Commento post-Basho

La conclusione dell’Hatsu Basho ha ispirato molti commentatori a proclamare l’inizio di una nuova stagione del sumo, basandosi più sulla sconfitta di Asashoryu che sulla vittoria di Tochiazuma e le ottime prestazioni di Hakuho ed altri rikishi. In Giappone si è percepito un senso di liberazione dalla schiavitù imposta dallo Yokozuna negli ultimi due anni, senza considerare che il torneo ha mostrato una varietà di prestazioni al di sopra della media, come non accadeva da tempo.
Mi sembra che esista un “comune senso del furore”, inteso come slancio collettivo verso l’opposizione allo Yokozuna, e lo yusho di Tochiazuma ha decretato l’apertura delle candidature alla contrapposizione al potere assoluto di Asashoryu.
In questi giorni, inoltre, si parla del dimagrimento di Kaio e delle dichiarazioni propositive di Tochiazuma, ma ritengo sia giusto fare un passo indietro e ripassare insieme quello che è successo.

Abbiamo vissuto un gennaio molto elettrizzante, assistendo ad un Torneo che ci ha tenuti in tensione fino all’ultimo bout, e le considerazioni che ne sono seguite, da varie fonti, indicano il consenso del pubblico e degli organi dirigenti del sumo; il gradimento televisivo è in forte aumento, l’entusiasmo popolare è tornato a circondare il sumo e si è creata un’atmosfera di forte aspettativa per marzo. Tochiazuma è riuscito a svettare dopo tanto tempo e si è meritato la chiamata dello Yokozuna Deliberation Council, come ormai tutti sappiamo, avvicinando finalmente la promozione al massimo livello del sumo; la regola lo impone, dato che due yusho da Ozeki valgono la tsuna, ed i giapponesi sperano di riuscire nell’operazione fallita lo scorso anno con Kaio. Per molti di voi, come ho potuto constatare nei molti e graditissimi commenti ricevuti, si tratta di una decisione affrettata, ma lo “statuto” del sumo ha le sue codifiche, anche quando un rikishi riemerge da un periodo di lunga astinenza dai successi.
Ricordiamoci che il sumo pre-Asashoryu era un affare tra Musashimaru, Kaio, Tochiazuma e Chiyotaikai, più o meno, e la lunga eclissi di risultati degli Ozeki dipende solo dallo strapotere dello Yokozuna mongolo: dal ritiro di Musashimaru (dicembre 2003) Asashoryu ha concesso solo due yusho agli avversari, tenendoli alla larga dalla tsuna.

Tochiazuma ha grandi doti tecniche, questo è certo, ed ha compiuto un grande miglioramento nel non perdere incontri banali, come gli era capitato spesso negli ultimi tempi, smarrendosi in una specie di involuzione tattica prolungata; gli è bastato controllare alcuni degli avversari più ostici, e sfruttarne i punti deboli, per averne ragione, oltre alla ghiottissima occasione di trovarsi di fronte un Asashoryu menomato dall’infortunio alla spalla destra. E’ stato pronto a cogliere tutte le situazioni a lui favorevoli ed a farle rendere al massimo, combattendo un sumo fisico ma anche molto intelligente: in un paio di casi, tra i più evidenti, ha saputo evitare l’attacco ostinato ed improduttivo per attendere l’errore altrui, inducendolo, a volte, con esperienza.
Sono mancate le fiammate da star, è vero, ma una condizione ottimale gli ha permesso di incutere un certo timore agli avversari, consapevoli di dover rischiare qualcosa di troppo per metterlo in seria difficoltà. Eravamo disabituati al suo sumo concreto e senza fronzoli, e forse non ne inquadriamo l’esatta dimensione, viziati dai numeri di Asashoryu, ma Tochiazuma è meno spettacolare e decisamente più pragmatico, quando la salute fisica glielo consente: lo score finale di 14-1 non ammette repliche.

