Post Basho Report

Asashoryu e HakuhoYou can’t fight a tide…and Hakuho is a sumo tide!
Questo pensiero di Simon Siddall di Sumotalk, espresso nel nostro continuo epistolario elettronico, mi è sembrato il giusto avvio di una serie di considerazioni sul Nagoya Basho.
La marea non si può combattere, è vero, e prima o poi Hakuho supererà gli argini eretti dallo YDC e che lo trattengono dal diventare il 69° Yokozuna nella storia del sumo. Poteva accadere a Nagoya, come sappiamo, ma anche stavolta ci si è messo di mezzo Asashoryu, colpevole di aver brillato in modo accecante, come già accaduto per i tentativi di promozione di Kaio e Tochiazuma. La situazione oggettiva in cui si trova Hakuho è però radicalmente diversa: ha appena 21 anni e continua a migliorare il proprio rendimento (cosa non più possibile per gli altri ex-candidati), dimostrandosi all’altezza del rango cui aspira. Non solo. Hakuho possiede una versatilità tecnico-tattica che lo avvicina molto ad Asashoryu, vale a dire al prototipo del rikishi capace di imporsi con dinamismo fisico ed intelligenza. Come spiegare, allora, le due sconfitte di luglio? Semplice: Asasekiryu e Miyabiyama hanno trovato il modo di tenere a distanza Hakuho. Asasekiryu ha colpito a freddo, con una splendida uscita dal tachi-ai che ha fatto rimbalzare all’indietro l’avversario e creato lo scompiglio nei suoi piani tattici, mentre Miyabiyama ha disinnescato la presa al mawashi dell’Ozeki “legando” con le braccia che stringevano e facevano leva all’interno, impedendo il contatto ravvicinato e costringendo Hakuho ad un fatale attimo di vuoto operativo. Due belle interpretazioni dello stesso tema, due incertezze che hanno prolungato la permanenza di Hakuho nel purgatorio degli Ozeki. Tutto il resto lo ha fatto Asashoryu…

Questo diciassettesimo yusho ha poco di cabalistico e molto di sostanziale, per lo Yokozuna. Giunge dopo il ritiro di maggio e le scommesse sulla sua effettiva condizione fisica, e viene da pensare che le notizie frammentarie ed incerte dei giorni precedenti il Torneo siano state diffuse ad arte per confondere le acque. Mentre Hakuho incassava il suo paio di sconfitte, Asashoryu superava con impeto i primi 14 ostacoli che il calendario gli aveva imposto, arrivando alla certezza matematica della vittoria con una giornata d’anticipo. Non me lo sarei aspettato, viste le premesse, e questo mi porta a definire l’impresa di Asashoryu come un passaggio particolarmente rilevante della sua carriera, essendo stato il primo rikishi a bissare il successo in un 2006 segnato da ben due infortuni. Ripeto una solfa già sentita: quando certe cose le vedi fare ad Asashoryu sembrano facili, quasi scontate, ma allora perchè agli altri non riescono? Ci sono due diverse spiegazioni:
-Teoria della solitudine: Asashoryu è un rikishi pressochè imbattibile in quanto non vi sono avversari in grado di ostacolarlo;
-Teoria della ragion pura: Asashoryu è un rikishi pressochè imbattibile perchè affronta i suoi avversari con la convinzione di essere il più forte, da vero Yokozuna (spiegherò poi questo concetto apparentemente pleonastico).

AsashoryuLa prima teoria è molto cara ai residui oppositori del Grande Mago Mongolo (alcuni lo ignorano deliberatamente…) e non necessita di ulteriori commenti, se non quello che, per restare nell’impostazione idrologica che ho dato a questo pezzo, fa acqua da tutte le parti. Domanda: perchè Miyabiyama non ha battuto anche Asashoryu? Risposta: perchè Asashoryu ha fatto sì che Miyabiyama non potesse combattere come voleva e si è spostato leggermente di lato per evitare i pericolosi attentati dello tsuppari a braccia larghe del Sekiwake. Dal particolare all’universale: difficilmente vediamo Asashoryu subire passivamente un avversario, anche in caso di sconfitta. Lancio un’estrema provocazione. Asashoryu ha quasi 26 anni e potrebbe combattere ancora per 7/8 stagioni: calcolando che ci sono più di 40 Tornei a disposizione, assegniamogli una trentina di yusho sulla parola e non facciamolo più combattere, tanto vince sempre lui… Cosa ne penserebbero Taiho, Chiyonofuji, Kitanoumi e Takanohana? No, amici miei, non è così che si risolvono le discussioni intorno al sumo!

