Prendendo spunto da una famosa canzone della Premiata Forneria Marconi, il cui testo fu scritto da Mogol, avrei voluto intitolare questa presentazione “Impressioni di settembre”, pur trovandoci ancora a qualche giorno di distanza dal mese citato, anche se, meteorologicamente, la settimana passata sembrava quasi Natale.
Nuovo banzuke, nuove facce e nuove impressioni, appunto: vi esternerò ¬¥ mie senza false cautele di essere contraddetto dai fatti che accadranno, tanto ormai sapete che sono ben disposto a fare penitenza, quando occorre.
Diciamo subito che non ci sono nuovi ingressi tra i Makuuchi, cosa che non accadeva da 13 Tornei. Promozioni e retrocessioni riguardano rikishi già °resenti, in passato, nella categoria e momentaneamente scesi tra i Juryo, nei quali, peraltro, si registrano gli unici volti nuovi.
Durante il periodo di attesa del nuovo ranking, sono stato pervaso da uno strano senso di aspettativa per l’Aki Basho, come se non vedessi l’ora di assistere agli incontri di quei rikishi dai quali mi aspetto importanti verifiche di tenuta e di crescita, al di là ¤el rango che occupano. Per estendere ai lettori-san questa sensazione, vorrei percorrere insieme a voi un cammino di suggestioni a volte discostate dai fatti contingenti, magari ispirate dalle espressioni dei volti che abbiamo osservato durante lo svolgimento del Nagoya Basho, dislocando qua e là ¡lcuni commenti in risposta ad alle graditissime email che mi avete inviato, rimbrotti compresi.
L’immagine pi?ida che si è ©mpressa nella mia memoria, si riferisce al contrasto emozionale tra il vincitore e lo sconfitto, riflessi opposti di una stessa luce e coinvolgenti protagonisti di un epilogo che ha portato il primo a consacrarsi nell’empireo del sumo, ed il secondo a chiedersi come fosse accaduto l’irreparabile. Saranno ancora i duellanti di settembre?
Se ad Asashoryu possiamo solo chiedere di darci tutto ciò £¨e di pi?ttacolare è ©n grado di offrire, a Kotooshu dobbiamo rivolgere una supplica affinché ®on cada nell’errore di sopravvalutarsi, dato che a Nagoya si è ¥sposto al rischio di diventare il pi?babile antagonista dello Yokozuna, Ozeki permettendo.
Asashoryu, detto anche Gengis Can (il gioco di parole in inglese è °regievole), insegue il Grande Slam e vuole approfittare di questa fase di transizione del sumo per incamerare il maggior numero di yusho, sperando di avvicinarsi alle leggende di questo sport.
La sua concretezza, il suo feroce pragmatismo, la sua smania di superiorità ¬o isolano dal resto dei sekitori in circolazione, facendone un’icona del fuoriclasse cui tutti devono riferirsi per ambire al successo.
Ha un brutto carattere, lo sappiamo, forse a causa delle sue origini agresti; non accetta le sconfitte e disubbidisce spesso alle regole, ma rappresenta, secondo me, la personificazione del vigore fisico unito ad un’innata propensione tecnica per il sumo, quasi che la natura avesse voluto scolpire in lui l’essenza del rikishi vincente.
In quali condizioni affronterà ©l penultimo Torneo del 2005? La nostra “talpa” in Giappone (ciao Alessandro!) ci riferisce di una scarsa attitudine di Asashoryu agli allenamenti, sebbene siano apparse, nel web, alcune notizie riguardanti una serie di scontri con Takamisakari, tutti vinti dallo Yokozuna, al termine dei quali il povero Taka-Taka ha dichiarato di essere impotente di fronte a tanta grazia, mentre Asashoryu ha fatto notare che si è ´rattato solo di puro intrattenimento. Assistevano 4.000 spettatori paganti.