Ho speso molte lodi per Hakuho, come tanti di voi, e mi spiace non averlo visto arrivare al play-off, ma non ha potuto contare sull’aiuto dello Yokozuna, nell’ultimo match del Torneo, e forse questa circostanza gli ha lasciato l’amaro in bocca, sebbene abbia esibito, finalmente, un sumo costantemente ad alto livello. Se per Tochiazuma si è aperta la strada per il massimo livello del sumo, per Hakuho potrebbe essere iniziata la scalata verso la promozione ad Ozeki, dopo un primo tentativo non riuscito.
A Tokio ha perso il match diretto contro Tochiazuma, sul cui esito abbiamo ampiamente discusso, e quel mancato acuto gli è costato molto caro, a ragion veduta, ma ha sconfitto magistralmente Asashoryu, dimostrando a tutti che non intende ripetere gli errori del passato e vuole, invece, affermarsi con decisione agli occhi dello Yokozuna Deliberation Council.
Di Hakuho, mi è piaciuta soprattutto la pressione sull’avversario, esercitata spesso al tachi-ai con la presa bassa al centro del mawashi: ho visto molta sicurezza, in questo atteggiamento, e sono certo che il Sekiwake mongolo abbia acquisito una maggiore personalità. Ora lo aspettiamo alla conferma, con la sua classe innata e la giusta concentrazione in ogni bout.

Sulla prestazione di Asashoryu, per quanto ammiri il Marvel Mongolian, non posso esimermi dall’evidenziarne lo stato “terrestre”, che lo ha tenuto a debita distanza dal vertice. Per quello che si è visto, non sappiamo se sarebbe stato in grado di andare oltre anche se non si fosse infortunato, in quanto, per una volta, la sua condizione non è apparsa esuberante. La striscia vincente non poteva prolungarsi all’infinito, è palese, così lo Yokozuna avrà considerato lo stop fisiologico, come qualcosa che prima o poi doveva arrivare. Rispetto all’Aki Basho del 2004, l’unica altra pausa dell’ultimo biennio, le cose sono andate in maniera decisamente diversa: non è paragonabile la serie di 6 sconfitte subite allora, quando Asashoryu si trovava in uno stato di euforia post-matrimoniale, e lo score di gennaio rispecchia la flessione che pochi avevano previsto, ma che molti ritenevano potesse verificarsi. Diversamente da altre volte, non ho ravvisato segnali di insofferenza, sul volto dello Yokozuna, bensì una dolorosa considerazione d’incapacità nel contrastare gli avversari più quotati, ad eccezione di Kotooshu, e gli outsiders carichi di entusiasmo, come Kokkai, all’inizio, ed Ama, dopo l’infortunio.

Per quanto riguarda Kotooshu, bisogna dare atto che alcuni si erano dichiarati non troppo convinti della sua competitività, almeno per quanto riguardava il Torneo di gennaio, ed il neo-Ozeki non ha voluto smentire questi pareri. Ha chiuso con uno poco lusinghiero 10-5, rispetto al passato recente, e non è stato mai in corsa per lo yusho, compromettendo le sue chances con due sconfitte iniziali, subite dagli altri europei in vista, Roho e Kokkai. Nel finale, poi, ha infilato tre bouts negativi contro Tochiazuma, Asashoryu ed Hakuho, cancellando ogni speranza di rientrare in gioco; praticamente, ha mancato tutti gli incontri di rilievo, quasi come lo Yokozuna, e mi chiedo cosa sarebbe successo se avesse incontrato Ama, Hokutoriki e Tokitsuumi, tanto per chiudere il numero dei rikishi più in forma a Tokio. La sua performance complessiva non ha avuto quello smalto che lo aveva portato alla ribalta delle cronache giapponesi ed europee, forse per un eccessivo carico di responsabilità ed una serie di sbalzi umorali, tipici del suo carattere. E’ sembrato più macchinoso del solito, ed in certi combattimenti non ha avuto il ritmo adatto a far valere le sue principali caratteristiche tecniche, come l’equilibrio difensivo e la presa in sbilanciamento.
Quello che Kotooshu non può permettersi, è di considerare la promozione ad Ozeki come un punto d’arrivo, cercando piuttosto di migliorare ancora nella mobilità laterale e prendendo ad esempio la tecnica di Hakuho, sempre reattivo ed con l’iniziativa in mano.

Validissima la prova di Ama, vera antitesi dello stereotipo del lottatore di sumo: se venisse pubblicizzata la sua immagine, così lontana dall’idea che tutti hanno dei rikishi, sono certo che troveremmo molti curiosi che si avvicinerebbero al sumo. La sua tenacia è pari al bagaglio tecnico di cui dispone, e sono rimasto impressionato dalla sua crescita agonistica, elemento fondamentale per superare ogni suo avversario. La grande combattività di Ama si è abbinata alla sua abilità nel ribattere con l’agilità alle azioni di forza dei rikishi che lo sovrastano come massa fisica, permettendogli di assumere il ruolo di vera incognita del banzuke, dato che le sue vittorie non possono più essere considerate casuali. Ama assomiglia più ai rikishi europei, come modo d’intendere il sumo, che a quelli giapponesi: certo, ogni suo match è una battaglia apparentemente impari, ma ritengo di aver ben indicato la sua ascesa nel prologo all’Hatsu Basho.

