Commento post-Basho

La conclusione del Kyushu Basho è giunta con la connotazione della soddisfazione diffusa e condivisa: molti rikishi hanno ottenuto risultati che li gratificano e tutti hanno accettato, con il sorriso sulle labbra, l’eclatante finale a suon di record di Asashoryu. Non si è trattato di una competizione realmente intensa, dal punto di vista dell’incertezza sul risultato, dato che il vincitore ha scavato un distacco di tre vittorie sui secondi ed ha chiuso il discorso con un giorno d’anticipo, ma la qualità generale ha avuto un buon crescendo proprio in concomitanza con il termine dell’anno e possiamo legittimamente sperare che il 2006 segua questo andamento.
Abbiamo vissuto la seconda metà della stagione sul duello Asashoryu-Kotooshu, entrambi stranieri, e le cronache giapponesi hanno dato il massimo rilievo sia all’indigestione di vittorie del mongolo, che alla promozione ad Ozeki del bulgaro. La portata storico-statistica dell’impresa dello Yokozuna si impone al di sopra ogni altra considerazione iniziale, per come è stata vissuta e rappresentata, perciò mi vorrei esprimere sull’argomento.

Potrebbe sembrare lezioso parlare a lungo di un Torneo vinto con 14-1 e gli avversari distanti, come ho anticipato sopra, ma questo risultato è maturato in un contesto molto particolare, fortemente influenzato dall’attesa di un momento estremamente significativo per tutto l’ambiente del sumo, anzi scandito come un conto alla rovescia che tutti stessero compiendo con la sensazione di assistere ad un evento irripetibile. Devo ammettere che la frenesia di partecipare alla realizzazione del Grande Slam ha colpito anche me, ma poi ho letto negli sguardi di Asashoryu la sicurezza del più forte, anche dopo la sconfitta con Kotooshu. Asashoryu ha combattuto bene, alternando le tecniche d’attacco con molta saggezza: ha perso contro il neo-Ozeki perchè ha sbagliato l’impatto con il match, forse influenzato dalle troppe vittorie in allenamento, ed è un bene che Kotooshu lo abbia battuto, perchè ci ha regalato un pizzico di batticuore e 24 ore di prospettiva play-off, oltre alla speranza di vedere presto un europeo ricevere la Coppa dell’Imperatore. Ma Asashoryu ha continuato per la sua strada, già ampiamente spianata, ed ha portato a compimento il suo progetto d’imprimere un segno storico negli annali della Nihon Sumo Kyokai. Per quanto si voglia paragonare l’attuale situazione al passato, insistendo sul fatto che in altri tempi Asashoryu non avrebbe vinto così tanto, bisogna accettare la realtà di uno Yokozuna estremamente maturo ed in grado di svolgere un ruolo di prim’ordine anche in presenza di avversari più agguerriti e titolati; se dovessimo ripetere all’infinito il confronto con Taiho, Chiyonofuji e Takanohana senza riconoscere il valore assoluto del Marvel Mongolian, non renderemmo mai il senso compiuto delle sue vittorie. Questo periodo non è un intermezzo noioso e fastidioso tra un passato di gloriosi rikishi e l’avvento di altrettanti campioni, non ancora apparsi all’orizzonte, ma una ben definita epoca in cui le affermazioni dell’unico Yokozuna valgono quanto quelle di chi ha combattuto con altri 3 sommi maestri del sumo, magari conquistando lo yusho con sole 11 o 12 vittorie nei Tornei. Se Kaio avesse avuto la promozione, forse Asashoryu varrebbe di più?
La virtualità dei paragoni improponibili non porta a nulla, specie se votata unicamente alla strumentale diminuzione del valore di Asashoryu: ricordiamoci che sul dohyo le cose vanno diversamente e non è possibile sentenziare la superiorità di un rikishi su un altro se non lo si è visto con i propri occhi. Invertiamo i fattori, allora, e proviamo a lanciare una provocazione estrema: quanto avrebbero vinto i suddetti leggendari Yokozuna se avessero dovuto confrontarsi con Asashoryu? Come vedete, le speculazioni finalizzate all’impossibile non portano a niente. Lasciamo stare…

Finalmente Kotooshu si è fregiato del titolo di Ozeki, primo europeo ad arrivare a tanto, ed ora non gli resta che vincere uno yusho e sognare la tsuna. In molti lo considerano ancora impreparato, ma i fatti dicono che le 33 vittorie in 3 Tornei consecutivi le ha raggiunte, facendo cambiare idea a chi lo aveva designato alla promozione solo se avesse disputato un Kyushu Basho da 13-2. La discussione con Alessandro e Julien su questo argomento è stata accesa, con numerosi interventi nel forum, ma ritengo che un traguardo così importante aggiunga vivacità alla prossima stagione, aumentando la schiera dei tifosi ed incrementando le ambizioni di altri giovani sekitori. Kotooshu ha tenuto vivo l’interesse per metà anno, sfiorando per due volte lo yusho: se l’avesse vinto, sarebbe stato un eroe nazionale in un’altra nazione, cosa accaduta di rado.
Si è fatto sorprendere subito da Kakizoe e non ha gestito bene Kisenosato, compromettendo il cammino verso il terzo duello con Asashoryu e giungendo alla fine con peggior record da luglio in poi, ma tutto il suo sforzo viene riconosciuto comunque come un punto di partenza per il rinnovo graduale del banzuke, avvalorando la mia previsione di un numero di stranieri decisamente maggioritario tra i Sanyaku. Nel nuovo ruolo di Ozeki, il bulgaro si troverà a combattere in un diverso ordine di calendario, che potrebbe portarlo ad affrontare lo Yokozuna soltanto all’ultima giornata, qualora primeggiasse tra i suoi pari, ed anche questo elemento contribuirebbe ad un maggiore stimolo nei suoi confronti. Tutta la Bulgaria esulta, tutti gli altri rikishi si preoccupano: Kotooshu sa lottare e vincere, rendendo la vita difficile a chiunque speri di sfruttarne i punti deboli con poca lucidità. Le doti atletiche gli hanno consentito di inventarsi un sumo col baricentro alto, mentre la volontà di crescere lo ha portato ad un livello tecnico davvero ragguardevole. In Giappone si analizza la sua arte di combattimento con la lente d’ingrandimento ed ho letto un commento interessante sulla prevalenza degli europei e dei mongoli sui giapponesi, dovuta alla preparazione ad altre forme di lotta corpo a corpo: peccato che queste valutazioni siano giunte dopo che sumo.it le aveva già ampiamente colte ed anticipate… ma non potevamo certo pretendere che fossero state lette in Giappone!