AsashoryuVenendo alla seconda teoria (ma non escludo affatto che ne possiate formulare altre), ritengo che sia utile ripassare alcune idee sulla presenza scenica dello Yokozuna. In un piacevolissimo incontro con il nostro comune amico Marco, si è parlato a lungo della condizione psicologica di chi debba affrontare un rikishi dominante. Se la difficoltà di preparare il match deriva dalla consistenza del bagaglio tecnico dell’avversario, le cose devono essere viste nella prospettiva di tirare fuori il meglio dal proprio. Asashoryu (come, in parte, Hakuho) conduce il bout da prima del tachi-ai, imponendo una concentrazione difensiva che può superare quella offensiva. Dobbiamo convincerci che anche i leggendari Yokozuna del passato sono rimasti sul trono del sumo grazie al loro talento, fatto di vigore fisico, tecnica ed intimidazione. Un vero Yokozuna incute timore e rispetto, è assodato, ma deve sempre dare il massimo ed aspettarsi che gli avversari lo affrontino con l’intenzione di far volare i cuscini degli spettatori. Gli allori si ottengono sul dohyo e bisogna sempre ricordarsi che la sacra circonferenza non ammette una vita di rendita.

Nagoya ha fornito altri argomenti di riflessione. Hakuho ha il miglior ruolino di marcia del banzuke, nel 2006, ed avrebbe meritato qualcosa di più, a mio modo di vedere. Non mi riferisco alla mancata promozione, di cui ho già parlato nel commento alla giornata finale, bensì al mancato playoff di gennaio. In quel momento Hakuho era in condizione di bruciare le tappe e di ottenere la promozione nel Torneo di maggio; il mancato intervento degli arbitri nel match contro Tochiazuma glielo ha impedito, e dico questo infrangendo la mia promessa di non tornare a polemizzare sull’accaduto. Lo dico perchè credo che l’ingiustizia consumata in quell’ottava giornata dell’Hatsu Basho abbia un peso specifico superiore all’uranio arricchito, vista con il senno di poi. Con i risultati che ha ottenuto in seguito Hakuho sarebbe già Yokozuna, regole o non regole, e Nagoya non gli avrebbe dato altro dispiacere che la mancata conquista del… terzo yusho.

AsashoryuAltra considerazione. Hakuho ha raccolto il terzo 13-2 della stagione, cui si deve aggiungere il 14-1 di maggio. Da quando Asashoryu è diventato Yokozuna, nel gennaio del 2003, soltanto in due occasioni lo yusho è stato vinto con un record inferiore al 13-2: è accaduto nell’Haru Basho di quell’anno, Torneo in cui Asashoryu debuttava come Yokozuna, e vinse Chiyotaikai con 12-3, e nel Nagoya Basho successivo, con Kaio che vinse lo yusho sempre con 12-3 ed Asashoryu che si ritirò per infortunio. Dopo di allora non è più accaduto. Questo significa che due sconfitte sono il limite massimo consentito per sperare nello yusho, magari con un playoff, e nemmeno il 14-1 porta immediatamente alla vittoria, com’è accaduto a maggio di quest’anno. Con 13-2 Asashoryu ha sempre vinto, mentre altri Yokozuna non ci sono riusciti, come riportato nel seguente riepilogo:
Il posto dell'arbitro
Yokozuna 13-2 yusho/yusho vinti 13-2 Runner-Up o meno

Taiho 11/32 2

Chiyonofuji 6/31 4

Kitanoumi 8/24 5

Takanohana 7/22 4

Asashoryu 8/17 0

Musashimaru 6/12 5

Akebono 6/11 6

Banzuke a NagoyaUn discorso a parte lo dedico al banzuke di luglio. Raramente ho visto i primi Maegashira rimediare tante sconfitte da chiudere con un deficit così pauroso. Kotoshogiku (3-12), Kyokushuzan (3-12), Hakurozan (2-13), Kyokutenho (6-9) e Kakizoe (4-11) hanno deluso su tutti i fronti, sconfessando la loro lusinghiera classifica. Hakurozan e Kakizoe hanno battuto, rispettivamente, Kotooshu e Chiyotaikai, ma viene da pensare che si sia trattato di un puro scherzo del destino. Cinque rikishi che mettono insieme soltanto 18 vittorie non lo si vedeva da tempo, anche se ultimamente l’effetto ascensore si è fatto sentire in modo deciso. Mi riferisco al fenomeno di rapida salita ed altrettanto repentina discesa del banzuke da parte di alcuni rikishi, ribattezzati dal sottoscritto “rikishi yo-yo”, i quali percorrono con estrema disinvoltura il loro tragitto in doppio senso di marcia. La mobilità del banzuke è un fatto fisiologico e dipende molto dai risultati improvvisi, ma produce anche degli scompensi nel calendario dei Tornei e nella consistenza di certi incontri.