Esaminando la classifica finale, balza agli occhi la performance di Hokutoriki e, ancor più, quella di Tokitsuumi.
Per quanto riguarda il primo, si è trattato di un rimbalzo che non vedevamo da lungo tempo, ed avvenuto partendo da una posizione medio-bassa; ha seminato il panico nella parte inferiore del banzuke, con una serie di belle vittorie che mi hanno ricordato le sue gesta del marzo 2004, e si è arreso soltanto ai Sanyaku ed a Tokitsuumi, suo compagno di ventura. In compenso, Hokutoriki ha battuto Kokkai, Roho, Futeno, Aminishiki e Kitazakura, tutti giunti al kachi-koshi e, perciò, sicuramente in forma.
Tokitsuumi, da parte sua, era appena risalito dai Juryo ed ha contribuito a creare lo scompiglio tra i Makuuchi, togliendosi la soddisfazione di battere Kotomitsuki, Ama, Roho e Wakanosato e raggiungendo uno score superiore a molti Sanyaku, come Hokutoriki. Per quest’ultimo, la forza fisica e l’impeto agonistico sono sicuramente state le armi vincenti, mentre Tokitsuumi ha fatto qualcosa di più dal punto di vista puramente tecnico, a mio parere: molti incontri sono stati davvero piacevoli da vedere, anche alcuni di quelli con rikishi di bassa classifica, a testimonianza del buon contesto generale del Torneo.

Decisamente positivo anche il Torneo disputato da Roho, il quale ha però lasciato sul dohyo troppe occasioni per migliorare ulteriormente il suo kachi-koshi, perdendo alcuni incontri alla sua portata. L’ho appezzato nelle prime giornate, a parte le sconfitte con Asashoryu e Tochiazuma, ma ritengo che non abbia inquadrato al meglio alcuni avversari come Aminishiki e Tokitsuumi, che avrebbe potuto battere se avesse combattuto con maggior attenzione.

La classifica impone una nota su Wakanosato, li grande decaduto del Torneo: il suo 10-5 finale lo risolleva dall’esilio alla periferia della Makuuchi Division, restituendogli la credibilità venuta meno a causa dei suoi problemi fisici. Lo ritroveremo nella prima fascia dei Maegashira, a marzo, e sono sicuro che salirà ancora. Wakanosato ha tanta classe ed esperienza, pur non essendo mai andato oltre il rango di Sekiwake, ma ha i mezzi per riaffacciarsi tra i Sanyaku, se continuerà ad esprimere un buon sumo.

Buoni cenni di risveglio anche da parte di Futeno, giunto ad un 9-6 abbastanza incoraggiante: conosco molti commentatori che lo accreditano di grandi potenzialità, ed io stesso lo ritengo un buon rikishi, ma spesso lo vedo in difficoltà nella fase tattica del match, subendo degli yorikiri di pura potenza che potrebbe evitare. Il suo problema è la continua alternanza di risultati positivi e negativi, che ne fanno uno dei tanti yo-yo del banzuke.

Anche Aminishiki, Kitazakura e Kasugao rientrano nei miei favori, avendo disputato un Torneo degno di nota, anche se le vittorie di Aminishiki assumono un prestigio maggiore, perchè ottenute contro avversari di livello più elevato.
Di Kitazakura, invece, ho gradito la determinazione e lo spirito combattivo, doti da consolidare in futuro.
Kasugao è partito male, ma ha ripreso animo con sei vittorie consecutive, battendo alcuni dei rikishi menzionati nella lista d’onore, come Tokitsuumi, Wakanosato e lo stesso Aminishiki.

Per quanto riguarda gli aspetti deludenti dell’Hatsu Basho, vi rimando alla presentazione del prossimo Torneo, considerando che dovrei parlare, più che altro, di Ozeki e Komusubi, ed ormai si è fatto tardi…

In conclusione, desidero ringraziare tutti voi per la straordinaria attenzione che avete mostrato nei confronti del nostro sito, con interventi e commenti molto competenti, che dimostrano preparazione ed un entusiasmo: Julien ed io ci auguriamo che alcuni di voi si sentano in grado di condividere l’onere dei commenti per il prossimo Torneo, magari alternandoci nelle giornate.
Vi invito a contattarmi tramite pierfranco@sumo.it .

Sayonara.