Un buon risultato lo ha ottenuto Chiyotaikai, al quale assegno il mio personale premio per il ritrovato spirito combattivo: è mancato nel match contro Kotooshu ed ha perso dallo Yokozuna, ma mi ha divertito e lo considero sempre un buon Ozeki, quando la forma fisica lo assiste. In particolare, l’ho visto incedere per un tempo superiore al solito negli attacchi frontali, segnale non trascurabile per un rikishi che aveva fatto poco, nel recente passato. A questo si aggiunga la sportività nell’ammettere la superiorità altrui, caratteristica che lo rende sempre amabile, ai miei occhi. Lo stop con il bulgaro gli ha impedito un giorno in più da pretendente allo yusho, cosa che avrebbe meritato, ma l’impressione è che, senza Tochiazuma e Wakanosato, abbia ottenuto un 11-4 un pò generoso.

Buona la performance di Miyabiyama, autore di alcuni pezzi di valore: ha combattuto ad alti livelli e vinto contro tutti gli Ozeki, scusate se è poco, e potrebbe fare anche meglio, qualora si spingesse oltre i limiti del match fisico, come spesso gli accade. In alcuni tachi-ai è stato fulmineo nel guadagnare la presa ed il centro del dohyo, così come nel farsi valere nello tsuppari, trovando molti consensi tra i commentatori internazionali. Ha molta esperienza ed è ancora fresco atleticamente, oltre ad essere tecnicamente dotato: potrebbe anche ambire ad un ritorno nel Sanyaku, dove ha stazionato a lungo. Vedremo.

Kaio si è difeso come ha potuto, l’ho già rilevato nel commento all’ultima giornata, battendo Kotooshu nel momento della certezza della promozione ad Ozeki, quasi volesse rammentargli il suo passato di grande antagonista degli ultimi Yokozuna. Era in condizioni non eccellenti, lo sappiamo, ed suo futuro rimane legato allo stato dei suoi legamenti inferiori, fortemente provati dalla lunga militanza e dagli ultimi incidenti. Vederlo mentre maltrattava il gigante bulgaro, mi ha ricordato il suo lato migliore, fatto di stabilità sul dohyo e grande tecnica, unite ad una rara capacità d’intimidazione.

Per altri rikishi s’è trattato di un test importante, come Tochinohana e Tokitenku, sebbene il primo abbia quasi 33 anni e non lo si possa ritenere emergente, mentre il secondo avrà una classifica migliore nel 2006 e dovrà vedersela con i Sanyaku; per il momento, però, si gode il prestigio di aver superato il numero di vittorie del connazionale Hakuho, parzialmente ritrovato ad alti livelli ed in odore di tornare Sekiwake. Sulle alterne fortune del giovane mongolo ho ampiamente argomentato in precedenti commenti, per cui ora mi aspetto qualche cenno ulteriore di volontà e determinazione. Vedere Kotooshu vicino al vertice del banzuke, dove tutti pensavamo di trovare, invece, proprio lui, deve avergli tolto un pò di quella forza interiore che aveva mostrato agli esordi: ora non può più sbagliare.

Kotomitsuki era partito a razzo, ma s’è fermato di colpo, infilando una serie di sconfitte che lo hanno a malapena tenuto ne limiti del kachi-koshi. Un pò troppa confusione tattica ed una improvvisa depressione agonistica ci hanno negato un suo arrivo tra i primi della classe, tra i quali si sono imposti i fratelli russi, Roho e Hakurozan, facilitati dal banzuke. Ho visto alcune valide prestazioni per entrambi, ma a gennaio Roho salirà in una zona che lo costringerà a fare del buon sumo contro i Sanyaku, un impegno che deve affrontare scrollandosi di dosso certi atteggiamenti non all’altezza della situazione. Hakurozan è certamente un pragmatico, poco spettacolare ed opportunista, e la salita nel banzuke ce lo mostrerà alle prese con avversari che ne saggeranno la vera consistenza.

Qualche nota di risveglio l’abbiamo avuta da Kokkai, comunque sempre troppo taurino, e da Asasekiryu: al contrario, buoi pesto per Futeno, infortunato e poi rientrato, ed Hokutoriki, primi tra i Maegashira ma ultimi nello score finale. Peccato per Ama, l’ho già detto, ma il suo peso è inadeguato a certi scontri. A tratti mi sono piaciuti anche Tamanoshima e Kyokutenho, ai quali devo rimproverare un kachi-koshi risicatissimo.

Vi lascio con l’immagine che considero emblematica di questo Torneo di chiusura dell’anno: Asashoryu che rientra negli spogliatoi e Kotooshu che sorride complimentandosi con lui, da fiero e degno rikishi che riconosce la grandezza dell’avversario. Poi ancora tanti cuscini sul dohyo ed il pubblico convinto di avere di fronte un vero fuoriclasse. Tutto molto bello, direbbe Pizzul.

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