Ottava e nona giornata

Proviamo ad immaginare che il sumo sia equivalente al calcio e che i Tornei si svolgano in Italia: cosa direste se un quotidiano sportivo mettesse costantemente in prima pagina le notizie riguardanti un rikishi attardato in classifica? E’ ciò che sta avvenendo in Giappone, dove le testate on-line dedicano più spazio al Sexywake Kotooshu che a Kotomitsuki, trascurando la corsa del Sekiwake giapponese in nome del richiamo ormonale esercitato dal bulgaro sul pubblico – femminile – del Sol Levante. Se la strategia per rilanciare il sumo si basa sul ribaltamento dell’esotismo, attirando turisti/e con messaggi subliminali, possiamo decretare lo stato d’agonia cronico dello sport nazionale nipponico. Oggi il centro d’interesse non può che essere Kotomitsuki e la sua rincorsa ad Asashoryu, tanto più che entro pochi giorni, stando così le cose, il confronto tra i due sarà decisivo per l’assegnazione dello yusho. Se i giapponesi continuano a definire Kotooshu come “il rikishi in corsa per diventare Ozeki”, perchè non applicano lo stesso criterio anche per Kotomitsuki, giapponese al 100% e buon interprete del sumo tradizionale?

Avevo preparato questo commento per la giornata di ieri, quando Kotomitsuki aveva battuto in pochi secondi Tamanoshima, spingendolo verso terra senza esitazioni al tachi-ai, ma oggi Kisenosato ha ristabilito la “par condicio sekiwakorum”
e Kotomitsuki è stato assorbito dal gruppo dei rikishi con 2 sconfitte, che lo vede insieme a Chiyotaikai, Kotooshu e Jumonji.
Con la sconfitta di oggi, davvero inusitata, Kotomitsuki perde la chance di appaiare Asashoryu nello scontro diretto ed ora si trova a sperare che anche a Fukuoka avvenga il ribaltone dell’Aki Basho di settembre, ovvero che qualche angelo vendicatore accolga le preghiere sue e dei suoi compagni di sventura, facendo cadere in disgrazia il diabolico Yokozuna.
Se ieri avevo ammirato la tecnica e la prontezza di Kotomitsuki nell’affondare un hatakikomi al Maegashira 1 della scuola Kataonami, oggi devo constatare un sostanziale regresso, dovuto anche alla tenacia combattiva mostrata da Kisenosato nel contrastare l’azione del Sekiwake ed assestare un buon yoritaoshi conclusivo, riscattandosi parzialmente dal suo attuale andamento a singhiozzo.

Voi mi direte che sono petulante, che vi ammorbo con argomenti triti e ritriti, ma siamo sempre a battere sullo stesso punto: la continuità, dono apparentemente non accessibile alla schiera dei rikishi in cerca della formula magica per abbattere lo stregone mongolo. Se tutti, prima o poi, si trovano a compiere riti propiziatori per cercare di fermare Asashoryu, non riuscendo a fare altro, e se non basta avere due vittorie di vantaggio alla tredicesima giornata per avvicinarsi allo yusho, il problema della continuità rimane il nodo incontrovertibile del sumo di questi anni. Prima di sperare nelle disavventure altrui -ed arrangiarsi con gli henka- bisogna essere in grado di forzare la resistenza dello Yokozuna con prove costanti e definitive, senza cedimenti fisici o psicologici, perchè la pressione ha giocato sempre a favore dello Yokozuna, fino ad oggi. Quando se n’è presentata l’occasione, a risentire dell’atmosfera surriscaldata dei play-off sono stati Hokutoriki e Kotooshu, non certo Asashoryu. E se domani… , come cantava Mina, tutto dovesse volgere contro lo Yokozuna, chi sarà all’altezza di farsi trovare pronto per approfittarne?

L’eliminazione diretta gioca ancora un ruolo importante e la decima giornata ci propone Kaio – Kotomitsuki, Kotooshu – Tamanoshima e Chiyotaikai – Kisenosato, mentre Asashoryu incontrerà Ama in un derby mongolo inedito. Tutti i rikishi con lo score di 7-2 dovranno affrontare Asashoryu, nei prossimi giorni, ed affrontarsi tra loro, con la sola eccezione di Jumonji, troppo in basso nel banzuke; a meno di un cataclisma sumodevastante, non credo che l’inerzia del Torneo possa cambiare.

I risultati di questi ultimi due giorni, a parte lo stop odierno di Kotomitsuki, non hanno espresso motivi di grande stupore, dato che la doppia caduta di Kasuganishiki rientra nella logica delle cose, ma vorrei rimarcare le belle vittorie di Chiyotaikai su Hakuho e Tamanoshima, ottenute con un sumo tonico e degno di un Ozeki: non dovremmo stupirci, di solito, davanti a tali risultati, ma i tempi che corrono ci portano a farlo, visto che il kachi-koshi non è più la base di partenza delle aspettative degli Ozeki, ma un duro traguardo da guadagnare giorno per giorno. Chiyotaikai mi ha divertito e lo voglio dire con soddisfazione, essendo rimasto l’unico Ozeki ad onorare la categoria.

Due parole su Asashoryu. Quando lo vedo così carico, mi chiedo quale sensazione debbano provare i suoi avversari trovandoselo di fronte: non credo che la fiducia in sè stessi possa reggere, da sola, l’urto dello Yokozuna in questo stato, tanto più che gli allenamenti hanno già visto tutti i rikishi soccombere con mille varianti del kimarite. Ci avete mai pensato?

Tra poco inizieranno i verdetti per coloro che cercano il kachi-koshi: sono in undici sul 6-3 e tutti in bella evidenza. Tra loro, oltre a Kaio, Hakuho e Roho, troviamo anche il coreano Kasugao, il russo Hakurozan ed il mongolo Asasekiryu, tutti rikishi del fondo classifica, oltre al sempre più matto Takamisakari, il quale ha mandato in visibilio il pubblico di Las Vegas con alcune funamboliche varianti della sua personalissima cerimonia di preparazione al combattimento.

Grazie per la vostra attenzione, ci aggiorniamo a domani.