Personalmente, lo accredito ancora di un buon vantaggio sugli insegui-tori (scusatemi, ma non sono riuscito a trattenermi), e la voglia di cancellare la figuraccia rimediata lo scorso anno, reduce dalle baldorie matrimoniali, lo spingerà ¡ combattere per uno zensho yusho (vittoria per 15-0) senza discussioni.
Ad impedire una passeggiata di salute allo Yokozuna, ci saranno i resti degli Ozeki, i rampanti Sekiwake ed i Komusubi in chiaroscuro, salvo sorprese provenienti dai Maegashira di alto lignaggio (vedremo in seguito).
Diciamo subito che Chiyotaikai è ¡ncora in infermeria a causa dell’infortunio al ginocchio destro, che ne compromette la presenza agli incontri preparatori al Torneo; brutta faccenda per lui, dato che è «abodan, vale a dire in pericolo di retrocessione. Le sue smorfie di dolore mi hanno colpito pi?la sua cattiva forma, a Nogoya, e ritengo che non possa fare molto per difendere il suo ruolo di Ozeki, se non sarà ¡l massimo della condizione. Del resto, negli ultimi sei Tornei ha sempre stentato a mantenere attivo il suo record, raggiungendo a fatica le 8 vittorie che, per un Ozeki, sono un obiettivo minimale e che non mette al riparo dalla retrocessione.
Kaio è ©l campione in carica, avendo vinto lo scorso anno, ma l’anagrafe dice che si sta dirigendo verso un’età °ensionabile, e quest’anno ha subito qualche acciacco di troppo. Lo vedo un pò ¦©acco, relativamente all’attività £he svolge, e, con tanti giovani che cercano spazio, a volte con modi irriverenti, si trova spesso a dover contenere lo sdegno per come viene trattato.
Ho scritto, nel suo profilo di campione, che potrebbe ancora dire la sua con autoritଠse fosse in piena forma fisica, e chissà £he non voglia cogliere un’ultima occasione per dimostrare che la tsuna l’avrebbe portata con onore, se gliel’avessero fatta indossare.
Diverso è ©l discorso per Tochiazuma, sempre troppo pompato dalla stampa giapponese, a mio parere.
Dovrebbe aver assorbito l’infortunio di luglio, ma commette degli errori davvero marchiani in combattimenti da vincere agevolmente, o quasi, e non si evolve tatticamente, mentre il vento del nuovo spira anche per lui in senso opposto.
Come mai, dopo il ritiro di Musashimaru, non ha tenuto testa ad Asashoryu, come tanti avevano pronosticato? Non doveva essere lo Yokozuna giapponese per definizione? Credetemi, non voglio polemizzare invano, ma attualmente mi divertono pi?uni Juryo di “Baby Face” Tochiazuma: sono conscio di attirarmi l’inimicizia di tanti suoi fans, ma non posso tacere certi svarioni da principiante quando si pretende di valere il titolo di Yokozuna.
La polemica, semmai, la vorrei smontare. Sappiamo tutti che, periodicamente, torna in ballo la noiosa cantilena a proposito del fatto che Asashoryu vinca perché ®on esistono avversari alla sua altezza, che in altri tempi non sarebbe stato nemmeno Yokozuna, che al cospetto di Takanohana ed Akebono si sarebbe sciolto come neve al sole e… chi pi?ha, pi?metta!
Ai promotori di questa concezione filosofica, propongo il seguente teorema: se Asashoryu ottiene i suoi successi grazie al fatto che gli altri rikishi sono scarsi, anche Tochiazuma è ³carso come gli altri, oppure Asashoryu è ©l meno scarso di tutti; le cose stanno diversamente, per fortuna.
Credo, pi?plicemente, che Tochiazuma abbia attualmente delle lacune, ma non sono così ¯ttuso da giudicarlo un brocco totale, perchè ®on sono stato certo io a vincere due Tornei contro avversari forti ed agguerriti!
Comunque, le voci di fondo, sempre provenienti dal nostro agente “palese” in Giappone, dicono che i tifosi sembrano aver dirottato le loro speranze su forze fresche, che presto menzionerò®Š
Altra atmosfera tra i Sekiwake, dove, a scelta, regna l’ottimismo.
