo ruolo.

Concludo con una primizia: non sarò l’unico a commentare questo Torneo, per vostra fortuna. Sembra, infatti, che Julien, Luca ed Alessandro abbiano finalmente del tempo a disposizione per sollevarmi da tutto il lavoro di analisi e scrittura; sono certo che il sito ne trarrà un grande vantaggio.

A presto.