AsashoryuGli Ozeki giapponesi si sono difesi ad oltranza, con Tochiazuma e Chiyotaikai infortunati a metà Torneo e Kaio che ha trovato alcuni spunti d’orgoglio. L’Ozeki che rappresenta la Vecchia Europa, il bulgaro Kotooshu, è rimasto nell’anonimato che lo accompagna da mesi.

La condizione generale degli Ozeki giapponesi era parsa buona, all’inizio, con Tochiazuma che aveva infilato 8 vittorie di seguito combattendo nel suo tipico stile aggressivo e robusto, tanto che la posizione kabodan appariva immeritata. Dopo l’infortunio non c’è stato più confronto e le ultime 7 giornate sono scorse via come un doveroso impegno di firma. Nessuna vittoria contro i colleghi di grado, solo le due affermazioni contro i Sanyaku incontrati prima dell’infortunio, il Komusubi Kisenosato ed il Sekiwake Kotomitsuki. Alcuni bouts mi sono piaciuti: contro Kotoshogiku, Kisenosato e Kotomitsuki si è visto un Tochiazuma abbastanza carico, tanto da poter procedere con le sue armi convenzionali. Dopo l’infortunio, invece, ha perso (e male) contro il gotha del banzuke, permettendo anche una bella esibizione a Chiyotaikai e Kaio, forse per spirito di cameratismo.

ChiyotaikaiLe braccia di Chiyotaikai hanno funzionato a dovere e l’Ozeki della scuola Kokonoe avrebbe sicuramente incamerato 10 o 11 vittorie, se non fosse stato menomato. Lo score finale di 9-6 riflette l’andamento delle ultime 5 giornate, quando tutti gli avversari sono riusciti a neutralizzare lo tsuppari di Chiyotaikai, ma fino a quel momento il suo sumo dinamico e spettacolare aveva fatto sperare in una competizione allargata a più protagonisti. Alla decima giornata, infatti, Chiyotaikai era davanti ad Hakuho ed aveva sconfitto Kotooshu, Miyabiyama e Tochiazuma, mentre Hakuho non si era ancora confrontato con gli altri Ozeki nè, ovviamente, con lo Yokozuna. Un certo rammarico lo deve aver provato, Chiyotaikai, nel constatare l’allontanamento forzato dalla zona-yusho.
L’episodio più rilevante del suo Torneo resta, comunque, la lite verbale con Roho alla settima giornata, evento quasi sacrilego, nel sumo.

KaioKaio ha nobilitato la sua performance con alcune vittorie sui Sanyaku, mostrando, per contro, i limiti del suo stato fisico ogni volta che gli avversari lo portavano sul piano della resistenza o della velocità. Kaio soffre l’attacco portato quando non ha stabilizzato le gambe sul dohyo e non ha più l’autonomia necessaria a sostenere combattimenti che vadano oltre una certa durata: le sconfitte contro Kotooshu e Kisenosato hanno messo in luce entrambe le situazioni. Le sue vittorie sono, invece, il frutto di un’azione di tecnica classica e che non richieda un eccessivo dispendio di energie, condizioni in cui Kaio ha il vantaggio di far valere il sumo che gli è più congeniale, fatto di potenza e stabilità della presa al mawashi.
Tutto il pubblico di Nagoya lo ha incitato e sostenuto con affetto, probabilmente perchè il prossimo anno Kaio potrebbe non salire su quel dohyo.

KotohoshuLa narcolessia che ha colpito Kotooshu non accenna a svanire: l’Ozeki europeo ha concesso una vittoria perfino all’ectoplasma di Hakurozan. Forse è il caso d’interpellare uno sciamano che lo liberi dal maleficio di cui sembra preda, tanto è grande il divario tra il rikishi che contendeva lo yusho ad Asashoryu e quello che vediamo oggi sul dohyo. Non voglio infierire, credetemi, ma mi trovo in forte imbarazzo narrativo ogni volta che devo commentare il sumo di Kotooshu. Se ne sono dette tante, su di lui, e ricordo ancora l’alzata di scudi dei suoi tifosi quando lo si criticava per l’eccessivo ricorso alla tattica rinunciataria ed attendistica: almeno quella era una tattica e portava dei risultati, dico io! Ora c’è molta improvvisazione ed altrettanta confusione. Un Ozeki della sua età dovrebbe spaccare il mondo e gareggiare con Hakuho nella sfida verso la tsuna, cosa di cui si era prematuramente parlato l’anno scorso, e non arrivare al senshuraku con il kachi-koshi in bilico. Stavolta gli è andata bene per gentile concessione di Tochiazuma, ma temo che, di questo passo, lo vedremo presto kabodan. Forza, Kotooshu: rendici nuovamente orgogliosi di essere rappresentati nel mondo del sumo come europei e come tuoi tifosi!