Kotooshu è ³ugli scudi, secondo rikishi di sempre, al pari di Tochiazuma, a raggiungere questo livello dopo soli 17 Tornei (solo il gigantesco Konishiki vi è ²iuscito in 13), e sorride beato in tutte le foto che ho trovato in giro per internet. Avrà ´utti gli occhi puntati addosso, ma ho scorto un nutrito gruppo di tifosi (e di TIFOSE), con la bandiera della Bulgaria (e graziose fattezze) bene in vista, sostenere il neo- Sekiwake con un tifo quasi calcistico per tutto il Nagoya Basho e spero che questo basti a dare tranquillità ¥ concentrazione all’omone europeo.
Con un 11-4 sarebbe quasi certamente Ozeki al Kyushu Basho di novembre: può ¦¡rcela, a patto di non sentirsi troppo responsabilizzato e di continuare a sfruttare le sua particolare stazza come ha fatto fin’ora.
Anche Wakanosato è ¦resco di promozione, anche se, nel suo caso, si tratta di una riabilitazione dopo un periodo di purgatorio.In realtଠle carte in regola le ha sempre avute ed il Kyokai lo ha retrocesso con molto rigore, rispetto ad altri.
Anch’egli corre per una sospiratissima promozione ad Ozeki, tante volte pronosticata, e l’abbrivio di luglio potrebbe dargli i giusti stimoli per ottenerla, spodestando qualcuno del trio tutt’ora in carica.
A Nagoya è £aduto in qualche match non proprio impossibile, ma ha un buon supporto di fans che lo sosterranno con grandi speranze. E’ vero che non sempre ha la costanza necessaria per i grandi traguardi, ma l’ho visto tonico e pimpante, per quanto lo possa essere un rikishi, e mi aspetto da lui una conferma di continuità®
L’argomento cambia per il settore dei Komusubi, dove Futeno è ©n trend positivo e può ¡®cora fare meglio, mentre Kotomitsuki è ³tato declassato o, se preferite, è ´ornato ad occupare la posizione che aveva prima di Nagoya.
La scalata di Futeno potrebbe proseguire, e ne sarei contento, qualora portasse a compimento il processo di stabilizzazione del proprio “modus pugnandi” e si ricordasse di non battere solo i titolati Sanyaku, come ha fatto a Nagoya.
Questo baldo giovanotto, come si diceva un tempo, ha delle qualità £he non ha ancora messo a frutto e tecnicamente non mi dispiace affatto, ma deve lavorare molto per acquisire una mentalità ¶incente che lo sostenga senza quelle pause che lo hanno frenato lo scorso anno, facendolo scivolare tra i Juryo.
Forse ha un viso troppo infantile per poter incutere timore, e nel sumo anche questo particolare ha il suo peso.
Kotomitsuki ha stazionato quasi sempre tra i Sanyaku, come Komusubi, per gli ultimi sei Tornei, fatta eccezione per la caduta di marzo, ed ha anche vinto l’Aki Basho del 2001; a volte arranca, come è ³uccesso a gennaio, e gli manca sempre qualcosa per raggiungere nuovamente risultati di rilievo, forse anche a causa del fatto che è ¶icino ai trent’anni. In altre circostanze, è £apace di acuti importanti, come è ³uccesso a maggio, quando ha chiuso con un 13-2 che gli è ¶also la temporanea promozione a Sekiwake: con quel record, a Nagoya si andava al play-off. Peccato, per lui, che non l’abbia ripetuto, appunto.
Di sicuro, non è ³pettacolare come altri e c’è £hi lo considera un buon “operaio” del sumo, ma nulla di pi?
Pi?basso, molto pi?basso rispetto a luglio, troviamo un Hakuho estromesso dai Sanyaku con doppia retrocessione. Ha subito un brutto infortunio a Nagoya, finalmente chiarito nella sua entitଠma dovrà ¦are tantissimo per riguadagnare il censo che gli apparteneva.
