Dodicesima giornata

Senza lo Yokozuna e senza la selezione naturale che il rikishi dominante compie abitualmente durante un Torneo, credo che le vicende del sumo stiano assumendo un contorno ben definito, dopo lo scontro diretto tra Miyabiyama e Chiyotaikai.
A voler essere realisti con il senno di poi, brutta usanza italiana, potevamo attenderci la vittoria del Sekiwake per ovvie ragioni statistiche: Chiyotaikai offre il meglio di sè nelle prime giornate, andando via via esaurendosi con il passare del tempo e Miyabiyama ha preparato il match di ieri con questa consapevolezza, ma una cosa è certa: se mi avessero detto dieci giorni fa che questo bout sarebbe stato valido per la lotta al titolo, mi sarei messo a ridere, come la maggioranza di voi. Invece eccoci a commentare il match del giorno (precedente) che mai avremmo immaginato.

Miyabiyama batte Chiyotaikai ed irrompe nel gotha del sumo, sebbene con le dovute riserve. Lo scontro non è stato leggendario, come la maggior parte dei bouts di maggio, ma per il Sekiwake e per i tempi che corrono può bastare senza avanzare. C’è da rilevare che l’Ozeki è apparso lento e titubante nello tsuppari, probabilmente a causa della mole del suo opponente e dell’abilità di quest’ultimo nella medesima tecnica d’attacco. Miyabiyama ha fatto fronte all’impegno con il corpo proteso in avanti e le braccia nel doppio ruolo di sbarramento ed offesa. Chiyotaikai si è arreso dopo uno sbandamento alla sua sinistra ed è caduto pesantemente fuori dal dohyo, con il rischio di infortunarsi seriamente. Tutto questo accadeva ieri e portava all’esclusione dell’Ozeki giapponese dalla tirata finale per lo yusho, cosa puntualmente confermata oggi dalla sconfitta subita da Kotomitsuki. Chiyotaikai saluta e riprende il suo ruolo di attore non protagonista, lasciando alla strana coppia di maggio l’onere di battersi per la Coppa dell’Imperatore. Miyabiyama non si fa pregare e porta avanti il lavoro anche contro Kotooshu, o ciò che ne resta, cancellandolo dall’orizzonte delle stelle emergenti. Un match con poco sale, a parte quello sparso sul dohyo in ottemperanza agli obblighi rituali, che ha soddisfatto solo il vincitore: per lo sconfitto ed il pubblico, noi compresi, non c’è stato molto da divertirsi. Kotooshu è in piena crisi esistenziale ed oggi ha rispolverato la vecchia abitudine di cercare il sumo elusivo, poco gratificante per lui e per noi. Una corsettina all’indietro dopo un tachi-ai morbido come la carta igienica da 10 piani, un pò di equilibrismo sul tawara ed il gioco è fatto. Non sarà facile raggiungere il kachi-koshi, con questo tipo di sumo.
Miyabiyama appende alla parete il quarto scalpo Ozeki e forse si sente defraudato del quinto, nonchè della possibilità di affrontare lo Yokozuna. Proprio così, amici miei: ritengo che per un rikishi in estasi di risultati nulla sia impossibile e che il Sekiwake avrebbe preferito essere dov’è con un carniere ancora più ricco, così da poter esultare senza “se” e senza “ma”.

La forza della natura, incarnata nel gioiello mongolo alternativo ad Asashoryu, si è scatenata oggi contro Kyokushuzan, sollevato tre volte da terra come una pattinatrice sul ghiaccio dal proprio partner. Un pò umiliante, se vogliamo, un pò alla Asashoryu, se mi passate il paragone, ma senza la volontà di infierire. E’ stato lo sviluppo del match a fornire all’Ozeki mongolo le opportunità per esibire tanta destrezza, tecnica e forza. Kyokushuzan è già felice di aver consolidato la bella prova di marzo e perciò non si offende per il trattamento riservatogli. Ora Hakuho si batte il petto a causa di quella sconfitta poco opportuna concessa a Miyabiyama: avrebbe potuto evitarla e tenere il Sekiwake a distanza di sicurezza invece di scrutare lo skyline di Tokio e vedere in lontananza il profilo del play-off. Senza contare che ad un solo passo dalla coppia di testa incalza Baruto, rivelazione del torneo, e sembra che l’estone abbia preso subito confidenza con i Makuuchi e la vittoria.

Oggi non sono intenzionato a passare in rassegna analiticamente i bouts ed i loro attori (ormai capita spesso, vero?) in considerazione degli ottimi scambi di opinioni presenti nel forum a proposito dei fatti contingenti; ancora una volta ringrazio tutti voi per l’attenzione e la competenza dimostrate. L’entusiasmo gratuito che guida tutti noi dimostra che il sumo fornisce, in pochi secondi di agonismo, motivi di discussione sana e coinvolgente.
Non voglio nascondervi, invece , il mio gradimento per Asasekiryu e la sua rinnovata buona vena, che lo sta portando a riprendere il filo del discorso iniziato due anni fa. La strada verso il Sanyaku gliel’hanno gentilmente spianata ed asfaltata i due paisà Ama e Kyokutenho, entrambi in grave deficit di bilancio.

Altro argomento che desidero segnalarvi è il percorso ad ostacoli di Kisenosato, verso il quale sto maturando un vero assillo da “boutus interruptus”, se mi perdonate la sciocchezzuola. Kisenosato ha tutti i mezzi necessari per emergere e potrebbe ancora salvare il kachi-koshi, ma è stato decisamente poco fortunato. In certi combattimenti ha perduto malamente dopo aver condotto le danze e dimostrato di essere all’altezza di molti rikishi ben più titolati. La sua giovane età gli permette altre occasioni di riscatto e sono certo che le saprà sfruttare.

Un’ultima considerazione la rivolgo alle imprese di Baruto. Comunque lo si voglia giudicare, è innegabile che abbia avuto un impatto importante tra i Makuuchi. Meteora, fruitore di un calendario agevolato o prossimo campione? Non possiamo delegare l’ardua sentenza ai posteri, come recita l’adagio, e perciò qualcosa dobbiamo pur dire. La mia modesta opinione è che Barutone sia forte ma acerbo, intendendo, con ciò, la previsione di un futuro condizionato dalla sua abilità nel migliorare in mobilità e dinamismo. Se manterrà la giusta umiltà e spenderà ore di lavoro e di sudore in duri allenamenti, saranno in molti a temere di trovarselo di fronte.

A presto, amici.