La crisi di risultati di Kotooshu (e di altri Ozeki) potrebbe dare spazio alle rinnovate ambizioni di Miyabiyama, il quale aveva pregustato la promozione che poi non è arrivata. Ancora un Torneo positivo, per il Sekiwake della scuola Musashigawa, ed il prossimo potrebbe valergli il ritorno tra i valletti dello Yokozuna. Le ultime 5 vittorie di fila hanno dimostrato che Miyabiyama è in palla, ma già alla nona giornata era giunta la prestigiosa e meritata vittoria su Hakuho. Lo hanno fermato le troppe sconfitte contro gli Ozeki, a mio parere, ed in questo il calendario non l’ha aiutato: avesse battuto Kaio, Chiyotaikai o Kotooshu, si ritroverebbe in un affollatissimo ranking d’immediato rincalzo ad Asashoryu. Bella ed esemplare la vittoria su Baruto.

Kotomitsuki resterà Sekiwake, è cosa certa: ha strappato il kachi-koshi ed i Komusubi stanno peggio di lui. Molte pause, nel cammino del rikishi eternamente imbronciato, ma anche qualche titolo di incoraggiamento, come le vittorie su Kaio, Chiyotaikai e Kisenosato. Anche per lui il successo sul giovane estone, episodio che potrebbe non ripetersi in futuro… Non mi sono piaciute le sconfitte con Miyabiyama e Roho, troppo perentorie per essere vere. Contro Asashoryu ha rischiato l’infortunio.

Dopo il veloce ritiro di Asasekiryu, killer di Hakuho, Kisenosato ha difeso in solitudine l’onore dei Komusubi, sempre alle prese con il baratro dell’immediata retrocessione. La giovane speranza nipponica se l’è cavata con un risicato kachi-koshi ed una certa dignità, se non altro per aver battuto Kaio e Kotooshu. Tutti gli altri Sanyaku lo hanno sovrastato, ma Kisenosato ha portato a termine l’operazione salvezza e potrà ripartire da lì, a settembre.

barutoBaruto ha rafforzato il proprio ruolo di outsider, dopo il buon esordio tra i Makuuchi, ma ha commesso molte ingenuità tattiche. Lo ha ammesso a fine Torneo ed ha dichiarato anche di aver avuto sempre e soltanto l’obiettivo del record positivo. Dovrebbe essere il prossimo Komusubi, salvo sorprese, e la prospettiva di dover immediatamente affrontare tutti i Sanyaku lo deve portare ad allenarsi molto duramente. La materia grezza c’è, ma occorrerà un grande lavoro di affinamento per vederlo in assetto stabilmente minaccioso. Baruto lascia a desiderare nell’uscita dal tachi-ai, quando i rikishi più smaliziati caricano a testa bassa portandolo facilmente fuori equilibrio, vista la sua statura. Gravissima la sconfitta patita da Hakurozan alla quarta giornata.

KokkaiTornato a combattere nelle retrovie, Kokkai ha di nuovo trovato un buon risultato: il 10-5 finale lo riporta alle pendici del Sanyaku, se non oltre, e gli fornisce quel morale di cui ha decisamente bisogno. Lo stile è sempre lo stesso, un pò rozzo e da rodeo, ma l’efficacia offensiva del georgiano non deve essere sottovalutata. Quando se n’è presentata la necessità, Kokkai ha saputo combattere anche in presa, come nel famoso match vinto con Asashoryu, ma 5 vittorie su 10 sono arrivate per hatakikomi, segno della ben nota propensione al sumo di spinta.

Un cenno lo voglio dedicare anche a Tokitenku, autore di una buona prova complessiva ed abbastanza convincente sotto il profilo della tecnica, a Roho, in positivo nonostante la sospensione per la rissa con i giornalisti, ed ai due intrusi di rito, Tamanoshima e Tamakasuga, entrambi vincitori su Baruto e portatori sani di un ottimo 11-4 finale. La gioia di Luca per l’exploit di Tamakasuga ha coinvolto tutto il Piemonte…

Vi lascio con l’augurio di un buon riposo estivo ed un grande ringraziamento per la temperanza dimostrata nell’essere riusciti a leggermi fin qui: lascio a Julien il compito di intrattenervi con il suo altrettanto copioso reportage fotografico e descrittivo dell’entusiasmante escursione giapponese.