Hakuho è µna grande promessa ancora non mantenuta, come ho ironicamente commentato a suo tempo, ma dato che mi sono giunte delle composte critiche per la mia presunta sfiducia nei suoi confronti, desidero chiarire definitivamente, a scanso di equivoci, il mio pensiero sul giovane talento mongolo.
Come ho appena detto, considero Hakuho un vero talento e l’ho apprezzato appena è ¡pparso nelle categorie inferiori, dove si era fatto notare per la grande facilità ¤i gesto tecnico ed atletico, in rapporto alla sua età® L’avvento tra i Makuuchi è ³tato di grande impatto, portandolo molto velocemente a meritare la promozione a Sekiwake e dando adito a commenti giustamente lusinghieri, nei suoi confronti. La nascita di una stella di così §rande bagliore, ha fatto dire a tutti, me compreso, che Asashoryu aveva trovato un avversario davvero pericoloso, forse il rikishi destinato a creare quel dualismo tanto invocato da noi tutti.
Hakuho ha battuto lo Yokozuna, gli Ozeki, ci ha mostrato cose di rara bellezza e poi… si messo a scimmiottare Asashoryu senza motivo e senza averne lo spessore né ©l palmares, mostrando di essere ancora acerbo ed impreparato al grande salto di qualità.
Sembra affrontare certi avversari con una sufficienza irritante, come è ³tato al Natsu Basho contro Iwakiyama, Miyabiyama, Kotomitsuki e Wakanosato, casi emblematici di un approccio immaturo ed altezzoso al tachi-ai. Contro Iwakiyama, in particolare, è ²imasto a guardare l’avversario che lo aggrediva senza reazione, facendosi proiettare fuori dal dohyo come un manichino.
Non può ¥ non deve essere questo il vero Hakuho. Dal mio modesto e personale angolo di visuale, lo accredito di una classe pura e non comune, di questi tempi, ma non deve indugiare in sguardi penetranti senza avere chiaro in testa il disegno tattico che vuole e dare al match, potendo dare fondo alle sue grandi ed innegabili risorse. Nessuno vuol credere di averlo esaltato senza motivo, ma tutti vorrebbero vederlo al top del rendimento.
Ci si aspetta molto, e speriamo non invano, da Kokkai, ripartito verso la parte importante del banzuke dopo qualche momento di stasi nei risultati, e da Iwakiyama, il quale ha sempre molta grinta e pochi successi. Per entrambi, l’Aki Basho costituisce un esame importante, una tappa da non fallire per evitare l’effetto yo-yo nel banzuke.
Come d’abitudine, nel mio commento non vado oltre certe posizioni di classifica, dato che altri si diffondono sui rikishi di bassa classifica (anche se prevalentemente in lingua inglese) e ritengo che lo facciano meglio di me.
Credo, però¬ £he vadano menzionate la caduta di Roho e la buona promozione di Tamaasuka, debuttante a luglio.
Su Roho avrei scommesso qualche yen, con conseguente ed inevitabile danno patrimoniale, e mi è ¤ispiaciuto vederlo così ogio ed umiliato a luglio. Certi bouts li ha persi con la testa, prima che sul piano del combattimento vero e proprio, e la risalita dovrà ¢asarsi su un’attenta esecuzione delle tecniche che possiede, facendo leva sull’integrità ¦isica e mentale. Non vorrei ritrovarlo nei bassifondi del banzuke, a novembre, e sentirmi dire che di sumo ne so meno che di fisica quantistica.
Tamaasuka si è ²ivelato come un novizio di buon temperamento, amministrando il suo record con un certo agio, e la prova che lo attende ci dirà ³e il giovane Maegashira di Aichi saprà ¦are ancora meglio che a Nagoya.
Ultimo e doveroso accenno all’ingresso di Baruto, Dairaido, Ryuho e Raiko nei Juryo. Tra questi, l’estone Baruto rafforza la presenza europea nel sumo professionistico: lo seguiremo con affetto.
A presto, gentili amici.